L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Epifannulla

Il bullo, il rifatto, il combattivo: un trio di strambi remaghetti (e comparse) promette ori, incensi e miracoli a iosa in campagna elettorale, per fare il pieno di voti dal popol bovino ed asinello

Passate le superballe speciali delle festività natalizie, sbaciucchiandosi  alla giudìa sotto il Visco commissionato, e gabbate le sansilvestrili incapodannabili raccomandazioni-a-quel-Paese del folletto Mattarella, che ha pure sciolto le Camerette come nevischio al solicello, ecco che, subito dopo la tregua epifanica, s'appalesa un lungo, estenuante periodo fantozzianamente agghiacciante di carnascialesca quaresima elettorale, in vista della prossima “chiamata alle urne” marzaiola.

 

Tralasciando le varie avariate frat/ta/glie minoritarie di bovini, bonini, boldrini, lorenzini, verdini, salvini, meloni, gentiloni, grassoni e cattiva-compagnia stonante, personaggi che rappresentano i fronzoli comprimari, concentriamoci quindi sulla più sostanziosa pietanza dei tres inimigos, aspiranti magi dello Stivaletto, ossia i “campioni” in lizza per l’intronamento a romano imperator-nocchiero sulla ducesca "prua" livida impaludata di Palazzo Chigi. Guardiamoci allora, in una riedizione del classicissimo western-spaghetti leonino o brancaleonica gattopardiana tragicommediola farsesca, il fatidico duello. O triello, appunto.

 

Il bullo (o bulletto). Povero Rignanese del Giglio! Affetto e afflitto da un violento calo-degli-zuccheri, cioè di consensi (in base a recenti sondaggi), grazie all’antimiracolo della madonnina boschereccia Maria Elena d’Etruria (che, insieme allo stesso mentore Matteuccio e ad altri muzioscevoli, spergiurò di ritirarsi dall’agone politico in caso di sconfitta al famigerato referendum del 4 dicembre 2016), lo strafottente sbruffone leader eponimo dei nazionalrenzisti ultimamente (s)figura appannato, forse mentalmente contaminato dalle scie-chimiche, tanto da propalare ogni sorta di bufala e fandonia per attaccare gli odiati/odiosi pentastellati e i transfughi del pidì, invece di prendersela con gli avversari “naturali” (per spiegarci, in prematurata angolazione destra) dello “schieramento” che egli guiderà, mentre s’affilano nella penombra, mirando alla sua schiena, nuovi lunghi-coltelli di amichetti fraterni, francescani o franceschini… Insomma, dallo scas-sa-to car-ret-to del probabile perdente, disertato dall’appoggio napolitano e dalle spintarelle massonicheggianti con carbonella, in molti si precipitano a scendere in-fretta-e-furia: ominicchi e sorcini.

 

Il rifatto. (Ri)vincente annunciato, anche stavolta ritornato, resuscitato e redivivo (ove mai scomparso), l’immortale imbalsamato Cavaliere Raddoppiato, cavaliere raddoppiato d’entità e plasticamente dimez/zato d’e/tà, in virtù di diete draconiane e duro allenamento psicofisico (ehm…), scopre con felice maraviglia che riapproda all’ovile della Forza la pletora di pecorecci figliol-prodighi che l’avevano proditoriamente abbandonato e, nonostante la severina lex sed lex lo renda incandidabile, subodora il profumo del potere per interposta persona, individuando un ipotetico burattino – difficile da immaginare – che sia in grado di ottemperarne obbedientemente alle funzioni. Solito menù di promesse-alla-marinara: niente tasse per gli impuniti evasori, pochissime per i glorificati elusori (invero, regole già vigenti), un tondo milione di lire (nel 2001) o mille euro (odierni) di pensione mensile a vecchine e vecchini al minimo, con assistenza sanitaria migliorata, però privata, cui s’aggiunge il “reddito di dignità” (precedentemente considerato infinanziabile), copiato di-sana-pianta agli spiantati dell’M5S. Eccetera. Un collaudato repertorio dell’ex pianista da crociera, assai apprezzato dai deliranti fan agé, che numerosi lo scelgono sulla scheda, ignari, alla soglia dell’obitorio, senza necessità di scomodarsi (non vi preoccupate: a vergare la ics sul simbolo, ci pensano i solerti titolari dell’ospizio).

 

Il combattivo combattuto. Un’incognita da disinnescare: pericolosa mina-vagante, buconero o baco nel Sistema, l’illuso velleitario Luigi “Gigino” (affettuoso diminutivo delucano), accusato di grave ignoranza geografico-grammaticale (“a me mi sembra che Dimmaio non sa usare i congiuntivi e manco conosce le calende greche”, avrebbe affermato un autorevole erudito commentatore d’una gazzettina-ladruncola caltagirovaga o debenedettina) sarà ovviamente bersagliato da una gragnuola di fanghiglia al ventilatore (peggio dell’irraggiata Raggi coi ratti di Razzi), poiché momentaneamente dato per favorito dalle rivelazioni delle rilevazioni demoscopiche. Assurdo. Per fortuna, l’esagerata fiducia che i casaleggesi-associati riservano alla pseudolibertà irretita del web colabrodo li porterà baldanzosamente alla distruzione, è auspicabile. E non ci si scordi un assioma infallibile: un semplicittadinotto che professi sinceramente onestà, onestà, onestà non deve governare in questo immondo malomondo globoso. O è fasullo, o cambia credo, o va ostacolato ed abbattuto. Stop.

 

Bisogna chiarire che, per merito del geniale rosatellum iperproporzionale  (concepito dai medesimi espertoni parlamentari che avevano partorito gli incostituzionali macromaggioritari italicum e porcellum, si scusi il latinismo), chiunque si guadagnasse il pieno di voti, se non raccoglierà il 40 o addirittura 50,1 per-cento (quasi sicuramente nessuna delle coalizioni in competizione), sarà costretto ad allearsi con soggetti dissimili da sé; o sarà necessario replicare ad libitum l’appello al responso dei seggi (successe, ad esempio, in Belgio e Spagna... “basta che se magna!”).

 

Infine, l’augustolo Cesarione trionfatore, incoronato dal grigiastro inquilino del Quirinale, si troverà ad affrontare un paio di bombette, al cui paragone le cocciute testate-atomiche missilistiche nordcoreane di Kim “Rocketman” Jong-un destano ilarità: il preconizzato scoppio della bolla-bitcoin, con pesanti ricadute sull’economia reale (adesso appena asfitticamente rianimatasi dallo choc della crisi epocale), ma soprattutto la vicina conclusione della generosa strategia di allentamento monetario o quantitative-easing, immenso flusso di liquidità sul mercato obbligazionario, che, cessando, provocherà il connesso rialzo dei tassi d’interesse dell’Eurozona (guai ai mutui indicizzati!); sì, perché, in sincronia, termina l’Era del Dragone al vertice della BCE, cui seguirà un’austera gelata di rigore teutonico, serie di frigide stagioni imbiancate che segneranno l’invernal scontento della Penisoletta, per parafrasare Riccardo III. Saremo amaramente incavolati da Bruxelles.

 

Con qual capriola o gabola d’azzeccagarbugli ce la caveremo?

 

Imploreremo magari al diavolo tedesco “un cavillo, un cavillo, il nostro reame per un cavillo!”.

 

Il cavillo apocalittico.


Inannullabile.


Enrico S. Laterza


 

 

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Articolo pubblicato il 07/01/2018