Torino - Vincent Van Gogh racconta ventuno quadri celebri attraverso i suoi scritti

Il libro edito dalla Donzelli Editore sarà presentato mercoledì 29 novembre alle 18 al Circolo dei Lettori

Scrive nella premessa il curatore del volume Piergiorgio Dragone :”Questo libro è il risultato di un’idea editoriale semplice quanto efficace: mostrare alcuni tra i più significativi capolavori di Van Gogh, facendoli descrivere dalle parole dell’artista”.  

VINCENT VAN GOGH I miei QUADRI RACONTATI DA ME” ( pp.265 ill. ni colori € 29.50  pubblicato dalla Donzelli Editore), curato da Piergiorgio Dragone Professore di Storia dell’Arte Contemporanea dell’Università di Torino, svela tante curiosità attorno ai  ventuno più celebri dipinti eseguiti dal grande maestro  Vincent Van Gogh dedicando ad ognuno un intero capitolo.

“Rami di mandorlo fiorito” è il quadro eseguito nel 1890 da Vincent e conservato ad Amsterdam nel Museum Van Gogh, diviene la copertina del libro  che nelle 265 pagine, descrive in un modo assolutamente originale i celebri capolavori che Van Gogh ha realizzato accompagnandoli con lettere indirizzate ai familiari, ad amici,descrivendo minuziosamente ogni suo particolare del quadro, spiegando come e perché li ha realizzati; descrivendone i colori impiegati le emozioni che provava nel realizzarli; spiegò pure cosa sperava e voleva che  suggerissero in chi li guardava.

Precisò, anche, a quali pittori del passato si ispirava e a quale genere di nuova arte mirava, impegnandosi con tutte le forze per realizzarla. Il volume è stato concepito non per un pubblico di specialisti ma per le tante persone che – pur non avendo alle spalle studi  specifici – amano i dipinti di Vincent Van Gogh e sono, a ragione, attratti dal suo spirito di libertà dell’essere un ribelle nemico di ogni ipocrisia.

Vincent Willem Van Gogh figlio di un pastore protestante, ebbe una giovinezza segnata dal suo carattere introverso e tormentato, che lo portò spesso a scelte esistenziali estreme. Solo nel 1880 a ventisette anni si dedicò alla pittura (realizzando i quadri più celebri nei suoi ultimi due anni di vita terrena,  lasciando oltre novecento dipinti, più di un migliaio tra schizzi e disegni ), dopo aver lavorato per la celebre casa d’arte Goupil e aver vissuto un paio d’anni nel Borinage come predicatore tra i minatori.

A distanza più di un secolo, universalmente  è riconosciuto come uno dei maggiori artisti della sua epoca. Eppure quando morì a sole trentasette anni, Vincent era ancora un artista “esordiente”, che aveva partecipato a pochissime mostre ed era riuscito a vendere appena qualche decina di opere. Nel febbraio del  1888 si trasferì ad Arles, alla ricerca di una più calda luce mediterranea e inseguendo il sogno di creare una comunità di artisti che lavorassero a fianco a fianco.

Mentre realizzava numerosi dei suoi capolavori, la convivenza di Gauguin nella “casa gialla” ( Foto 2)di Arles in Provenza,  avvenne un drammatico scontro di carattere  tra i due infrangendo il sogno di armonia di Vincent. In una lettera la numero 696 dove scrive a Emile Bernard  il 3 ottobre 1888 ( ed è riportata nel volume) dicendogli:” che il  titolo di questo straordinario capolavoro “La veduta  della casa” si  potrebbe chiamare anche  “la strada”.

Nella stessa lettera risponde alla proposta dell’amico di istituire una specie di massoneria fra artisti:”L’idea di costituire una sorta di massoneria dei pittori non mi piace granché, disprezzo profondamente i regolamenti, le istituzioni ecc., in fin dei conti, non cerco affatto i dogmi che, anziché regolamentare le cose, non fanno altro che causare dispute infinite. E’ un segno di decadenza”.

I Girasoli” sono una delle opere più note e popolari, che anche il pubblico meno informato associa con facilità all’artista Van Gogh, vedendoli come uno dei suoi maggiori capolavori. Fu lo stesso Vincent Van Gogh – nelle lettere che scrisse lungo gli anni - a parlare minuziosamente dei suoi dipinti. Così scriveva Vincent il 25 ottobre 1888 al fratello Theo:”Non ci posso far niente se i miei quadri non si vendono. Verrà un giorno comunque nel quale la gente vedrà che valgono di più del costo dei colori e della mia sussistenza,  a dire il vero assai  magra, che in questi quadri metto”.

Un libro semplice  affascinante  sotto tutti gli aspetti sia dal  contenuto delle lettere scritte da Van Gogh alla riproduzione delle sue celebri opere. Il lettore che vuole approfondire, poi le avvincenti peripezie sopportate sulla fortuna postuma di Van Gogh, le troverà nell’ultima sezione del volume che il curatore  nella premessa afferma:“ha affrontato l’uso delle diverse lettere costituendo una netta differenza fra due approcci radicalmente opposti. Gli sforzi degli storici dell’arte “seri” hanno avuto l’obbiettivo di restituire a Van Gogh la sua reale dimensione artistica, compiendo una vera e propria “operazione di verità”.

Questo libro si vuole collocare senza incertezze in una simile prospettiva. Inoltre, pagina dopo pagina si scopre la personalità di questo grande artista, quella di un uomo che si è battuto allo stremo per le idee in cui credeva, dedicando tutta la vita, senza riserve, alla sua grande  e prevalente passione: la pittura.

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Articolo pubblicato il 27/11/2017