Torino. Le mani sulla città di Sindaca e M5S

Il consiglio comunale ratifica l’accordo sul maxipolo sanitario al Lingotto e la dismissione delle Molinette e aree contigue

Il consiglio comunale di ieri, con le frasone altisonanti del vice sindaco Montanari, ha definitamente sepolto le illusioni dei cittadini che avevano dato fiducia alle promesse di Chiara Appendino sulla difesa delle strutture sanitarie della città, qualora fosse risultata vincente, avvalendosi del possibile veto, in materia urbanistica alle varianti finalizzate a mutare la destinazioni ospedaliera degli attuali nosocomi, come richiesto del piano sanitario regionale.

Infatti il gruppo del M5S con l’assenza significativa di Deborah Montalbano responsabile della commissione Sanità e Servizi Sociali che evidentemente non poteva ulteriormente digerire l’ennesimo voltafaccia di un’amministrazione che ogni giorno si pone in contrasto alle esigenze dei cittadini, ha ratificato la delibera.

Seguito da un titubante PD che non poteva smentire le scelte di Chiamparino. Si è trattato dell’accordo di programma in variante al vigente P.R.G., sottoscritto lo scorso 15 novembre tra la Città di Torino, la Regione Piemonte, la Città della Salute e della Scienza di Torino, Università, FS Sistemi Urbani e FS Italiane Spa, inerente il maxi-polo sanitario che sorgerà al Lingotto.

Nel programma è confermato “ L’impegno teso a rifunzionalizzare il complesso delle attuali strutture sanitarie prevedendo il contestuale riuso delle aree del distretto sanitario delle Molinette, sempre all’insegna della fruizione pubblica, con residenze e spazi commerciali, in un contesto ambientale e paesaggistico caratterizzato dal vicino fiume e dalla collina torinese. Per il complesso ospedaliero del Regina Margherita è confermata la possibilità di procedere alla demolizione”.

E’ di questi giorni lo smembramento dell’Oftalmico con i trasferimenti già avvenuti ieri mattina di parte delle attrezzature da via Juvara, nei locali lazzaretto del dermatologico di via Cherasco. Le ricadute più sconcertanti di quest’insana decisione di cui tanto si è parlato negli ultimi anni, si vedranno nei prossimi mesi.

Ma, poiché i numeri hanno un peso determinante, a differenza dei vaniloqui di Montanari, si dovrà riflettere sulla perdita di ben 1260 letti nell’area delle Molinette, CTO, sant’Anna e Regina Margherita. La conseguenza più grave sarà rappresentata dalla paventata demolizione dell’ospedale infantile Regina Margherita, oggi all’avanguardia a livello internazionale.

Dove andranno i bambini a farsi curare? Quest’interrogativo se l’è posto Roberto Rosso, capogruppo di Direzione Italia in Consiglio comunale, che ha poi votato contro la delibera della giunta.

Sarà compito di quei pochi consiglieri regionali che in questi anni si sono opposti in modo ragionato al deleterio piano sanitario dell’assessore Saitta a chiedere conto, nei dettagli di quest’illogica decisione.

Quali conclusioni si posso trarre? Anche sulla salute dei cittadini Chiara Appendino non si smentisce. Fa cassa con gli oneri urbanistici a prescindere dal contesto che si determina. Dopo la varianti che hanno favorito l’installazione sul territorio di 14 centri commerciali ed altre dubbie varianti urbanistiche, ora si fa gioco di malati e bambini.

L’unica nota positiva che riguarda la città della Salute, la troviamo negli annali della Regione Piemonte. Abbiamo trascorso circa 15 anni nella discussione di piani e progetti presentati , studiati e finanziati da Ghigo, Bresso e allo stato embrionale da Cota. Tutti rimasti lettera morta.

I tecnici, non facenti parte della casta dei politicanti che, per dovere d’ufficio hanno partecipato, per le materie di competenza ai lavori preparatori delle apposite Commissioni, hanno poi riferito che i progetti e la congruità degli stessi sono sempre stati baipassati dall’interesse e le pressioni su quale organizzazione avrebbe poi dovuto assumere la committenza dei lavori.

Infatti, mancando gli accordi, tutto è poi abortito.

Un PD allo stremo della sue forze, alla vigilia di una competizione elettorale non priva di rischi, come si potrà comportare nell’esame e varo di un progetto così complesso?

Senza fare troppa strada, la gestione disinvolta e inconcludente dei lavori inerenti la sede della giunta regionale in costruzione al Lingotto lo sta attestando, per non parlare del MOI.

Furbetti, disinvolti e interessati allo sbaraglio!

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Articolo pubblicato il 12/12/2017