L’Arte incisa nel cuore

Andrea Biscŕro intervista la vicepresidente della Fondazione Michele Cea

Palazzo Madama è il mio luogo degli incontri.

Innanzi tutto degli incontri con le opere d’arte che lo animano. Quattro in particolare me lo rendono vivo: il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, squisitamente altezzoso; San Michele e il demonio del Bronzino, in grado di richiamare, in un tripudio di anacronismo, tracce di De Chirico e del Simbolismo; la luminosa Adorazione dei pastori di Matthias Stomer e il mio Secret Garden, il Giardino medievale, ospitato negli spazi del fossato, ricco di vegetazione, piante da frutta, odori, camminamenti e luoghi dedicati al dialogo e alla lettura. Accomodati nel “mio” solito angolo del Giardinodivano con schienale in mattoni, sedile in legno, all’ombra di un pergolato di vite – converso con un’amica di Milano in visita nel capoluogo subalpino.

Lina Bavaro, questo il suo nome, ha qualcosa da dirmi, da dirci.

Lina, sei qui per raccontare un… non saprei come chiamarlo. Un percorso? Mi sembra il termine più adatto. Un percorso che nasce dall’esperienza tua e di tuo marito, Nicola…”

«Proprio così. È un cammino che si estende lungo il percorso tracciato da Michele, nostro figlio. Un percorso che ha portato alla nascita della Fondazione Michele Cea. Nascita… non uso questa parola alla leggera. La Fondazione viene alla luce come “progetto di vita” ed è strano, davvero strano, come un progetto di vita possa generarsi dalla morte, una parola che fa paura, che tutti allontanano, ma che ha originato un nuovo modo di vedere, di progettare, di vivere appunto. Il 22 luglio 2015 il cuore di Michele, nostro figlio, smette di battere a soli 27 anniNoi precipitiamo nel baratro della disperazione per aver perso l’unico figlio, il bene più prezioso».


“La voragine in cui precipitate non vi divora completamente. In voi emerge, riemerge per meglio dire, un ventaglio di sensazioni e ricordi archiviati nello Scrigno del Tempo…”

«È per davvero uno scrigno, un forziere che conserva i nostri ricordi di inestimabile valore. Come in un flashback riviviamo la vita di nostro figlio, l’amore per il calcio e il mare della nostra Puglia, la passione per il disegno e la pittura, coltivati sin da bambino e il suo spendersi per aiutare le persone meno fortunate attraverso il volontariato. E poi la laurea in sociologia, le sue lotte contro gli sprechi e le ingiustizie, gli studi di filosofia e psicologia che lo porteranno a sviluppare una propria ricerca artistica, approfondendo una sua originalissima espressione pittorica, plastica e concettuale che riflette la condizione dell’individuo e che lo spinge sempre più verso un concettualismo che ha come fonte d’ispirazione la complessità della condizione umana nell’attuale società».


“Espressione pittorica, quella di Michele, che ottiene il plauso del pubblico e della critica”.

«Un momento importante nella sua breve vita! Lo Scrigno del Tempo ci restituisce anche questo ricordo. Riviviamo la sua felicità alla prima mostra personale nonché alle mostre che si susseguono in breve tempo e che trovano l’apprezzamento di molti critici. È indimenticabile il ricordo della sua soddisfazione all’inaugurazione del Centro culturale artistico che, con altri artisti, fonda a Milano».


“Per far sì che i ricordi su Michele non campeggino, al pari di immutabili istantanee, sulla vostra vita, nasce la Fondazione Michele Cea”.

«Nascere è il leitmotiv non soltanto della nostra conversazione, ma rappresenta il “marchio di fabbrica” del nostro nuovo percorso, del dopo-Michele. Sempre col suo sorriso inciso nel cuore, nasce per noi quel progetto di vita che ci aiuta ad andare avanti al di là del dolore, della non vita che viviamo giorno per giorno senza di lui: continuare il cammino che Michele ha intrapreso nell’arte attraverso la divulgazione e la diffusione della sua particolare ricerca stilistica, concettuale e sociale. L’idea della Fondazione nasce da subito, ma a causa di cavilli burocratici si concretizzerà nell’agosto del 2017, soprattutto grazie al sostegno e ai consigli di alcuni carissimi amici che ormai consideriamo la nostra famiglia: il professor Massimiliano Porro, Elisabetta Piccirillo, Salvatore Morgante, Claudio Fazio, Vito Luisi, Fabrizio Gavatorta, Michele Franco e molti altri. Alcuni tra loro sono entrati a far parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione».


“Qual è l’obiettivo primario della Fondazione?”

«Seguendo lo spirito di Michele – portare aiuto fattivo a chi ha bisogno – la Fondazione Michele Cea persegue, come scopo principale, il sostegno ad artisti, giovani e non, in condizioni economiche disagiate, fornendo loro la possibilità di avere a disposizione luoghi dove immergersi, creare e, soprattutto, esporre le proprie opere promuovendo, senza fini di lucro, l’arte a 360 gradi, tramite l’organizzazione di mostre personali e collettive in tutta Italia, tavole rotonde, sportelli di supporto e di ascolto psicologico e formativo».


“È un obiettivo ambizioso, di quelli che possono nascere soltanto dall’amore e, grazie ad esso, perpetuarsi. I dettagli, si sa, sono importanti, fanno la differenza, consentono di apprezzare maggiormente l’insieme. Avviciniamoci dunque alle iniziative della Fondazione”.

«Con la collaborazione del professor Massimiliano Porro, critico e docente di storia dell’arte, nel mese di gennaio 2017 nasce la pagina Facebook “Gli Amici di MicheleCea”, che dà la possibilità agli artisti che inviano l’immagine di una loro opera, di veder pubblicata, gratuitamente, una recensione dell’opera stessa.

Nel maggio scorso, a Fondazione non ancora costituita, viene organizzata la prima mostra collettiva completamente gratuita per gli artisti, dal titolo “Il diritto ad esprimersi”, col patrocinio del Comune di Milano, incentrata sui diritti ed in particolare sul diritto che ha ciascun artista ad esporre la propria opera senza obblighi di ordine “estetico” e, soprattutto, economico. Venticinque artisti da tutta Italia espongono le loro opere e la relativa recensione viene pubblicata sulla pagina Facebook. Desidero segnalare un altro evento importante, tenutosi nel mese di agosto: la Fondazione, in collaborazione con l’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo e con Nicola De Matteo (delegato metropolitano all’Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo, Bari), ha organizzato, nella prestigiosa e storica sede dell’Istituto, il Festival Mediterraneo di Arte Contemporanea. Evento che ha visto la partecipazione degli artisti locali e di quelli che seguono la Fondazione. In totale, ben 35 artisti che hanno avuto la possibilità di proporre la loro arte in condivisione gratuita.

Di recente, in occasione di quello che sarebbe stato il compleanno di Michele, cioè il 12 settembre, si è tenuto l’evento “Con la luce negli occhi”, collegato alla Seconda Edizione del Premio Michele Cea, concorso rivolto ai giovani talenti italiani nel campo delle arti visive.

Vincitrice del premio è stata Andrea Solaja, pittrice originaria di Belgrado e residente a Trieste, con l’opera “When the light comes - One light, One soul”.

In quest’occasione sono rimaste esposte le opere dei dodici finalisti precedentemente selezionati da un’apposita giuria, accanto a quelle donate alla Fondazione da alcuni amici artisti e a quelle recensite sulla pagina Facebook.

Desidero ricordare i patrocini, per noi molto importanti: quello del Comune di Milano a cui si è aggiunto anche quello dell’Associazione Regionale Pugliesi nonché una fattiva collaborazione con l’Associazione Alda Merini».


“Lo scrittore cinese Yutang Lin ha scritto che “la speranza è come una strada nei campi: non c’è mai stata una strada, ma quando molte persone vi camminano, la strada prende forma”. Parole che riassumono, con quella delicatezza tutta Orientale, la storia che state costruendo, tutti insieme…”

«C’è una grande verità in queste parole. Non a caso parlano di una strada da tracciare, che prende forma, gradatamente, grazie al cammino di molti. È proprio così, anche per noi. Infatti, nel breve cammino della Fondazione abbiamo incontrato tanti artisti, e non solo, che si sono stretti a noi e ci accompagnano. Nei loro occhi abbiamo trovato gli occhi di Michele, pieni di speranza. Speranza di poter urlare al mondo, attraverso l’arte, i propri sogni e avere la possibilità di poterlo fare liberamente, senza compromessi di sorta. Il cammino della Fondazione Michele Cea è lungo e, sicuramente, irto di imprevisti, ma negli occhi degli artisti che incontreremo ritroveremo sempre quelli sorridenti di Michele».


Manca poco alla chiusura di Palazzo Madama. Resta il tempo per una gradevole passeggiata autunnale nel Giardino. Qualche turista, i caldi colori della vegetazione, il vociare della piazza sovrastante e quel silenzio abitato – il nostro – che accompagna un cuore appagato.

Andrea Biscàro

La Fondazione Michele Cea:

Nicola Cea, presidente della Fondazione, ingegnere chimico

Lina Bavaro, vicepresidente, docente di lettere alla scuola media

Sito web: http://michelecea.com

Pagina FacebookGli Amici di MicheleCea

Instagram: gliamicidimichelecea

Sede legale in Giovinazzo (BA), via Marchese di Rende n.15

Sede operativa in Milano, via Bari 20/L

L'immagine di apertura: Il logo ufficiale della Fondazione, opera dell’artista siciliano Salvatore Morgante, e opera 1a di Michele Cea, tecnica mista su tela

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Articolo pubblicato il 29/10/2017