Dai borghi parta "l'alleanza produttiva"

Un primo ambito le tipicità agro-alimentari

Il 2018, lanciato dai ministeri dei Beni e delle attività culturali e delle Politiche agricole, sarà l'Anno nazionale del cibo italiano nel mondo. E ben sappiamo come proprio il cibo e la sua qualità siano uno dei campi d'eccellenza globale del nostro Paese.

In occasione del lancio di questi dodici mesi di particolare attenzione alla promozione planetaria delle tipicità agro-alimentari italiane, ieri, Coldiretti e Fondazione Symbola hanno organizzato, a Roma, un incontro per presentare il rapporto "Piccoli Comuni e tipicità”, che proprio le due organizzazioni hanno realizzato.

Dallo studio emerge che "Ben 270 dei 293 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Ue, il 92% del totale, nascono nei piccoli Comuni che garantiscono la produzione di tutti i 52 formaggi a denominazione, del 97% dei 46 olii extravergini di oliva, del 90% dei 41 salumi e dei prodotti a base di carne, dell’89% dei 111 ortofrutticoli e cereali e dell’85% dei 13 prodotti della panetteria e della pasticceria.

Ma grazie ai piccoli centri è garantito anche il 79 per cento dei vini più pregiati che rappresentano il Made in Italy nel mondo".

Detto in sintesi la poliedrica "Italia del gusto" nasce nei borghi, che sono custodi della biodiversità in senso ampio.

Le piccole comunità non sono periferiche ma portatrici di una centralità almeno potenziale.

Assume, quindi, ancor più per chi è come Dai Impresa convinto che "fare insieme, costruisce", la proposta lanciata nell'ambito del convegno dal presidente dell'Anci, Enzo Bianco. Il sindaco di Catania ha lanciato un appello: "

C’è un’Italia che vive sullo scaricabarile e un’Italia che produce e fa impresa, è quella dei piccoli Comuni. Facciamo squadra tra imprenditori, sindaci, politici per creare un’alleanza produttiva”.

Un'alleanza che parte dl piccolo per far grande l'Italia, non solo nel cibo.

Marco Margrita

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Articolo pubblicato il 12/01/2018