I nuovi MATIA BAZAR: poco meno di una cover band
Photo credit: Tina Rossi Ph

La storia musicale dei Matia Bazar, interrottasi bruscamente il 12 Agosto 2015, a causa della prematura scomparsa di Giancarlo Golzi, batterista e membro fondatore, riparte da Milano, precisamente dal noto locale “Memo”, dove si è tenuta a battesimo, lo scorso 17 Genanio, la nuova formazione, davanti ad un numeroso pubblico di addetti ai lavori.

Piero Cassano, ultimo baluardo della storia della band, ha deciso di abdicare in favore di Fabio Perversi, da circa vent’anni nel line-up: il polistrumentista monzese, chiamato a tenere alto, se non a rinverdire i fasti di un gruppo storico del nostro panorama musicale, ha coinvolto nel progetto Piero Marras alla chitarra, Paola Zedra al basso, Fiamma Cardani alla batteria e Luna Dragonieri alla voce solista.

La giovane cantante pugliese ha l’arduo compito di sostituire, se non di far dimenticare, quattro voci che nel corso degli anni hanno caratterizzato la band genovese: Antonella Ruggiero, Laura Valente, Roberta Faccani e Silvia Mezzanotte.

Missione fallita, seppur col beneficio d’inventario.

Verso il punto più alto” (Etichetta Farn Music), brano presentato in apertura di show, nonché nuovo singolo, già in rotazione radiofonica, nulla aggiunge e nulla toglie a quanto fatto fino ad ora dai Matia Bazar.

Ma le note dolenti non finiscono qui, anzi, a cominciare proprio dalla nuova lead-vocal: look improponibile (la sobrietà degli abiti ha sempre distinto le Signore del gruppo, che pur essendo maledettamente sexy, hanno sempre catturato l’attenzione senza bisogno di particolari scollature);  voce dozzinale, se mi è concesso, ed assai poco in linea con la tradizione del gruppo che adesso rappresenta, la nuova front-girl, almeno durante la serata milanese, ha fatto, secondo me, l’unica cosa da non fare: scimmiottare chi l’ha preceduta (“Ti sento” e “Cavallo bianco” esempi eclatanti), senza metterci “del suo”, senza particolare sentimento, lasciatemi dire, limitandosi a “cantare” i brani storici in scaletta.

Stesso discorso per la batterista, arruffona e pasticciona, e la bassista, imprecisa e poco incisiva; dal grigiore generale si sono salvati il chitarrista e il nuovo leader, che comunque rimane un grande performer.

Non prendetelo come un atteggiamento sessista, per carità, anzi, devo dire che personalmente apprezzo molto le musiciste, poche in un mondo dominato dai maschi, dove le “quote rosa”, inspiegabilmente, sono sempre state molto basse: voglio pensare, guardando il bicchiere mezzo pieno, che l’emozione dell’esordio, abbia giocato un brutto scherzo a Luna, Paola e Fiamma.

Se così non fosse, e la prova sarà solo e soltanto la futura attività live, allora c’è da chiedersi quale sia il futuro dei Matia Bazar: una semplice cover-band, destinata a spegnersi in breve tempo, oppure un gruppo che, supportato da una buona produzione, proponga per davvero qualcosa di nuovo e di originale, ma soprattutto che tenga alto un blasone, conquistato a suon di hits, nell’arco di quarant’anni di onorata cariera.

Se il buongiorno si vede dal mattino, in questo momento, ho seri dubbi sul prosieguo della giornata.

Stay Always Tuned !!!

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Articolo pubblicato il 19/01/2018