Torino, 40 Idee del CDU sulla Politica e per la Politica

Presentate sabato le linee programmatiche della componente cattolica del Centro Destra

Torna alla ribalta e si presenta agli elettori la componete storica e centrista della Democrazia Cristiana che, dopo le ambigue posizioni di Casini ed altri cadreghisti minori, torna ad affacciarsi nell’arengo politico con i rinsaldati principi che furono di Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi e di altri esponenti che ricostruirono, senza ambiguità il Paese, dallo sfacelo e dalle rovine della seconda guerra mondiale.

Poiché i simboli hanno la loro importanza, come ci precisa Mauro Carmagnola, segretario regionale del CDU è bene risalire alla sentenza della Cassazione n.25999 del 23 dicembre 2010 che stabilisce che la Democrazia Cristiana non è mai stata giuridicamente sciolta.

La recente elezione di Gianni Fontana come presidente della DC offre la speranza di un percorso di ricomposizione dell’area cattolica, favorito dalla ripresa di alcune idee-forza ancora attuali, che furono il collante di un partito plurale: il senso dello Stato, il solidarismo, l’interclassismo, la capacità di mediazione, l’europeismo, la politica di pace, l’attenzione allo sviluppo, la salvaguardia dei valori della nostra fede e della nostra cultura senza integrismi.

Parimenti il nuovo CDU di Mario Tassone, risorto nel 2014 ha indicato l’indisponibilità di svendere la Storia di trasformismi e personalismi. In antitesi alla sciagurate scelte di Casini che aveva avallato ed appoggiato il governo Monti, determina la necessità di riproporre un luogo della politica in cui la dignità storica del cattolicesimo democratico e liberale potesse avere casa.

Nell’assordante silenzio dei giornali debenedettiani, il Cdu annuncia che parteciperà alle elezioni politiche del 4 marzo, nell’ambito del Centro Destra, con un programma che si rifà alle scelte pluraliste e fondamentali per una politica che metta il cittadino al centro dell’azione politica, non soffochi le attività economiche e tuteli i principi fondamentali delle nostre libertà.

L’Italia, oggi, in un contesto internazionale pericoloso, reso sempre più inquietante da costruzione di muri, proliferazione di armi nucleari, toni offensivi e pericolosi, mancanza di dialogo, si trova in una situazione di palese crisi di credibilità e di autorevolezza della politica.

Questa crisi nasce da una ventennale latitanza della politica intesa nel senso più alto, dalla radicale inadeguatezza degli attuali partiti e dalla classe dirigente nel suo complesso, incapace di proporre una visione del Paese e del suo futuro in grado di parlare al cuore ed alla mente degli italiani suscitando un consenso profondo.

Tra gli aspetti evidenziati si riscontra la necessità di nobilitare la Politica con il sostegno convinto dei principi già affermati e con l’individuazione di esponenti di livello ed esperienza vissuta e certificata, in antitesi ai giullari, agli improvvisatori privi di scrupoli ed ai populisti oggi dominanti, che non perseguono con i loro slogan il “Bene Comune”.

La sinistra ci ha portato al baratro per quanto concerne le scelte di politica economica e fiscali, fallimentari ed antistoriche, la mancata difesa della famiglia, ormai svenduta alla cultura della morte propria dei radicali.

Il M5S si erge a giudice ignorante e totalitario della Società. I grillini vomitano assurdità, quali il salario per tutti, favorendo l’assistenzialismo antitetico alle reali esigenze e mortificando il lavoro. Proposte di tagli pensionistici a coloro che hanno lavorato, versato contributi sociali e imposte sul reddito, a vantaggio dei nullafacenti.

Il programma del governo che sarà presto formato in Germania, prevede lo stanziamento di 40 miliardi di euro per la difesa ed il sostegno della famiglia tradizionale, che dovrebbe continuare a rappresentare il fulcro della società. Ci serva ad esempio, sostiene ancora Mauro Carmagnola. Così la difesa delle nostre attività produttive e della nostra imprenditoria sacrificate sull’altare della Cina.

Idem gli sforzi a tutela e sostegno del lavoro e non il ricorso a mere politiche assistenziali che dall’Irpinia in poi hanno solo fagocitato ingenti mezzi senza recar beneficio alle popolazioni locali.

Così come oggi avviene con l’immigrazione selvaggia che fagocita miliardi a vantaggio della malavita e delle congreghe partitiche pelose, senza assolvere ai contenuti solidaristici tanto strombazzati, a scapito degli interventi primari ed assistenziali a favore dei nostri anziani o categorie deboli.

Il CDU, nell’ambito del Centro Destra depreca il vezzo delle promesse elettorali, tanto care a Renzi, e non solo, con interventi a pioggia o mancette tutte a carico dei contribuenti, ormai troppo vessati.

A prescindere dai principi sostenuti CDU che si è presentato sabato, ogni cittadino non può che auspicare che questa consapevolezza determini chiarezza anche nello schieramento del centro destra, contro le demagogiche promesse, le concessioni di facciata e l’inazione come via d’uscita per scontentare nessuno.

Il becero statalismo di Fini e Casini, hanno pesantemente azzoppato l’azione dei primi governi Berlusconi.

La lezione rappresenti un monito, in un contesto economico molto più fragile, con un’economia frenata dalla burocrazia e dalle troppe scelte miopi e controproducenti del passato, con la disoccupazione giovanile elevata.

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Articolo pubblicato il 15/01/2018