25 dicembre 1836: Francesco Cirio nasce a Nizza Monferrato (Asti)

L’imprenditore piemontese fondatore dell’azienda di conserve Cirio era ricordato a Torino anche da una lapide in via Borgo Dora n. 34

Francesco Cirio (Nizza Monferrato, 25 dicembre 1836 – Roma, 9 gennaio 1900), l’imprenditore di origine piemontese fondatore dell’azienda di conserve Cirio è oggi ricordato a Torino da una lapide monumentale, collocata nel 1910 a lato del civico 24 di Piazza della Repubblica.

Questa opera liberty dello scultore Cesare Biscarra presenta, sotto all’effigie di Cirio, un altorilievo bronzeo con tre eleganti figure, due fanciulle e un Mercurio. Peccato che il testo inciso nel marmo riporti l’anno di nascita sbagliato: 1835 e non 1836!

Per la mia serie “Torino noir” mi sono occupato di Francesco Cirio con l’articolo “Le quaglie di Cirio”, dove parlavo del suo commercio di quaglie e selvaggina.

Ho scoperto, con una certa sorpresa, che la sua esauriente biografia, scritta da Luigi Agnello, che compare nel “Dizionario Biografico degli Italiani” della Treccani, al vol. 25 (1981), non nominava questa attività del biografato.

In questo articolo natalizio che prende origine dalla coincidenza di date, ricordo una seconda lapide dedicata a Cirio, posta a breve distanza da quella prima descritta, in via Borgo Dora n. 34, scoperta il 15 novembre 1925.

Questa lapide in marmo, offerta alla Città di Torino dalla Società generale delle conserve alimentari Cirio, lo ricordava come creatore dell’industria delle conserve alimentari in Italia con la sua fabbrica installata nel 1875.

La lapide portava questa iscrizione: «A ricordare / la grande iniziativa di Francesco Cirio / che primo in Italia / creava 50 anni or sono / in questa casa / l’industria degli alimenti conservati / la cittadinanza memore / auspice il Comune di Torino / pose».

“La Stampa” del 16 novembre, sotto il titolo “L’inventore delle conserve /una lapide in borgo Dora scoperta ieri mattina”, pubblica la cronaca della cerimonia di scoprimento, scritta da Ercole Moggi, rinomato giornalista che si è occupato di Cirio anche in occasione del centenario della nascita nel 1936 con la biografia “Francesco Cirio. Storia di un ragazzo che fece molta strada” (Novara, 1937).

L’inaugurazione della lapide a Cirio, che Moggi definisce “apostolo dell’agricoltura e dell’alimentazione”, è avvenuta alla presenza di un pubblico numeroso, con i discorsi del commissario aggiunto Grassi, del deputato Olivetti, del professor Giovanni Scarpitti, rappresentante dell'Istituto Confederale per l’Industria delle Conserve Alimentari, oratore ufficiale, dell’avvocato Fiore per la regione, del conte professor Toesca per la famiglia Cirio. Il Parroco don Gallea benedice la lapide e dice alcune parole di circostanza.

Oggi al n. 34 di via Borgo Dora sorge un condominio di costruzione post-bellica e della lapide non vi è più traccia. È stata distrutta con l’edificio che la ospitava durante un bombardamento? È scomparsa al momento della costruzione del nuovo palazzo?

Ne ho ricordato l’esistenza con “… la soddisfazione di avere aggiunto un piccolo tassello alla conoscenza di questo personaggio piemontese”, come ho già scritto nel mio citato articolo.

Buon Natale!

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Articolo pubblicato il 25/12/2017