"Matrioska Italiana" il nuovo, incredibile album di Roberta Faccani

Intervista esclusiva di Civico20 News

In un mondo di voci tutte uguali, tutte “talent & qualent”, dove non si distingue una Elodia da una Noemi, passando per una Alessandra, c’è per fortuna qualcosa di diverso, una timbrica che va in alto, molto in alto, graffia, urla: quella di Roberta Faccani.

La cantante anconetana, già lead vocal dei Matia Bazar dal 2004 al 2010, affermata attrice di musical, ha dato alle stampe da pochi giorni il nuovo album, intitolato “Matrioska Italiana” (Bandidos Records), che contiene 14 tracce, di cui 3 inediti e 11 cover.

Protagonista assoluta la voce di Roberta: una voce molto “black”, che non si limita a “cantare” questi grandi successi, ci spiegherà fra poco il perché di queste scelte la stessa artista; ma che “interpreta” ogni canzone in un modo straordinario, emozionandosi ed emozionando, mettendoci un sentimento, un trasporto molto personale, rendendole così interessanti e godibili.

Le  undici cover sono: "Storie di tutti i giorni" di Riccardo Fogli ,"Solo noi" di Toto Cutugno"Piccola e fragile" di Drupi, "Con le mani" di Zucchero, "Stella stai" di Umberto Tozzi, "Canzoni stonate" di Gianni Morandi, "È la mia vita" di Albano, "Ti sento" dei Matia Bazar, "Come vorrei" dei Ricchi e Poveri, "Su di noi" di Pupo e "Svalutation" di Adriano Celentano.

Matrioska italiana” è un disco da ascoltare “on the road”, ideale compagno di viaggio, o sul divano di casa propria, magari indossando le cuffie, per percepire al meglio le sfumature, ripeto molto “black”, della incredibile voce di Roberta; oppure ancora con le casse a palla, col serio rischio di mettere in pericolo la solidità dei muri e di scatenare l’ira dei vicini.

Ora lascio la parola alla protagonista, riportando fedelmente la nostra lunga chiacchierata telefonica, dove mi racconta del nuovo disco e di molto altro: Roberta si è dimostrata una persona disponibile, simpatica, arguta e molto competente.

E’ stato davvero un piacere parlare con lei.

Buona lettura.

 

Roberta, parlami di questo nuovo disco: come è nata questa idea, come l’hai sviluppata e soprattutto dimmi se sei soddisfatta del risultato.

Guarda, l’idea è nata in modo davvero casuale, da una richiesta che è stata fatta da una produttrice russa (Regina Azizova, ndr), che io ho conosciuto alcuni anni fa, quando suonavo con i Matia Bazar in quei paesi, che per comodità, chiamo dell’ex blocco Sovietico, altrimenti dovrei elencarli tutti (ride, ndr), insieme a tanti altri artisti italiani. Sai, la musica italiana, soprattutto le icone degli anni ’80, e in particolare quelle sanremesi sono rimaste nel cuore di quella gente e la musica italiana, in quei paesi, ha un peso notevole. Siamo molto amati, molto seguiti, osannati, direi. Mi sembrava carino sia ringraziare lei, la produttrice, di questa amicizia, per questa stima nei miei confronti, ma anche ringraziare la musica leggera italiana stessa, con quei pezzi che in qualche maniera, hanno fatto parte della vita di tutti. Anche perché io sono quella nata guardando Sanremo...non lo nascondo, ho sognato tutta la vita di salire su quel palco, come fanno tanti ragazzini, quando vogliono diventare dei cantanti. Così sono andata a sviscerare le canzoni di quei colleghi che in quei paesi sono tanto amati, quelle che potessero essere più idonee alla mia voce, al mio temperamento,  ma soprattutto che mi ricordassero degli episodi importanti della mia vita. Così ho fatto una miscellanea, ma una scelta molto precisa per ogni canzone: non sono pezzi buttati a caso. Poi, visto che sul CD ci sono tre inediti, scritti insieme a Giordano Tittarelli, che da anni collabora con me, abbiamo realizzato un video in Russia di uno dei due pezzi nuovi, “L’altra metà di me”. Risultato: mi sono riascoltata e mi sono divertita tantissimo perché ho ripensato, mentre cantavo, a quegli episodi di vita, che ho vissuto proprio insieme a quelle canzoni. A me piace cantare pensando, come se fosse sempre un film, questo è un segreto che ti racconto stasera...

...grazie...

...figurati (ride, ndr)...

Nella scelta della scaletta, hai lasciato qualche ricordo da parte?

Senza dubbio, caro! E’ la risposta ad una domanda giustissima. Come no! Ti faccio un esempio: di Umberto Tozzi, il mio preferito in assoluto, tu capisci...ho un ricordo dietro l’altro, amo le sue canzoni da morire, amo la sua voce, come dire, internazionale; così come ho fatto fatica per Zucchero, che appartiene a quel momento blues della mia gavetta.

Ho notato, ascoltando il disco, che gli arrangiamenti sono molto fedeli a quelli originali e quello che caratterizza l’album è la tua voce, che va in alto, molto in alto e graffia parecchio. Perché la scelta di lasciare gli arrangiamenti pressoché uguali agli originali?

Per il rispetto che provo verso quelle canzoni. Ho voluto lasciarle così come sono nate, così come sono state amate dal pubblico. Sai, è molto facile, oggi, riprendere dei brani e magari rifarli in chiave jazz, piuttosto che “piano & voce” oppure in versione elettronica. E’ stata una sfida, però mi sembrava quasi presuntuoso, cercare di fare meglio di quello che alla fine è stato un successo. Non so se è chiaro il discorso...ognuno dei pezzi che ho scelto è già un successo, quindi ci sarà un perché, mi sono detta. Poi li ho lasciati così, anche per il ricordo che i russi hanno di quei brani.

Scelta molto saggia, mi permetto di dire...allargando un attimo il discorso, tu poco fa, hai detto di aver sognato di cantare a Sanremo, dove effettivamente ci sei stata nel 2005 con i Matia Bazar, cantando “Grido d’amore”, terza classificata nella categoria “gruppi”. Quest’anno dopo in triennio “talent e qualent”, come mi piace definirlo,  targato Carlo Conti, la RAI ha deciso di cambiare chiamando un tuo collega, Claudio Baglioni alla direzione artistica. Cosa ti aspetti dal nuovo Festival?

Guarda, credo che Baglioni abbia accettato una sfida non facile. Aver voglia, da parte di un artista così famoso, così arrivato, di andarsi ad impegolare con una bagarre come quella sanremese, significa che è motivato, intanto da una grande energia, perché ci vuole proprio un’energia incredibile psico-fisica per affrontare il Festival, credimi. Evidentemente lui ama la musica ed avrà delle idee precise sul taglio artistico da dare. Poi, siccome Baglioni è Baglioni, sarà un festival qualitativamente alto. Lo spero tantissimo.

Lo speriamo un po’ tutti...ma una cosa positiva già c’è: l’abolizione della gara, visto che quest’anno non ci saranno eliminazioni.

Sono d’accordo. Non mi piacerebbe rivedere troppi giovanissimi famosi al momento, accanto a dei big conclamati. L’anno scorso alcuni colleghi con un lungo passato alle spalle sono stati penalizzati perché magari i giovanissimi votano altro. Bisognerà stare molto attenti a queste dinamiche, soprattutto perché non c’è più la gara.

Cambiando ancora discorso, tu, oltre ad essere una cantante sei attrice, sei tante cose e quest’estate hai partecipato all’opera rock, come amo definirla, “Zerovskij”, regalandoci un personaggio incredibile: la “Vita e la Morte”. Vorrei un tuo commento, un tuo ricordo su questa esperienza. 

Esperienza incredibile, inaspettata, affascinante, che mi ha insegnato tantissimo. Io amo lavorare in squadra e credo che il successo di un progetto stia proprio nel lavoro di gruppo: intanto il nostro capostazione, Renato, ha una marcia in più rispetto a tutti gli altri, non solo artistica. Avendolo conosciuto, avendo passato del tempo con lui, ti dico che ha qualche cosa di magico. Io dico che lui è un extraterrestre, il Signore gli ha dato qualcosa in più rispetto agli altri. E’ una persona di una dolcezza rara per la quale provo stima, tenerezza: sempre allegro ma molto, molto professionale, il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, riesce a mettere tutti a proprio agio. Per cui quando c’è un “boss” così...tutto gira alla grande. E’ stato bellissimo: credo che “Morte e Vita” sia uno dei personaggi che un’attrice potesse portare su un palco. Mi ha dato la possibilità di essere drammatica, ironica, di toccare temi difficilissimi. Una cosa davvero magica. Mi auguro che “Zerovskij” torni presto in scena.

Curiosità mia personale: come è stato cantare “Danza macabra”?

Ahhh...(ride, ndr)... “Danza macabra” fa parte di un filone, quello che mi ha fatto conoscere Renato Zero, che mi ricorda molto “Baratto”, uno dei pezzi che amo maggiormente della discografia di Renato,tra l’altro  il retro de “Il carrozzone”, che è stato il primo 45 giri che ho comperato di Renato. Mi ricordo questo testo così folle, ma così intelligente, ricco di doppi sensi che magari quando sei ragazzina neanche capisci...oggi lo rileggi e dici...ma questo era avanti un milione di anni! L’ho sempre trovato un pezzo molto rock.

Effettivamente in tanti, soprattutto tra gli addetti ai lavori, stanno riconsiderando la grandezza di Renato, il suo essere sempre avanti con i tempi, un po’ come Alberto Sordi nel cinema.

Certo! E ce ne sono stati altri, che hanno fatto fatica ad essere compresi, addirittura postumi, come Rino Gaetano, ad esempio. Renato l’hanno capito, grazie al cielo. Magari un po tardi, ma l’hanno capito. E' comunque una spanna sopra tutti.

Ultima domanda: l’attività live. Cosa ha in serbo Roberta Faccani per il suo pubblico?

Guarda, prima del live, io scrivo tantissimo. Mi va di sottolineare questo: un grande lavoro di scrittura, da qualche anno a questa parte. Un lavoro di scrittura che mi renda credibile soprattutto verso me stessa. Un senso di rispetto verso il pubblico. Quando canto dal vivo cerco di provare delle emozioni, soprattutto in prima persona, perché se non le provassi scenderei dal palco. Finché le provo spero di trasmetterle al pubblico. Che cosa farò: intanto organizzerò un tour su “Matrioska Italiana” senza dubbio, e stiamo cominciando a parlarne. Poi, visto che da molti anni mi occupo di musical, senz’altro tornerò a teatro. Per ora non ti posso dire altro, ma ci sono dei progetti in tal senso... Ti confesso che mi piacerebbe tornare in televisione un po’ più spesso...ma come ben sai non è molto facile. Però vediamo se questo disco mi da anche questa possibilità.

Ok. Roberta, grazie per questa bellissima chiacchierata, per la tua disponibilità. Mi auguro di vederti presto on-stage, sia come cantante che come attrice di musical. Sarà un piacere incontrarci di persona. Se passi da Torino...

Grazie a te! Torino è una città che amo molto, bellissima, ricca di storia e di tradizioni. Vedrai che ci incontreremo presto! Avec plaisir!

 

Stay always tuned !!!

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 21/11/2017