#Sanremo2018: prima serata

L’ora X è finalmente arrivata: si apre il sipario su #Sanremo2018. 

Come ho già scritto negli articoli precedenti, quest’anno mi sento particolarmente in vena, sarà l’effetto Baglioni, e per questo motivo voglio inaugurare la serie di articoli sulle varie serate, con del gossip, cosa per me completamente nuova.

Gossip musicale, naturalmente, che si riassume in una domanda, retorica magari: Laura Pausini è davvero malata, oppure ha preferito non partecipare stasera, per via della presenza, massiccia e se vogliamo ingombrante, di Rosario Fiorello?

So che passerete notti insonni a cercare una risposta, e proprio per evitarvi nottate in bianco, vi confido che la cantante faentina sarà presente sabato, nella serata finale, perfettamente guarita. 

Me l’ha confidato il suo medico personale. Se non è gossip questo...


Parlando di cose serie, invece, oggi la Sala Stampa Lucio Dalla, nella quale ho il piacere di passare la maggior parte della giornata, ha consegnato un premio alla memoria di Michele Mondella, prematuramente scomparso, storico press-agent di tanti personaggi famosi, al figlio Dario, discografico di Eva, che si esibirà giovedì nella categoria Nuove Proposte.


Ore 20.45 puntualissimi si comincia con un video di introduzione, che vede protagonisti i venti partecipanti alla gara. 

A proposito di questo, anche qui al Roof del Teatro Ariston, da dove vi racconto la serata, oltre che alla Sala Lucio Dalla, si parla soprattutto degli ospiti e non dei cantanti in gara. Non mi piace.


Ma c’è subito una sorpresa: Fiorello ruba letteralmente la scena al Direttore Artistico, facendo, parole sue, da “scaldapubblico”, interrotto da un intruso sul palco, in perfetto stile Pippo Baudo. Mah. Non mi piace neanche questo. 

Bravo, bravissimo, per carità: il medley dove imita i “capitani coraggiosi” è davvero una figata, ma tra una gag e l’altra passano ben venti minuti. 

Tra l’altro, doveva uscire, come da programma, alle ore 22.30: ma a Fiorello si perdona tutto.


Finalmente entra in scena il Direttore Artistico, Claudio Baglioni, da una scala che si materializza in modo quasi futuristico: elegantissimo, in perfetta forma, se è emozionato, cosa probabilissima, non lo da a vedere,  ci regala un monologo sulla bellezza delle canzoni, molto toccante.

Mi è bastato leggere “Festival della canzone italiana”, per capire in un attimo:  mettere al centro di nuovo le canzoni, in una prospettiva che sia di nuovo il momento principale del festival. Le canzoni hanno una capacità unica, come coriandoli di infinito, sono piccoli istanti di eternità, neve di sogni che sembra cadere e venir giu da un altro pianeta e in piccoli secondi fanno piccoli miracoli, piccole note che cucite insieme da un filo di voce riescono a dare emozione e divertimento. Nessun altra cosa riesce così".

"Le canzoni ci prendono per mano e ci fanno volare, come una macchina spazio tempo".

"Cos’e che ci spezza il cuore tra canzoni e amore e che ci fa volare e amare sempre più perchè domani sia migliore perchè domani tu...Perchè ieri resti indimenticabile e il presente oggi noi che lo viviamo diventi un giorno bellissimo”

Devo ammettere che concordo e sottoscrivo tutto quanto, e riconosco che mi ha commosso.

Show must go on ed è il turno di Pierfancesco Favino e di Michelle Hunziker sul palco, e finalmente, dopo più di mezz’ora, parte la gara. 

Annalisa è chiamata ad aprire le danze: mi sembra uguale alla canzone dell’anno scorso. Voce da talent, ugualent a centinaia di altre. 

Ron, capelli nuovi a parte, dispensa emozioni made by Lucio Dalla, e non poteva essere diversamente. Ma trovo che la voce sia troppo uguale a quella di Gaetano Curreri. 

The Kolors, per la gioia delle bimbeminkia. Che figo il chiodo del Direttore d’Orchestra! Lo voglio! Si agitano talmente tanto che la canzone quasi non si capisce, anche perchè cantano in italiano. Un minestrone di generi, mal mischiato. 

Max Gazzè ormai è il clone di Beppe Fiorello. Cappotto brillantinato inguardabile: merita il primo #versaceonthefloor della rassegna. Canzone magari bella ma che non acchiappa. 


Ancora una comparsata di Fiorello, in sostituzione di Laura Pausini (a casa con la faringite) ed è palpabilissimo l’imbarazzo (o forse l’incazzatura) che prova quando Fiorello le butta lì che sabato sera ci sarà anche lui. E’ ovviamente un’ironia ma Lauretta ci mette un attimo a capirlo. 

Rosario è debordante, ma il duetto col “dittatore” a base di “...e tu” è da antologia della televisione. Standing ovation, nonostante i minuti passino inesorabili e la gara latiti.

Certo è che immaginare Fiorello e Claudio fare insieme un putan Tour non ha prezzo. Per tutto il resto...ci sono i bit coin... 


Finalmente si riparte, con Vanoni-Bungaro-Pacifico. Ornella sembra la nonna malata di quella che fu, per dire, ma la voce è sempre quella e la canzone, lo dico, mi piace. 

C’è anche l’attore, messo un tantino da parte fin’ora, che presenta Ermal Meta e Fabrizio Moro. Pezzo impegnativo, giusto mix dei due stili. Promossi e papabili. 

Mario Biondi lo ascolto con grande curiosità. Canzone da night-club fumoso e peccaminoso. Peppino Gagliardi del nuovo millennio. Una mezza lagna, ma la classe c’è.                                                                                                                                                                                                

Detto per inciso Pierfrancesco è un grande performer e un perfetto imitatore.

E’ la volta di Roby Facchinetti e Riccardo Fogli.  La canzone è di Pacifico. Bellissime le parole, bellissima la musica. Ma le voci, le voci. Purtroppo le conseguenze della legge Fornero sono devastanti, e mi duole dirlo, credetemi.

Lo stato Sociale, ma chi sono? Modena City Ramblers in versione cabarettistica, col cantante che sembra il cugino povero di Lapo Elkann. E vai col primo #stendiamounvelopietoso, anche e soprattutto alla vecchia che balla. Dalla scimmia alla vecchia, mah. Dove andremo a finire.


La Michelle che canta, anche no, grazie, proprio Mina, poi.

Noemi voce da talent e niente più. Sempre uguale. Che due maroni.

I Decibel semplicemente leggendari. I Depeche Mode made in Italy. Il premio #alè-oò stasera va a Enrico, Fulvio e Silvio di diritto. Canzone meravigliosa: David Bowie può essere contento.

Elio e le storie tese non li ho mai sopportati, sinceramente. Demenziali nel senso peggiore del termine. Col cantante che stasera sembra il Mago Otelma (grazie Emanuela per la dritta). Sostanzialmente: vi sciogliete o no, vi sciogliete o si o no!

Giovanni Caccamo mi fa venire il latte alle ginocchia. Vale il discorso fatto per altri l’anno scorso: al Mc Donald’s cercano personale. Manda il curriculum-vitae, per favore.

Spero che Red Canzian, vada meglio degli ex-colleghi, soprattutto per la voce. Mi sembra molto somigliante a “Stai con me”. Testo bellissimo, come nel suo stile. Voce in perfetta forma.

Luca Barbarossa. Una canzone in stile Lando Fiorini, con tutto il rispetto, e ci siamo arrivati all'unisono io e il mio amico Mimmo. Se è rimasto al palo per anni, ci sarà un motivo. Spiace dirlo, anche in questo caso.


E’ finalmente ora, almeno per buona parte del pubblico e della sala stampa, dei Capitani Coraggiosi. Posso dirlo? Come per il tour, non mi fanno scattare “quell’attimo di eterno che non c’è”, anche se l’arrangiamento sulla musica di Luis Enriquez Bacalov è sublime.

Idem per “Una vita che ti sento” con questo “giornalista”, che non conoscevo, e forse non mi sono perso niente.


Si ritorna alla gara, con Diodato e Roy Paci. Mah. Mi astengo. Cito dall’amico Franco, che Roy, ahimè, sembra Nini Rosso. Reminescenze di noi “anta”, che ascoltavamo “Il silenzio” in caserma.

Nina Zilli stecca all’attacco. Forse l’aspirante marito l’ha lasciata con un palmo di naso davanti all’altare. Non si spiega altrimenti il vestito da sposa, pure brutto. Sorvoliamo sulla canzone.

Giusto per perdere tempo, ancora un intermezzo spezza-gara, per Claudio e Pierfrancesco, bello per carità, ma già mezzanotte e mezza, e si comincia ad essere stanchi. E ci mancava pure la Muccino band: manco uno che sappia cantare.


Si riparte, finalmente, per il rush finale: Renzo Rubino. Ho sempre creduto fosse una pietra preziosa, non un cantante. Cantante, mah.

“Coppia inedita” come dice la Hunziker, Enzo Avitabile e Peppe Servillo. “Contaminazioni” come solo l’artista napoletano sa fare. Grande interpretazione. Pino daniele da lassù approva. Le mani n’coppa ‘o groove.

Chiudono la gara Le Vibrazioni. Formazione originale per la band milanese. La voce di Sarcina mi pare leggermente diversa dal solito. Forse più matura. Sono comunque sempre rock.


E’ tardissimo, sono stanchino, ma voglio aspettare il giudizio della giuria demoscopica: assolutamente non in linea con la mia classifica.

Chissà perchè non avevo dubbi.

Buonanotte, a domani.


Stay Always Tuned !!!                                                                                                             

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/02/2018