Saluzzo (CN) Tommaso Gramaglia, dal Liceo Bodoni a Tacoma

Gli studenti saluzzesi non conoscono confini

Salve. Sono Tommaso Gramaglia, i miei saluti giungono da lontano (9000 km e 9 ore di differenza) perché sto frequentando il quarto anno del liceo negli Stati Uniti.

Il 30 agosto 2017 sono partito da Milano per gli Usa. È così che sono arrivato nello Stato di Washington, e più precisamente a Tacoma, una città di 200.000 abitanti sulla costa nord occidentale, ospite di Lela e Anastasia.

Lela, la mia host mum, è una professoressa in pensione (insegnava in una high school) e Anastasia è la madre 88enne di origine finlandese.

Superato il disorientamento iniziale soprattutto di fronte al cibo, agli orari dei pasti, alla casa (nella mia nuova casa non esiste un tavolo e si mangia cibo orribile tutti seduti sul divano…e questo un po’ mi ha spiazzato!) ho capito che la mia è un’ottima sistemazione.

Mi sono reso conto molto presto che Lela e Ana desideravano davvero aprire la loro casa ad un nuovo membro della famiglia: si sono mostrate felici di ospitarmi, gentili, disponibili e soprattutto comprensive; comprensive del mio smarrimento iniziale e delle fisiologiche difficoltà legate alla lingua.

I primi giorni sono stati intensi ma ho avuto la possibilità di conoscere amici di famiglia e futuri compagni di scuola.

Condivido infatti la casa con un altro studente internazionale belga e nella casa a fianco abita la sorella delle mia host mum che ha due figli americani miei coetanei e ospita a sua volta due studenti uno brasiliano e uno vietnamita. Siamo tantissimi giovani, l’host mum ci lascia abbastanza libertà e condivide spazio e entusiasmo con noi senza problemi.

Frequento la Foss School di Tacoma, una scuola di 900 studenti, situata a mezz’ora di cammino da casa mia e frequentata in maggioranza da neri e ispanici.

I meccanismi del sistema scolastico sono diversi da quelli italiani, infatti il sistema dell’high school racchiude tutte le forme di scuola superiore italiana e invece di scegliere il tipo di istituto come accade in Italia (liceo classico, scientifico, istituto tecnico, etc.), lo studente sceglie i corsi che desidera frequentare all’interno dell’high school con l’aiuto di un counselor che valuterà anche il livello del corso in cui inserirti.

Io sto studiando 8 materie di cui 2 obbligatorie (inglese e matematica) e le altre scelte tra le diverse aree di competenza (umanistica, scientifica, etc) e più precisamente storia, chimica, spagnolo, nuoto come attività fisica, jrotc (programma di addestramento della Air Force Junior che serve a sviluppare autodisciplina, cittadinanza e patriottismo) e civics (studio degli aspetti teorici, politici e pratici della cittadinanza).

Quest’ultima mi è stata assegnata obbligatoriamente per potere ottenere la graduation, cioè la maturità statunitense (possibilità che mi è concessa perché partecipo ad un programma studio “option”)

Le lezioni vanno dal lunedi al venerdì, iniziano alle 7.30 e terminano alle 14 intervallate da mezz’ora dedicata al pasto alle 10.30.

È garantito un servizio di mensa scolastica ma non va molto meglio che in famiglia infatti il cibo è pesantissimo e neanche qui trovo l’acqua naturale.. solo bibite gassate, tant’è che da circa un mese mi porto un packed lunch da casa che preparo la sera prima (anche nei WE cucino io!).

Ogni giorno terminate le lezioni, partecipo ad attività sportive facoltative, diverse per fall, winter e spring season. La Foss school offre a tutti gli studenti la grande possibilità di praticare moltissimi sport (strutture magnifiche e allenatori preparati) e di far parte di team all’interno della scuola stessa. Si è appena concluso il campionato di football (sono stato ammesso nella squadra nel ruolo di kicker) e ora ho cominciato gli allenamenti di soccer.

Praticare nella stagione autunnale il football credo che sia stata una delle migliori scelte. Sebbene all’inizio, prima di partire fossi scettico (non ci avevo mai giocato prima), ho ascoltato il consiglio di uno dei miei primi amici americani e ho deciso di provare.

Ora, posso dire di aver fatto benissimo a intraprendere qualcosa che non avevo mai sperimentato in precedenza: l’atmosfera che si vive il giorno della partita, la soddisfazione nel segnare un punto e la gioia di vincere con la squadra ripagano infatti di gran lunga la stanchezza derivata dai duri allenamenti.

Fare parte di una squadra mi dà la possibilità di divertirmi, di impegnare il mio tempo e di stringere amicizie.

Ogni giorno terminato l’allenamento, dopo due ore di fatica e divertimento, torno a casa per far cena e studiare. Le partite si disputano il martedì e il venerdì sera. La giornata scolastica è quindi assai intensa.

Il weekend lo dedico al riposo e in parte allo studio; mi sveglio più tardi del solito, faccio colazione con la mia host family, se necessario, vado a fare delle commissioni con loro, incontro i miei amici e andiamo spesso a Seattle che dista pochi chilometri.

La realtà americana mi affascina. È un paese che stimo sotto molti punti di vista. È dinamico, intraprendente, sempre pronto a mettersi in discussione, offre opportunità ai giovani, ti fa sentire (in un certo senso) libero di inseguire i tuoi sogni e progetti, ti dà la sensazione che "basta aver un po' di talento e tanta volontà, ed alla fine si arriva da qualche parte”. Certamente è un paese che ha anche le sue contraddizioni.

Consiglio ai ragazzi del terzo anno che stanno valutando se intraprendere quest’esperienza di sceglierla. È un’esperienza formativa soprattutto sotto l’aspetto personale perché ti obbliga ad affrontare e superare da solo difficoltà ed impedimenti.

Ci sono momenti in cui sarebbe più facile essere a casa ma vivere per un anno (e mi sento già di dirlo dopo 4 mesi) in una cultura diversa (nonostante gli USA rappresentino “l’Occidente” è un occidente diverso dal nostro!), imparare bene la lingua, conoscere coetanei da diverse parti del mondo, vivere nuove tradizioni e nuovi stili di vita, è meraviglioso.

Tommaso Gramaglia

4^E

Liceo Bodoni - Saluzzo

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 15/01/2018