Regione Piemonte - Gestione rifiuti: tutelare le aree territoriali omogenee

Legge in dirittura d’arrivo in Consiglio regionale

L’impianto della legge, in dirittura d’arrivo in Consiglio regionale, sulla “gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”, è in larga parte condivisibile ma bisogna che gli ambiti territoriali omogenei, che coincidono con il attuali consorzi, possano dare indicazioni vincolanti in ambito decisionale.

Questo in sintesi quanto affermato dai vari rappresentanti dei Comuni e dei Consorzi ambientali del territorio della Città metropolitana di Torino, che sono stati ricevuti a Palazzo Lascaris, il 14 dicembre, dall’Ufficio di presidenza, rappresentato dai vicepresidenti Nino Boeti e Daniela Ruffino, dall’assessore regionale all’Ambiente, Alberto Valmaggia(immagine a dx), oltre che da numerosi capigruppo e consiglieri di opposizione e di maggioranza.

Attualmente il territorio provinciale torinese è suddiviso in otto consorzi (compreso quello della Città di Torino), quattro di questi erano presenti all’audizione: Acea Pinerolese, Cca Ivrea, Cisa Cirié e Cados Val Susa, che rappresentano più di 200 amministrazioni comunali sulle 316 dell’intera Area metropolitana di Torino. Una articolazione che, ha detta della delegazione ricevuta in Sala Morando, sarebbe rappresentativa della variegata realtà territoriale del Torinese.

In particolare, secondo il disegno di legge all’esame dell’Aula, tale realtà territoriale dovrebbe essere accorpata in due enti di area vasta: il primo per la Città di Torino, il secondo per gli altri 315 Comuni. Nel caso non fosse possibile emendare questa suddivisione territoriale, come spiegato dai vari interventi degli auditi, sollecitati anche dalle domande dei consiglieri regionali, sarebbe necessario definire con maggior puntualità le prerogative delle Aree territoriali omogenee nel loro ruolo, nelle loro competenze e soprattutto nella loro capacità decisionale (particolarmente sui piani finanziari in accordo con le amministrazioni comunali).

In quest’ottica viene ritenuto più vantaggioso che la legge delegasse poi, all’Esecutivo regionale, il compito di definire la convenzione e lo statuto del nuovo consorzio, in accordo e consultazione con gli attuali consorzi e previo parere favorevole della Commissione consiliare permanente Ambiente.

 

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Articolo pubblicato il 16/12/2017