Torino - Oftalmico. I nodi vengono al pettine e la mediocrità trionfa.

Penosa posizione della giunta Chiamparino.

Il progetto della chiusura della storica e da pochi anni ristrutturata sede del nosocomio di Juvara, torna penosamente alle cronache.

Dopo il cipiglio dell’assessore Saitta, nel ribadire l’irreversibilità della sua decisione,  anche i consiglieri del PD, si stanno rendendo conto della costosa inutilità del progetto e dell’impossibilità operativa di portarlo a compimento.

Finalmente dopo mugugni raccolti nei  mesi scorsi, nei dintorni di Palazzo Lascaris, anche autorevoli esponenti del PD, ad iniziare dal Presidente dell’Assemblea Mauro Laus che ha sempre manifestato le sue perplessità, vengono allo scoperto e chiedono un confronto con l’assessore, provocando le stizze di Chiamparino.

Sarà il rigurgito delle coscienze o il mero calcolo elettorale, lo vedremo, ma l’inizio del trasferimento al 4 dicembre, tanto pomposamente illustrato dall’Assessore Saitta, ancora ai primi di novembre in consiglio regionale deve forzatamente cedere il passo. Ma torniamo a quel che è successo da metà ottobre ad oggi.

Saitta sino a settembre aveva pomposamente illustrato il progetto dello spezzatino, tanto costoso e pregiudizievole per i pazienti, che avrebbero rischiato di essere sballottati tra via Cherasco, ove nei locali adiacenti ai reparti del dermatologico è in allestimento un mini pronto soccorso e il Giovanni Bosco.

A fine ottobre, Stefania Batzella (MLI) ha rivolto  un’interrogazione all’assessore Saitta  in consiglio regionale, per sapere formalmente il costo della frammentazione dell’Oftalmico e ottenere conferma sulla data d’inzio del trasloco, se si fosse data attuazione allo spezzatino dell’ospedale, annunciata per il 4 dicembre.

Ma l’assessore ancora una volta non aveva risposto alla domanda cardine sulla quale, anche altri consiglieri, in primis Gian Luca Vignale (Movimento Nazionale per la Sovranità) ed il Comitato a difesa dell’Oftalmico si erano cimentati. Cioè, venire a conoscenza dei costi che questo sciagurato ed improduttivo spezzatino, comporta per le già dissestate casse della regione.

Contestualmente Gian Luca Vignale ha effettuato il 20 ottobre, un sopraluogo in via Cherasco ed ha potuto rendersi conto dell’angustia ed insufficienza del locali destinati all’Oculistica.

Oltretutto, tra l’annunciata chiusura del pronto soccorso attuale in via Juvara e l’apertura del mini pronto soccorso di via Cherasco, si é appreso che, per motivi tecnici, sarebbero dovuti trascorrere dieci, quindici giorni, senza che la città potrebbe beneficiare della funzionalità di un servizio di fondamentale importanza.

Oggi per fare fronte agli oltre 50 mila passaggi all’anno al Pronto Soccorso di via Juvara, vengono esclusivamente dedicati ogni giorno 5 medici.

In via Cherasco lo stesso numero di medici sarà invece operativo per gestire l’intera oculistica (emergenze, sale operatorie, ambulatori, degenze…)

Secondo quanto dichiarato dallo stesso assessore alla Sanità, dei 27 medici oggi operativi all’Oftalmico, solo 8 dovrebbero essere dislocati al san Giovanni Bosco e alle Molinette e su 52 infermieri solo la metà, pare abbia accettato il trasferimento.

L’irrigidimento dei medici ed infermieri al trasferimento e l’illogicità del progetto, dipende anche dal mutamento sostanziale dello stesso.

Invece dei preannunciato spezzatino, una parte considerevole d’interventi, dovrebbe rimanere in via Juvarra. Ciò comporta l’aumento dei costi e la disorganizzazione più completa con i pazienti che non capiranno più dove dirigersi.

Alcuni consigleri del PD sono evidentemente imbarazzati. Martedì 28 novembre, su richiesta del consigliere Vignale si terrà un consiglio regionale appositamente dedicato alla questione Oftalmico.

Ogni consigliere dovrà pronunciarsi allo scoperto e non più nascondersi dietro ai mugugni pronunciati a mezza voce, e lontano dall’ufficialità.

In consiglio regionale il capogruppo del PD, Davide Gariglio, ha smorzato i toni, chiedendo all’assessore di procedere al trasloco con la massima gradualità e sicurezza. “Rimaniamo convinti della necessità di procedere con una razionalizzazione delle strutture sanitarie, mantenendo prioritario il livello e la qualità dei servizi offerti ai cittadini, ha sostenuto Gariglio. Per questo, si è convenuto che il processo di trasferimento presso le strutture ospedaliere del San Giovanni Bosco e della Città della Salute di Torino avvenga con tempi e modi tali da garantire la piena continuità dei servizi ai cittadini”.

Intanto é partita la mobilitazione del Comitato a difesa dell’Oftalmico e di altre organizzazioni, che martedì prossimo presiederanno Palazzo Lascaris.

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Articolo pubblicato il 22/11/2017