Torino, Museo Pietro Micca. Brexit: Faccenda spinosa o compromesso UE?

Un’analisi moderna e internazionale di Daniele Capezzone e Federico Punzi

 

In un contesto capitalistico che via via si è diramato rapidamente, stanziandosi con successo nella contemporaneità, è bene sottolineare che tale processo, ha accelerato un mutamento sociale, facendo avanzare l’immigrazione di massa, irradiando una certa flessibilità economica, a favore di uno sviluppo delle comunità, facendo però arretrare il nucleo familiare.

Il modello europeo, così come strutturato, costituisce sicuramente una grossa falla nel gestire un sistema amministrativo non equo.

Ed è anche per questo motivo, che si staglia, da parte di alcune Nazioni, la bramosia di affermare la propria identità, la propria cultura, con l’intento di acquisire una indipendenza ben articolata, distanziandosi dal soffocamento di una potente centralità, che invece di accorpare le differenti realtà uniformemente, assorbe supremazia, emanando un regime assolutista.

Le identità culturali sono plurime, e a ragione di ciò, esse, devono essere considerate come un valore aggiunto di arricchimento intellettuale nel mondo, (così come esclama la Prof.ssa Anna Bono), non certo come minaccia abortiva  di ogni singola realtà sociale.

La Brexit, induce ad una riflessione seria, e può creare anche precedenti tra le future dinamiche politiche delle Nazioni, se tra un procedimento di governabilità indipendentista e tra un procedimento di governabilità autocratica, non si addiviene ad una sintesi di incorporazione comune.

Il testo sulla Brexit, così come suggerisce l’on. Capezzone, potrebbe intendersi come modello antiBrexit, ovvero un giudizio di sospensione, per ripartire con fiducia e positività, considerando il trasformismo, un modo di costruire insieme con forza e responsabilità, l’Unione degli Stati Europei, non certo accogliendo disgregazione globale.

Il dibattito continua attraverso le dichiarazioni del Prof.  Aldo Mola, enunciando la presentazione del testo di una certa rilevanza, dal momento che l’introduzione avviene all’interno di una realtà storica identitaria, un patrimonio culturale che ci appartiene, conservato all’interno del Museo Pietro Micca di Torino.

E, aggiungo io, un felice connubio relazionale tra antico, respirando l’atmosfera sabauda, resa brillante, in quanto propensa ad aggregare la contemporaneità.

Una connessione congiunta dunque, ben studiata dal Direttore del Museo, Gen. Sebastiano Ponso, e dal dialogo di modernità condotto dall’on. Capezzone.

Ne scaturisce una  sfida delle menti pensanti, intraprendendo un nuovo filone spirituale-filosofico e politico.

In questa analisi, si scruta la necessità di adottare un modello politico non autoritario, piuttosto sì, autorevole, al fine di garantire stabilità, durata e condizione di pace fra i popoli.

Credo, in questo frangente, abbiano valore, anche  le regole ferree della cooptazione.

Un apparato politico equilibrato, non certo in apparenza, deve essere rappresentativo di una volontà costruttiva egemonica, in grado di rapportarsi con gli Stati Membri, ognuno di questi fautore di peculiarità diverse, ma con specifici bisogni esistenziali.

Concludo, dicendo che il superamento della dicotomia tra statalismo e libertarismo, farà sorgere una visione illuministica della politica globale, rafforzando forme di diritto, socialità ed economia,

vera strategia che tuteli con vantaggio le diversità.

Maria Grazia Spadaro

                                                                                               

P.S: Per ulteriori approfondimenti, si rimanda al testo:

“BREXIT la Sfida”  di D. Capezzone e F. Punzi.   

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Articolo pubblicato il 20/11/2017