L'Italia è di fatto un Paese 4.0

Una sfida per l’imprese e per l’intero “sistema Paese”

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, qualche giorno fa, ha sostenuto che l'Italia è "di fatto un Paese 4.0". Secondo il leader degli industriali, infatti, "essere 4.0 significa produrre in chiave sartoriale prodotti secondo logiche industriali. Se ci pensate – ha concluso il “sillogismo” – questa è l'Italia”. Se ne ricava che “abbiamo àpotenzialità incredibili, ma occorre una doppia convergenza di politica economica verso le imprese e di strategia delle imprese verso il futuro del Paese".

Questa “predisposizione” va assolutamente coltivata. Specie nel campo della formazione. Questo è (e sarà sempre più) un ambito cruciale per la creazione di competenze e professionalità appropriate allo scopo di affrontare le sfide che si profilano nel XXI secolo.

Il Governo, che ha annunciato il piano “Impresa 4.0”, sembra consapevole dell’importanza della sfida formativa (non solo sui processi, ma sull’idea stessa del lavoro e del lavoratore). Gli stimoli fiscali agli investimenti prevedranno il potenziamento degli Istituti tecnici superiori e un supersconto per i costi sostenuti dalle imprese per la formazione 4.0: si tratta di un credito di imposta triennale (2018-2020), che vale il 50% per le spese fino a 1 milione di euro e riguarda solo il costo aziendale del personale per il periodo in cui viene occupato in attività di formazione.

 

Oltre all’introduzione delle tecnologie abilitanti, questo è incoraggiante, si sta puntando sugli elementi che possono metterla in moto e garantirne nel modo più duraturo la crescita: le competenze del capitale umano.

Esse sempre più appaiono essere centrali anche per gli imprenditori, stando ai dati dell’Osservatorio Mecspe, da cui emerge che il 62,8% ha adottato attività di formazione del personale per le competenze digitali o prevede di farlo prossimamente.

Industria 4.0 è una sfida per l’imprese e per l’intero “sistema Paese”. Puntando sulle peculiarità italiane potremmo vincerla con grandi soddisfazioni.

 

Marco Margrita

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Articolo pubblicato il 17/11/2017