Le start-up. Piccole, forse troppo, ma...

Il valore di non stare fermi

Anche le imprese innovative, nel nostro Paese, sembrano caratterizzarsi per le piccole dimensioni. Come nei settori tradizionali non sempre "piccolo è bello". Nemmeno necessariamente negativo, però.

Luca Tremolada per Info Data del "Sole 24 Ore", ieri l'altro, dipingeva questo quadro d'insieme: "8000 le aziende che in questi anni si sono registrate come start-up innovative e che dunque soddisfano le caratteristiche della legge che istituisce il registro speciale presso le camere di commercio. Meno di 300 di queste start-up fatturano più di 500 mila euro, e la mediana dei ricavi si aggira sui 30 mila euro. Si tratta in molti casi di una soluzione di auto-occupazione, più che di un progetto imprenditoriale, visto che l’86% di queste start-up rimane in una fase di definizione del proprio business plan".

I dati potrebbero troppo facilmente indurci al pessimismo, in realtà non si può non riconoscere un certo dinamismo (e un'attenzione vera seppur non sempre incidente del Governo). 

A mancare, probabilmente, è una diffusa "cultura d'impresa". Sono troppi pochi i tentativi (e non si genera un movimento d'innovazione diffusa) perché le narrazioni dominanti e l'insegnamento scolastico si attardano sulla retorica del "posto di lavoro". Non va poi nascosta l'assenza di investitori; in Italia, troppo forti i meccanismi della rendita.

Nonostante tutto, comunque, non siamo fermi. Vale più di quanto sembri.

Marco Margrita

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Articolo pubblicato il 30/10/2017