«… il monumento a Galileo Ferraris nel quartiere Crocetta rimane orrendamente vandalizzato»

Francesco Albano denuncia il disinteresse delle autorità competenti per il restauro della statua

Ho conosciuto Francesco Albano come autore di due magnifici video dedicati a Torino, che considerano la Fontana Angelica e le api come tema decorativo di alcuni palazzi torinesi, che hanno riscosso grande successo con l’elevato numero di letture.

Francesco mi ha inviato questa lettera dove denuncia il grave stato di degrado del basamento del monumento dedicato a Galileo Ferraris (1847-1897), collocato nell’area pedonale della Crocetta, in una aiuola all’incrocio dei corsi Montevecchio e Trieste, a breve distanza dal corso omonimo, gravemente vandalizzato e vittima del disinteresse delle autorità competenti per il restauro.

La riporto qui di seguito:

A sei mesi dalla denuncia da parte del sindaco di Livorno Ferraris, Stefano Corgnati, il monumento a Galileo Ferraris nel quartiere Crocetta rimane orrendamente vandalizzato. A maggio 2015, ignoti hanno decapitato una delle sculture presenti, allegoria della Verità e imbrattato di scritte tutto il basamento, ivi compreso l’enorme viso muliebre, oltraggiando così la memoria dello scienziato livornese.

Galileo Ferraris contribuì alla nascita e allo sviluppo del motore elettrico e, a 114 anni di distanza dalla realizzazione della sua statua, è ancora lassù, immortalato in atto di camminare, pensoso, come quando, in un pomeriggio del 1885, passeggiando lungo le rive del Po, all’improvviso capì come ottenere la rotazione di un campo magnetico. Mentre ai suoi piedi, la statua della Verità, che per lo scultore Luigi Contratti doveva rappresentare “la verità del pensiero sovrano dell’uomo geniale”, resta ancora priva della testa e di un braccio.

Fortunatamente i frammenti della fanciulla, di gusto Art Nouveau, furono recuperati a suo tempo: non sarebbe il momento di effettuare un restauro che includa la presenza di un sistema di sorveglianza o di qualche altra forma di protezione? Perché a partire dagli anni Cinquanta questo sfortunato monumento è stato oggetto di ripetuti atti vandalici. E a nulla sembrano serviti i numerosi appelli, segnalazioni sulle deplorevoli condizioni di abbandono, iniziative contro il degrado delle opere d’arte che nel corso dei decenni si sono succeduti per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica.

Francesco Albano

(Associazione Archivio Sergio Albano)


Le considerazioni dell’amico Francesco Albano sono ampiamente condivisibili e ci auguriamo che l’incuria possa smuoversi e si dia finalmente inizio ai restauri.

Già in passato mi sono occupato di questo monumento a Galileo Ferraris, scopritore del campo magnetico rotante, per ricordare che era stato realizzato nel 1903 da Luigi Contratti (1868-1923) e inizialmente era stato posto sul fianco di Palazzo Madama, dove oggi si trova il Cavaliere d’Italia. Con deliberazione del 25 gennaio 1928 se ne era approvato il trasporto all’incrocio di corso Siccardi con via Cernaia: una schiera di “autorevoli” cittadini, scandalizzati dal nudo femminile della figura femminile, aveva promosso una raccolta di firme affinché fosse collocato altrove, in modo da non dare scandalo ai giovani e giovanissimi frequentatori delle vicine scuole e del campo giochi della Cittadella!

La pressione esercitata da questi benpensanti era stata tale da indurre il Prefetto a invitare la Città di Torino a ripensare questa collocazione poi trovata all’incrocio dei corsi Montevecchio e Trieste (informazioni riportate dal sito del Comune di Torino “Progetto Arte Pubblica e Monumenti”).

Questa collocazione, al tempo periferica, nata dal moralismo perbenista torinese, ha penalizzato il ricordo di questo grande scienziato. Poi sono arrivati i vandali, nel disinteresse per un restauro e una adeguata tutela.

Galileo Ferraris non merita tutto questo!

Foto di Francesco Albano

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Articolo pubblicato il 29/11/2017