L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Si chiude (finalmente) la XVII Legislatura

Il ruolo opaco svolto dai Presidenti dei due rami del Parlamento: Grasso e Boldrini

Con gli adempimenti previsti dall’articolo 88 della Carta Costituzionale, si è formalmente chiusa la XVII Legislatura, senza la crisi finale di Governo, mentre Gentiloni, nella pienezza dei poteri, rimane operativo sino alla formazione del nuovo che dopo risultato delle urne, sarà nominato dal Presidente della Repubblica .

A gennaio partirà in modo scoperto la già avviata campagna elettorale, con le mille incognite e nessun vincitore virtuale al momento, anche a causa dei veti incrociati (i partiti stanno invocando un voto contro e non per).

Si sprecheranno analisi e commenti sui governi della diciassettesima legislatura e sulle non encomiabile legislazione partorita non senza infamia da Renzi e Gentiloni, ove le ragioni dell’etica e della bioetica in particolare, in non pochi provvedimenti sono state, di fatto calpestate.

Ma, rimandando l’analisi sulle tante figuracce ed i pochi atti di saggezza dei Governi, ci preme evidenziare il ruolo partigiano e negativo svolto, in più occasioni dai presidenti dei due rami del Parlamento Pietro Grasso e Laura Boldrini.

Ricordando i nominativi prestigiosi succeduti a capo dei due rami del Parlamento, sin dai tempi del Regno di Sardegna, eravamo abituati a Presidenti dal comportamento e dirittura morale elevato. Esponenti che pur essendo espressione della politica e distintisi anche con vis polemica in ruoli precedentemente svolti, seppero ricoprire ed interpretare , super partes, il ruolo che comporta essere a capo di un’assemblea parlamentare e, negli ultimi 70 anni, interpretare l’alto ufficio definito dalla Costituzione.

Basti ricordare Giuseppe Saragat che si dimise da Presidente della Costituente quando divenne leader del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, nato dalla scissione di Palazzo Barberini, sin alle figure di Brunetto Bucciarelli Ducci, Sandro Pertini, Cesare Merzagora, Amintore Fanfani, Nilde Jotti e Giovanni Spadolini, per citare i principali. La scelta di coloro che avrebbero dovuto ricopre tale carica era oculata da parte del leader politici e si tendeva a “puntare in alto”.

Ad inizio dell’attuale Legislatura , con superficialità, son stati individuati due peones della politica e del Parlamento, che non hanno perso occasione, con dichiarazioni pubbliche, nel prodursi in esternazioni su materia già oggetto di polemiche laceranti tra i gruppi parlamentari.

Ancora Così Boldrini sullo Jus soli, le manifestazioni a favore del matrimonio omosessuale, l ‘omofobia, gli adorati gender, il Referendum costituzionale, oltre alle prevaricazioni in Aula sui temi etici.

La parzialità evidente, manifesta nel presiedere l’assemblea, ha provocato ripetute prese di posizioni avverse da parte dei gruppi parlamentari e non è piaciuta alla gente comune, cioè all’elettore.

Grasso ha zoppicato per imparzialità suscitando anche le ire di un autorevole vicepresidente del Senato.

Oltre ai non commendevoli interventi mentre il Senato stava discutendo materie sensibili e oggetto di contrasti e addirittura casi di motivato ostruzionismo, in chiusura di legislatura, Il Presidente del Senato che riveste il ruolo di seconda carica dello Stato, ha pubblicamente proclamato la sua adesione al nuovo soggetto politico di estrema sinistra “Liberi ed Eguali”, dal quale è emerso rapidamente come Leader, senza sentire il pudore e la decenza di cedere il passo e dimettersi dal ruolo ricoperto.

In più, per conquistarsi l’agognato seggio, nel corso della campagna elettorale, entrambi i presidenti, come in parte già preannunciato, continueranno l’esibizione disdicevole volta ad alimentare la querelle politica, contribuendo ancor più allo svilimento delle istituzioni e del ruolo attualmente ricoperto.

Viviamo e non a torto in un contesto, ove partitismo e politica politicante sono malvisti dai cittadini e, presumibilmente anche a causa della maldestra procedure e finalità dell’attuale legge elettorale, il numero delle astensioni dal voto, crescerà ulteriormente.

I presidenti dei rami del Parlamento calati nella canea partitica, non potranno certo giovare all’affermazione positiva del prestigio delle assemblee elettive che in origine, avrebbero dovuto rappresentare la libera e democratica scelta di milioni di elettori.

Domani entriamo nel nuovo anno e, tralasciando le nubi che potranno riguardare la vita di ognuno di noi, ci teniamo ad augurare ai nostri affezionati lettori i migliori auguri personali, partendo, almeno oggi, da una visione positiva. E, per rimanere in tema, auspichiamo che siano designate due personalità di elevato livello ed integrità all’apice delle istituzioni parlamentari.

Francesco Rossa
Direttore Editoriale
Civico20News.it

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Articolo pubblicato il 31/12/2017