Metti una sera a cena con Gary Low

Il mito degli anni '80 spiega nell'intervista a Civico20 News, la nuova iniziativa dedicata ai fans

Dopo una più o meno breve assenza , per piacevoli motivi personali, cominciamo l’anno nuovo, parlando dell’argomento che preferisco, nello specifico, di musica italiana, o meglio ancora, di “Italo Disco”: ovvero la celebrazione di un fenomeno tipicamente italiano, che per un decennio ha caratterizzato il modo della musica. 

Un fenomeno dominante sia dal punto di vista musicale che di costume, “music, look & fashion”, per dirla come a quei tempi, che a distanza di quasi quarant’anni, vanta milioni di cultori e di appassionati, in ogni angolo del mondo.

Un fenomeno snobbato dalla critica e soprattutto dalle majors della musica, e che rimane tutt’ora forse poco compreso, ma senz’altro  ineguagliato, sotto tutti i punti di vista.

In quel periodo facevo lo speaker radiofonico ed il dee-jay in discoteca, e in ogni trasmissione, in ogni serata, “passavo” quasi obbligatoriamente i brani di Gazebo, Den Harrow, Ryan Paris, Brian Ice, Mike Francis (RIP), dei Righeira, e ovviamente di Gary Low.

Un periodo in cui i brani non erano tutti uguali, anche se la drum-machine Roland TR-808 la faceva da padrone; si lavorava con i dischi in vinile, in disco soprattutto con i 12” (twelve inch, ndr), ed era un vero divertimento “mixare” canzoni dalla metrica differente.

Un decennio intero, cosa mai successa prima e dopo, che ha lasciato un segno tangibile nella storia della musica, e che attualmente, dopo un ventennio di oblìo, è stato rivalutato e riconsiderato alla grande dalle radio e dalla nuova dj generation.

E’ così che i protagonisti di allora, magari un tantino invecchiati (gli anni purtroppo passano per tutti), ma ancora e sempre combattivi, ritornano alla ribalta, pronti a rinverdire i fasti di un’epopea indimenticabile, soprattutto per chi l’ha vissuta; ma anche con la mission, baffata alla grande, di far ballare e divertire i giovani delle nuove generazioni, abituati a ben altra “musica” (il virgolettato è doveroso, visto quello che si sente in giro, nda), che magari dei mitici anni ’80, ne hanno sentito parlare solo dai genitori.

Inutile dire che per le vecchie guardie del mixer come me, è una gioia e un piacere poter riparlare con alcuni di loro di musica e scambiare quattro chiacchiere, ed è una gioia cominciare con lo “Zio Gary”, si, proprio quello di “I want you”, “You are a danger” e naturalmente “La Colegiala”. 

Gary Low, protagonista assoluto di quella dance di cui ho parlato all’inizio, è una persona squisita, che dice quello che pensa senza peli sulla lingua, come piace a me, grande esperto di musica, cosa rara anche tra i suoi colleghi, e fermamente determinato.

“Forse non tutti sanno che...” esiste un progetto davvero intrigante, che coinvolge direttamente i numerosissimi fans di Gary, sparsi in tutto il mondo. Sentiamo dalla sua viva voce di cosa si tratta.

Gary, una domanda canonica, che faccio sempre ai protagonisti degli anni ’80 come te. Di solito la faccio alla fine, ma stavolta, vorrei partire da qui, per sviluppare il discorso: cosa è rimasto degli anni ’80?

(Ride, ndr) Cosa è rimasto…è rimasto molto, direi. C’è stato un periodo di oblìo, come per tutte le cose. Poi si vede che questo periodo musicale è rimasto nel cuore di molti, e ti dirò, visto che ormai sono quattordici-quindici anni che son tornato a fare serate a tema, e questa cosa è tornata in voga. In tutto il mondo! E’ un fenomeno mondiale! Una cosa che mi ha sorpreso, anche quando faccio le mie serate. In Sud America, a Miami, in Giappone, ad Hong Kong, a Singapore dove andrò prestissimo, ma anche in Svezia, per esempio, o in Spagna: ho notato un grande entusiasmo per il “ritorno” di questo genere musicale. Anche in Russia hanno organizzato un enorme Festival sugli anni ’80. Alle Isole Canarie ho partecipato di recente ad un Festival: un palco enorme e tantissima gente. Ripeto: è rimasto molto di quei tempi, anche se tanti artisti non ci sono più o non fanno più musica, ma è una cosa molto piacevole, il poter usufruire di queste melodie, di questa musicalità che oggi non c’è più.

Avrai notato anche tu, durante le tue serate, che quando i dee-jay passano la “nostra” musica anni ’80, purché originale, sottolineo, non remixata in stile techno, per dire…la pista si riempie…ci sarà un motivo!

Ma certo! Il motivo…guarda…la musica funziona con la melodia, questo è il diktat: melodia! Se ci pensi bene, il testo ha una sua importanza, ma molto secondaria, perché altrimenti i Beatles o Jimi Hendrix non avrebbero mai avuto fortuna in Italia o in Spagna,  perché a quell’epoca ben pochi capivano l’inglese. Quello che manca in discoteca adesso è proprio la melodia. Proprio il ricordo di qualcosa che ti riporta indietro, ai tuoi momenti felici. In Italia poi è un disastro. Tutta musica triste, con arrangiamenti uguali a cinquant’anni fa. Sono rimasti, autori ed arrangiatori, ancorati a Sanremo: chi va al Festival, scrive per il Festival e le conseguenze si vedono. Piacciono i ragazzini carini e le ragazzine carine, è normale che sia così, una parte del mio successo è dovuta al mio aspetto fisico, non lo nego, però poi finisce lì: è roba triste. senza contare che poi vanno avanti con i “like” e le visualizzazioni, ma questo non fa vendere dischi e non porta gente agli spettacoli dal vivo. Dici giustamente di utilizzare le versioni originali: io sono un autore e un arrangiatore e quindi non posso che approvare. Magari tornasse il vinile! E come unica fonte. così nessuno scaricherebbe illegalmente e si comprerebbero più dischi. Oltretutto è un piacere da collezionare…

…con me sfondi una porta aperta…ho una collezione enorme di dischi, che custodisco gelosamente…

…grande…anche questo porta ricordi…un feticcio, qualcosa che rimane, al contrario di un file Mp3. Comunque bisogna ricominciare a fare musica, musica anni ’80. Qualcuno c’è, come sempre solo in America, tipo Bruno Mars, che ripropone un po’ di funk e di atmosfere retrò, ed ha un successo enorme. Noi arriviamo sempre secondi. E anche quando proponiamo le nostre cose, new-disco, si chiama adesso, non viene considerato da nessuno, almeno da noi. Le grandi Major sono protezioniste.

Curiosità mia personale: ti hanno mai invitato a Sanremo?

No. Ma neanche ho voluto mai partecipare: non concepisco una gara musicale. La gara la fanno gli sportivi, la musica è un’altra cosa. Sanremo, secondo me, dovrebbe essere il contrario: prima far uscire i brani, l’anno dopo eleggere vincitore chi ha venduto di più. Così non ci sono trucchi.

A parte quella scritta per Sanremo, ti piace la musica italiana?

No. Non mi emoziona, non mi fa rizzare i peli. Per questo la seguo molto poco. E’ una categoria sempre identica: c’è Tiziano Ferro, c’è Fiorella Mannoia, che m’annoiano veramente! Almeno, così la vedo io.

Parliamo adesso del tuo progetto: parafrasando un tuo grande hit…”you are…yet…a danger”…

(ride, ndr) Mi piace!

Intendo dire...hai messo mano alla tua hit per eccellenza, “La Colegiala”, e ne è venuta fuori una new version davvero godibile

Sai, l’ho voluta rifare, perché mi diverte fare certe cose. Siccome me l’hanno richiesta tanti dee-jay, che anziché remixare fanno un copia-incolla, io ne ho fatto una cover, ristrutturando completamente il brano originale, ricantandolo, tra l’altro. Quello che tu senti oggi, è il mio modo di cantare attuale, non quello di trent’anni fa. 

Ma nello specifico, hai legato questo brano ad una iniziativa particolare e nuova, questa idea per i fans, dove tra l’altro c’è anche il vinile colorato, in cosa consiste?

Il mio progetto è forse uno dei pochi da parte di un artista che non ha una major alle spalle. E’ un progetto dedicato alla fan-base, a tutti quelli che vorrebbero partecipare attivamente, ma magari non sanno come farlo. A loro sono dedicate dei gadget, tipo la maglietta, il poster o lo stesso disco in vinile: so che ai fan questo fa piacere, ma magari non sanno come procurarselo. E’ un “do-ut-des”: faccio perché tu faccia. Tu ben sai che, ad esempio, un video fatto in maniera professionale, ha un costo non indifferente, se vuoi fare un buon prodotto, e fare tutto da soli a volte risulta difficile. In questo modo riusciamo a coinvolgere le persone, mettendole a conoscenza di un nuovo progetto a cui possono partecipare attivamente, mandandomi dei video artigianali, come avete già fatto tu e tua moglie, che se ben registrati e con la luce giusta, mi riprometto di inserire nel video ufficiale. Poi ho messo anche la cena, in modo da potersi conoscere, stare insieme, parlare, fare dei selfie: una cosa che magari negli anni ’80 si sognava solamente, cioè di conoscere direttamente il proprio beniamino. Per me questa è l’essenza: stare con voi. Stare con voi per me è oro.

A beneficio di chi non è informato: in pratica cosa devo fare se voglio partecipare a questa tua iniziativa’?

Bisogna andare su www.musicraiser.com e cliccare su Gary Low, la pagina dedicata al mio progetto. Si può aderire partendo da una somma bassissima, 10 euro, perché mi rendo perfettamente conto che non tutti hanno determinate disponibilità, fino ai 200 euro, che comprendeva il disco in vinile…che però è già stato preso, da un giornalista francese, che lo ha voluto ad ogni costo per la propria collezione di dischi. Ripeto, non si tratta di cifre stratosferiche: è una partecipazione alla portata di tutti. in cambio, finita la campagna di crowdfunding, consegnerò tutti i gadget a chi a partecipato. Per chi ha scelto di partecipare alla cena, consegnerò personalmente i gadget. Voglio lasciare qualcosa d tangibile, un ricordo che duri nel tempo.

Grande! La trovo una bellissima iniziativa. Ti auguro tutto il successo possibile…Gary, che dirti, grazie per il tempo che mi hai dedicato, ci vediamo presto...non vedo l’ora! Per adesso, ti abbraccio.

Anch’io, davvero. Passeremo insieme una bellissima serata. Grazie a te per l’intervista e ricambio l’abbraccio.

Quindi, per terminare, siete tutti invitati a cliccare su www.musicraiser.com e partecipare attivamente a questa iniziativa.

Inutile dirvi che sono stato tra i primi supporter, ora tocca a voi!

Stay always tuned !!!

 

 

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Articolo pubblicato il 17/01/2018