L'uomo è ossessionato dal sesso, ma disprezza chi può offrirglielo". “Civico20” ripropone questo interessante articolo.
Ha denunciato come si vive il sesso in un Paese islamico conservatore e per questo è stata accusata addirittura di islamofobia. Leïla Slimani, 35enne scrittrice franco-marocchina, è "lo scandalo" del momento per il suo saggio Sexe et mensonges - La vie sexuelle au Maroc (Les Arènes) in cui raccoglie le testimonianze dirette di donne e uomini marocchini alle prese con un desiderio sessuale represso e vissuto come peccato.
"Tutti vanno a letto con tutti ma l'unica sessualità possibile è rubata: bisogna nascondersi, andare a fare l'amore nei cantieri abbandonati, nelle auto, con la paura di essere scoperti dalla polizia o aggrediti da qualcuno - spiega al Corriere della Sera -. È una sessualità di rapina, non c'è vero erotismo o intimità.
I ragazzi hanno il culto della virilità ma non possono esprimerla se non con le prostitute, e le ragazze non hanno diritto al piacere: quelle che si concedono al loro innamorato saranno lasciate per avere perso all'istante il loro capitale più prezioso, la verginità.
L'uomo è ossessionato dal sesso, ma disprezza chi può offrirglielo". Questo accade in un Paese come il Marocco considerato tra i più laici e moderni del mondo musulmano, anche se religiosamente governato dai conservatori per cui "le azioni e le prediche degli islamisti sono inaccettabili".
Le prossime vittime del terrorismo Isis, assicura la Slimani, che si rifiuta di confessare la propria convinzione religiosa, "potrebbero essere loro, perché per i fanatici non è mai abbastanza".
liberoquotidiano.it
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Articolo pubblicato il 27/12/2017