Unita sulla Brexit, divisa su immigrazione. L'UE chiude così il 2017

Si continua a temporeggiare, ma i clandestini approdano ogni giorno sulle nostre coste

I leader UE approvano il passaggio alla seconda fase dei negoziati per la separazione del Regno Unito dall'Europa. "Progressi ritenuti sufficienti" é il giudizio emerso.

Un primo passo verso la Brexit, ma la strada ora è tutta in salita. Durante il vertice europeo a Bruxelles venerdì della scorsa settimana, i 27 capi di stato e di governo hanno dato il loro via libera per aprire la seconda fase di colloqui per il divorzio tra Regno Unito e Unione europea. 

I progressi fatti, secondo la raccomandazione della Commissione, sono stati giudicati "sufficienti" per poter procedere alla nuova fase negoziale.

Ma prima iniziare i negoziati commerciali, Bruxelles chiede a Londra maggiori dettagli su come intende impostare le future relazioni, come ha ribadito il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

Chi sperava nella riforma dell'eurozona è rimasto deluso. L'economia europea è in crescita e per molti stati membri non rappresenta una priorità. Inoltre il presidente francese Emmanuel Macron ha ammesso che per portare avanti una riforma del genere è prima necessario che la cancelliera tedesca formi una coalizione di governo.

"Il nostro obiettivo è quello di riparlarne a marzo perché in questo momento la Germania deve affrontare una delicata fase politica. Solo dopo avremo la possibilità di lavorare insieme su questo argomento", ha dichiarato durante la conferenza stampa conclusiva.

L'asse franco-tedesco è comunque saldo assicura la Merkel "Ci sarà convergenza? Tutto quello che posso dire è che volere è potere! Troveremo una soluzione comune perché l'Europa ne ha bisogno".

Eppure c'è una nota stonata in questo ultime vertice dell'anno. Persistono divisioni tra est e ovest circa l'accoglienza dei rifugiati da ricollocare da Italia e Grecia. Il premier Gentiloni ha fatto appello alla solidarietà interna, definendo inaccettabile la posizione di alcuni paesi riluttanti ad accettare il sistema europeo di quote obbligatorie. 

La discussione su questo punto si è arenata su un punto morto e i leader si sono dati appuntamento a Giugno 2018 per trovare una soluzione alle riforma del regolamento Dublino.

Ma i problemi restano!

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 29/12/2017