L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Patria, Nazione e Stato

Conoscere, per capire e orientarsi

In questo scorcio di anno che volge la temine, approfittando del referendum della Catalunia, pessimamente condotto da Carles Puigdemont e da Mariano Rajoy, per le rispettive competenze e dai referendum sull’ Autonomia disposti da Lombardia e Veneto, dall’esito meramente indicativo e condotti con procedure differenti, si è sprigionato il balletto dei politicanti.

Si è confusa la Spagna con l’Italia ed i nostri omuncoli si sono oltretutto presentati con terminologie che con il diritto Costituzionale e la Filosofia della Politica, hanno nulla in comune, anzi contribuiscono a confondere le idee ai malcapitati in ascolto.

Ancora ieri a Torino figuranti che pretendono di ergersi a strateghi, si sono miseramente esibiti in tal senso.

Per evitare che alla confusione della cattiva informazione, se ne generino altre, sarebbe opportuno sviluppare alcune considerazioni sul concetto di Patria, Nazione e Stato.

Il concetto di Nazione ha una funzione secondaria nelle considerazioni degli studiosi che per primi fissarono gli attributi dello Stato moderno. Machiavelli, in particolare pone una nettissima distinzione fra l’organizzazione politica, lo Stato e la Provincia che, nel suo linguaggio è l’espressione più vicina al nostro concetto di Nazione.

Hobbes non fa menzione della nazionalità nella sua enumerazione degli elementi che costituiscono lo Stato. Riferendosi poi all’unione tra Inghilterra e Scozia sottolinea che non la comune nazionalità, ma la comune cittadinanza è l’elemento coesivo dello Stato.

Il concetto di Patria ha una lunga storia che risale agli albori della civiltà europea, erede della cultura classica.

In primis Cicerone che nel De Officiis sostiene “Cari sunt parentes, cari liberi, propinqui, familiares, sed omnes omnium caritates patria una completa est, pro qua quis bonus dubitet mortem appetire, si ei sit profuturus”?,(Cari sono i genitori, cari i figlioli, cari i parenti e gli amici, ma la Patria da sola comprende in sé tutti gli affetti di tutti. E quale buon cittadino esiterebbe ad affrontare la morte per lei se il suo sacrificio dovesse giovarle?).

Non fu certo ignoto, tale concetto, anche nel momento di maggior frazionamento territoriale e mantenne, nei secoli una forte carica emotiva. Così Guicciardini “ amo la patria mia più dell’anima “. Concetti espressi anche da D’Aguessau e da Vittorio Alfieri.

Non c’è in queste ed altre citazioni nessuna coincidenza fra i tre concetti Stato, Nazione e Patria. Lo Stato, per quanto grande e potente, non basta ad assicurare una Patria; la Patria non è la Nazione alla quale si appartiene per il fortuito caso di esservi nato.

Così Voltaire, nel Dictionnaire Philosofique sostiene che come la Nazione è il frutto delle circostanze, e lo Stato un’istituzione convenzionale, così la Patria è il risultato di una scelta: “tout homme est libre de se choisir une patrie”, mentre per Ernst Renan “la Nazione è un plebiscito che si rinnova ogni giorno”.

Per quanto concerne le vicende storiche del nostro Paese, nella prima metà del secolo scorso, Emilio Gentile nella “ Storia del partito fascista “ sostiene che alla marcia su Roma parteciparono 22 massoni e che la Massoneria di Piazza del Gesù era quella più filofascista e contava, fra gli adepti molti dirigenti fascisti, alti ufficiali dell’esercito e della guardia regia”.

Il Fascismo, salito al potere con un regolare voto parlamentare, nel 1925 divenne regime.

In tale ambito iniziò la politica formale e sostanziale di accanimento verso qualsiasi organizzazione costituita, laica e cattolica.

Tale tendenza è accentuata e formalizzata con le leggi eccezionali del 1926, che interessano, tra le altre istituzioni, la Massoneria.

In seguito viene emanato il provvedimento, con il quale i Gran Maestri Torrigiani e Palermi sciolgono le rispettive Obbedienze.

Il testo è esemplare, in rapporto con le vicende politiche di allora:”… lasciando liberi gli adepti ed invitandoli a testimoniare la devozione incondizionata alla Patria, come valore supremo, dimostrando, con l’esempio, quanto avevano appreso nelle logge “.

E’ in sintonia con analoga decisione che, anche in altri Stati Europei, in periodi differenti, la Massoneria assumerà nei confronti dello Stato che nega la libertà di associazione dei Massoni in particolare, o di tutti i cittadini.

Vi sono però fattispecie differenti, ma non meno significative che interessano l’unicità del concetto di Patria, che per brevità si accennano.

-A quale patria intimamente s’ispiravano gli ex sudditi degli Stati della penisola Italica, al momento dell’avvenuta annessione piemontese del 1861 approvata solamente dal 2,5% della popolazione?

-Gli autori del manifesto di Ventotene e della “Carta di Chivasso” e gli aderenti principalmente al Movimento di Giustizia e Libertà vagheggiavano, con proposte ponderate la rinascita dell’Italia attraverso la costituzione di una Repubblica Presidenziale, aperta fortemente verso l’Unità europea, ed avversa alle barriere dei Nazionalismi.

Dopo aver testimoniato la coerenza con le proprie idee, patendo il confino di polizia, la deportazione e severe condanne, quale Patria si sono ritrovati?

Una Carta Costituzionale nata secondo la concezione dei giuspubblicisti tedeschi del XIX secolo che spianeranno la strada al nazismo, in combinato con l’idea che ne aveva lo staliniano Molotov : “Difendere lo stato dalla minacce individuali “.

Infatti la Costituzione sovietica del 1936, fu continuamente citata dal Costituenti italiani, che nella Carta concepivano uno strumento di protezione dello Stato, come istituzione, piuttosto che del cittadino.

Il tutto infarcito di vuota retorica .

- Allargando il campo alle vicende internazionali, quali sentimenti provarono gli slovacchi, all’indomani del Trattato di Versailles del 1919 che accorpava nella neonata Cecoslovacchia accozzaglie di territori, privi di affinità, di tradizione e di storia comune?

E, per rimanere in vicende contemporanee, qual è il clima che regna nelle Fiandre o nelle province francofone del Belgio, ove la compatibilità delle componenti etniche è sempre più stridente, per non parlare della Catalunia?

L’insegnamento di Voltaire ritengo debba costituire ancor oggi il messaggio e la regola di comportamento che, intimamente ogni cittadino, oggi come nelle vicende storiche citate, deve tenere a mente, quando profferisce il nome di Patria!

Francesco Rossa
Direttore Editoriale
Civico20News.it

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Articolo pubblicato il 17/12/2017