La “Torino noir” vista e narrata da Milo Julini

Quando la coppia scoppia

Una componente significativa del filone della “Giustizia che diverte” è quello dei problemi matrimoniali, con storie di corna, come quella delineata dal disegno di Grandville usato come immagine di apertura o come quelle descritte nella cronaca giudiziaria dei giornali.

Ne riportiamo due esempi tratti dalla “Rivista dei Tribunali” della «Gazzetta Piemontese» dell’anno 1877: due vicende che possono a buon diritto fregiarsi del titolo del film di Steno del 1981, “Quando la coppia scoppia”.

La prima vicenda, che possiamo intitolare “Amor di donna: un sergente e un barbiere”, ha come protagonista femminile «M… P…» che «è una donnetta sui trentacinque anni, piuttosto piccola, piuttosto bruttina, che, vivendo separata dal marito, piange la sua volontaria vedovanza in braccio ad un sergente di fanteria che si chiama C…

Per un pezzo le cose camminarono liscie come un olio e non una nube sorse a macchiare il sereno e puro orizzonte degli amori del sergente.

Un bel giorno il reggimento cui apparteneva il C… fu mandato a fare l’inclita guarnigione di un’altra città, e C… dovette partire.

Quante lagrime! Quanti baci! Quante promesse di amore eterno! Quanti giuramenti!

Ma si! Fidatevi ai giuramenti d’amore!

Lo diceva anche Francesco Primo di Francia:

Souvent femme varie;

Bien fol est qui s’y fie.

Pochi giorni dopo la M… P… cercava fra gli amplessi di un nuovo amante di soffocare il dolore della partenza del sergente.

Ed ecco un giorno tornate il reggimento del C… in Torino; ecco un’altra volta il sergente che bussa alla porta della M… P… per chiederle… amore.

La sciagurata però non voleva saperne e tirava fuori certi scrupoli che prima non aveva mai avuto, coi quali cercava bellamente di mettere all’uscio il sergente.

Questi sospettò allora quello che era veramente e a forza di vigilare venne a conoscere che i favori della sua antica amante erano riservati ad un barbiere.

Il sergente giura di vendicarsi.

Detto, fatto.

Nella sera del 24 aprile va all’abitazione della sua infida amante e si mette a picchiare la porta.

«Non voglio aprire, — risponde la M… P…».

«Ed io voglio entrare».

«Ed io non aprirò».

E dàlli e dàlli, finché al sergente scappa la pazienza e con uno spintone butta l’uscio a terra ed entra… Oh vista orribile!

Sorprende la M… P… in flagrante flirtation col barbiere.

La rabbia accieca il tradito sergente che sguaina il temuto acciaro e lo immerge più volte nel seno della infedele.

Ho detto seno, così per dire, ma le ferite furono fatte anche in altre parti del corpo che non voglio nominare.

Il barbiere se la sgattaiolò fuori per timore di buscarsi anche la sua parte.

La M… P… guarì in due giorni e perdonò al C…; nondimeno il processo fu fatto, perché si trattava di ferimento con arma propria.

Lunedì il sergente C… comparve alla Pretura Urbana assistito dal procuratore Ferretti, il quale con una brillante difesa sostenne che il suo cliente era stato spinto al delitto da una forza irresistibile.

Il Pretore urbano fece ragione al difensore soltanto per meta e per l’altra metà condannò l’imputato a due lire di ammenda.

Basilius» («Gazzetta Piemontese», domenica 22 luglio 1877).

In questa prima storia il cronista Basilius ha inserito termini del lessico militare per sottolineare i punti salienti della trama. Nel secondo caso fa ampio ricorso alla metafora dello studio della lingua francese per districarsi nei momenti più scabrosi. E non manca la citazione dantesca con i versi dell’amore lussurioso di Paolo e Francesca.

«Veniamo ad un altro processo dibattutosi davanti una Pretura.

È una specie di romanzo che si può intitolare: Lui, lei e l’altro.

Lui e lei sono congiunti in matrimonio da una dozzina d’anni incirca e la pace coniugale non venne mai turbata da gelosie fino al 1874.

In quell’anno lui andò in America cercar fortuna, lasciando la moglie in… Italia, dove costei ha un avviatissimo negozio di mode.

Mentre il marito partiva, la moglie faceva conoscenza dell’altro, che le veniva presentato come persona intendente di contabilità e di lingua francese, e lo incaricava di tenerle i registri del negozio e di insegnarle il francese.

Un giorno che lei e l’altro si trovarono soli e senza alcun sospetto a studiare la grammatica del Goudar moderno si provarono a coniugare insieme il verbo aimer al presente, e il maestro entusiasmato dei progressi della sua allieva,

La bocca le baciò tutto tremante.

D’allora in poi le lezioni si successero più frequenti. Lei aveva una voglia matta di studiare, e l’altro con uno zelo esemplare ne secondava l’ardore per lo studio, dandole fino a tre o quattro lezioni al giorno.

L’intimità si faceva ogni di più profonda tra il maestro e la scuolara, sicché qualcuno cominciò a mormorare, e vi fu anche chi ne informò il marito.

Il pover’uomo, non sapendo tollerare le inclinazioni di sua moglie agli studi filologici, parte improvvisamente dall’America, giunge in… Italia ad insaputa della moglie, e viene ad accertarsi della sua disgrazia.

Credete voi che il marito si armasse d’un pugnale o d’una pistola ed accoppasse lei e l’altro? Ohibò! Egli prese un partito meno tragico, e diede semplicemente querela di adulterio contro la moglie e il di lei complice.

Decisamente la poesia è in ribasso.

Come sarebbe stato drammatico un diverso contegno del marito: Don Giovanni giacente esanime al suolo in mezzo al sangue e che esala l’ultimo sospiro, mormorando il nome della donna amata… Invece Don Giovanni in Pretura! Che prosaccia!

Insomma lei e l’altro furono condannati a tre mesi di carcere (in celle separate), più L. 300 di multa per l’altro, nei danni verso la parte civile in lire 12.714,50.

Un po’ care quelle lezioni di lingua. Basilius» («Gazzetta Piemontese», domenica 28 gennaio 1877).

Basilius è autore di due brillanti resoconti di disavventure nell’ambito della coppia approdate alle aule di tribunale. Sarebbe interessante capire per quale motivo si ride così volentieri delle disavventure coniugali ma una ricerca del genere esula dalle nostre modeste finalità.

Restando al campo giudiziario, può essere interessante l’affermazione di André Prévot «L’adulterio è la rivincita della natura sulle leggi».

Per una valutazione più generale, si possono considerare questi tre aforismi: «Un matrimonio senza adulterio è come un’insalata senza condimento» (Roberto Gervaso), «Il traffico ha reso impossibile l’adulterio nelle ore di punta» (Ennio Flaiano) e, infine, «Al giorno d’oggi l’adulterio non si chiama più adulterio, ma sesso extraconiugale» (Rosamunde Pilcher).


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Articolo pubblicato il 23/11/2017