Conferenza - Eugenio di Savoia e Giulio Mazarino: una parentela dimenticata e affinità sorprendenti

Sede AIP, Sala Principe Eugenio – Via Legnano 2/b a Torino. Giovedì 26 ottobre 2017 – ore 18,00

Civico20News ospita la locandina-invito dell’Associazione Immagine per il Piemonte (AIP) al fine di contribuire alla diffusione dell’informazione.

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Giovedì 26 ottobre 2017 alle ore 18,00

Sede AIP, Sala Principe Eugenio,

via Legnano 2/b a Torino

 

EUGENIO DI SAVOIA e GIULIO MAZARINO:

una parentela dimenticata e affinità sorprendenti.

Nel 354^ anniversario della nascita del Principe sabaudo (Parigi, 18 ottobre 1663)

Conferenza a cura di:

Secondo FURNO MARCHESE, Associazione Immagine per il Piemonte,

Introduce: Pietro TERZOLO, presidente del Centro Studi Eugeniani (Villa San Secondo-Asti)

Modera:

Vittorio G. CARDINALI, giornalista e biografo del principe Eugenio.

I Savoie-Soissons erano princes etrangers ma il loro vero nome fu Savoie-Carignan, titolo che assunsero nel 1662 e che non aveva nulla a spartire con il feudo piemontese di Carignano. Si trattava infatti del prévôté d'Yvoy nelle Ardenne acquisito dalla Francia ed elevato a ducato per Eugène Maurice, 1° conte di Soissons della nuova dinastia discesa da Tommaso di Carignano.

Fra le calunnie che gli storici francesi adottarono e che si perpetuano fino a oggi con Wikipedia ci fu anche la nascita del primo figlio di Eugène Maurice, la cui paternità fu attribuita a Luigi XIV: il re crebbe con le “Mazarinettes” e si infatuò a turno di quasi tutte ma il suo grande amore fu Maria che egli era deciso a sposare (ma Mazarino si oppose) e che peraltro giunse vergine al matrimonio.

Il padre di Giulio Piero era figlio di Girolamo Mazarini e di Margherita De Franchis Passavera (secondo alcune fonti nobile): Piero si mise al servizio dei Colonna di Palliano che avevano avuto in feudo in Sicilia il principato di Butera. Piero servì Filippo Connestabile di Napoli come ciambellano e amministratore di feudi, inoltre Filippo organizzò il suo matrimonio con Ortensia Buffalini, una nobildonna di Città di Castello, Giulio fu il primogenito di questo matrimonio. Non sorprende che durante la Fronda, che fu la prima grande campagna mediatica della storia, peraltro organizzata da autentici geni come Scarron e il cardinale di Retz, si attribuissero al cardinale le origini e le vicende per i tempi più infamanti; può sorprendere invece che esse venissero riprese anche da molti storici. Il principale responsabile fu Jules Michelet, che ebbe una grande influenza su A. Dumas: di qui il ridicolo ritratto di Mazarin nel ciclo dei Tre Moschettieri, poi riciclato da innumerevoli mass media….

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Eugenio di Savoia e Mazarino:

una parentela dimenticata e affinità sorprendenti


Aperitivo Culturale “Immagine per il Piemonte”

Torino 26 ottobre 2017


1 I Savoie-Soissons.

2 I Mazarino (Mazarin).

3 Le rispettive rapide carriere.

4 Un accenno alle affinità: amore per l’arte, per i libri, per le proprietà.

5 Niente figli ma il desiderio di lasciare il proprio patrimonio e il nome alla propria famiglia

6 Un confronto molto approssimativo fra i patrimoni.

7 Entrambi pur essendo molto avveduti non ebbero successo nel loro proposito, sia pure in modo diverso.


e per finire in allegria

excursus sul vampirismo: ebbe Eugenio rapporti con un’autentica vampira?


1 - I Savoie-Soissons erano princes etrangers ma il loro vero nome fu Savoie-Carignan, titolo  che assunsero nel 1662 e che non aveva nulla a spartire con il feudo piemontese di Carignano. Si trattava infatti del prévôté d'Yvoy nelle Ardenne acquisito dalla Francia ed elevato a ducato per Eugène Maurice, primo conte di Soissons della nuova dinastia discesa da Tommaso di Carignano.

Fra le calunnie che gli storici francesi adottarono e che si perpetuano fino a oggi con Wikipedia ci fu anche la nascita del primo figlio di Eugène Maurice, la cui paternità fu attribuita a Luigi XIV: il re crebbe con le “Mazarinettes” e si infatuò a turno di quasi tutte ma il suo grande amore fu Maria che egli era deciso a sposare (ma Mazarino si oppose) e che peraltro giunse vergine al matrimonio.


2 - Il padre di Giulio Piero era figlio di Girolamo Mazarini e di Margherita De Franchis Passavera (secondo alcune fonti nobile): Piero si mise al servizio dei Colonna di Palliano che avevano avuto in feudo in Sicilia il principato di Butera. Piero servì Filippo Connestabile di Napoli come ciambellano e amministratore di feudi, inoltre Filippo organizzò il suo matrimonio con Ortensia Buffalini, una nobildonna di Città di Castello, Giulio fu il primogenito di questo matrimonio. Non sorprende che durante la Fronda, che fu la prima grande campagna mediatica della storia, peraltro organizzata da autentici geni come Scarron e il cardinale di Retz, si attribuissero al cardinale le origini e le vicende per i tempi  più infamanti; può sorprendere invece che esse venissero riprese anche da molti storici. Il principale responsabile fu Jules Michelet, che ebbe una grande influenza su A. Dumas: di qui il ridicolo ritratto di Mazarin nel ciclo dei Tre Moschettieri, poi riciclato da innumerevoli mass media.


3 - Sono note e già illustrate in Associazione le vicende che portarono Eugenio a fuggire da Parigi nel 1683 insieme al principe di Conti, la sua decisione di proseguire quando Conti tornò indietro, la sua partecipazione all’epocale battaglia di Vienna, l’assunzione del comando del reggimento di dragoni che era stato comandato dal fratello Luigi Giulio, caduto in combattimento. La successiva rapida carriera, dovuta esclusivamente ai suoi meriti e al suo coraggio, nonostante la  gracile costituzione, un tratto che lo accumuna ad altri principi sabaudi è altrettanto nota. Un po' meno conosciuti e in un certo senso più  avventurosi sono gli esordi di Giulio.

Dopo aver iniziato gli studi al Collegio Romano accompagnò a Madrid e Alcalà il figlio del connestabile Girolamo, poi cardinale, come compagno di studi e non servitore, e con l’incarico, come allora si usava, d’inviare relazioni al connestabile sul comportamento del figlio. Ma a mettersi nei guai fu proprio Mazarino, per la passione del gioco, che gli durò per tutta la vita: si indebitò e finì nelle mani di un usuraio ebreo che gli voleva imporre il matrimonio con sua figlia il che, per i pregiudizi del tempo avrebbe rovinato la sua carriera. Fu Girolamo che scrisse al padre che inviò denaro sufficiente a togliere Giulio dai guai. Terminati gli studi a Roma, egli divennne capitano pontificio in Valtellina nel 1628, agli ordini del futuro Feldmaresciallo Torquato Conti (che elogiò le  sue doti militari) ma presto intraprese attività diplomatiche per conto del Papa (ma a favore della Francia con cui Urbano VIII era schierato) fino alla famosa cavalcata fre due eserciti che avevano già aperto il fuoco a Casale nel 1630. Richelieu lo volle ricevere e rimase impressionato dalla sua sicurezza e mancanza di salamelecchi allora abituali. Presto lo richiese come nunzio pontificio: così iniziò la carriera di un quasi  re di Francia.


4 - L’amore per l’arte di Eugenio è ormai noto anche in Italia dopo la mostra tenutasi nella reggia di Vanaria Reale e altrettanto la sua passione per la bibliofilia. Una caratteristica che lo differenziò da Mazarino fu la passione per l’architettura. I suoi rapporti con Johann Bernhard Fischer von Erlach e Johann Lucas von Hildebrandt, di cui fu ispiratore oltre che committente, non hanno riscontri nella vita di Mazarino. Questi ebbe invece una vera passione per i libri che è all’origine dell’attuale Bibliothèque Mazarine: dispersa dalla Fronda, fu ricostituita in tempi brevissimi e trasformata per testamento in un’istituzione culturale, per l’epoca avanzatissima.

Poco nota è la passione di Mazarino per l’arte, tanto è prevalsa lo stereotipo della sua «avarizia»: egli invece raccolse una quantità di dipinti, molti provenienti dalle collezioni di Carlo I, messe all’asta nel 1650 da Cromwell: fra i dipinti acquistati c’erano opere di Jean Van Eyck, Van der Weyden, Breughel, Rubens, Rembrandt, Philippe de Champaigne, David Teniers le Jeune, Van Dyck. Per quanto riguarda le proprietà, Mazarino voleva legare il suo nome al ducato di Rethel (ribattezzato Duché de Mazarin solo dopo la sua morte).

Eugenio mostrò negli ultimi anni una particolare simpatia per le sue proprietà ungheresi che avevano avuto inizio come «compenso» per la perdita del governatorato dei Paesi Bassi. Ma furono una sorte di «buen retiro» agricolo, con un significato personale, non dinastico.


5 – Né Eugenio né Mazarino ebbero figli, nonostante le voci alquanto improbabili sulla nascita di Luigi XIV, ma intendevano legare il loro nome e il loro patrimonio alla propria famiglia. Eugenio si considerava un Savoie-Carignan e non volle assumere mai il titolo di principe dell’impero (che pure ottenne, non senza difficoltà, per il suo amico Marlborogh). Quando morì, nel 1734, a 18 anni l’ultimo esponente dei Savoie-Carignan Eugenio Gianfrancesco egli era comte de Soissons, duca di Troppau in Slesia, e aveva sposato Maria Teresa Cybo Malaspina principessa erede di Massa e Carrara (9 anni). Il matrimonio, certo organizzato da Eugenio come quello del padre di Eugenio Gianfrancesco con una principessa Liechtenstein, non fu consumato e non ebbe effetti.

Mazarino aveva alla morte un unico nipote maschio Philippe Mancini, capitano luogotenente dei moschettieri fra il 1656 e il 1666 (mai citato da Dumas). Mazarino gli lasciò una ricca eredità che compredeva il Ducato di Nevers, grande come una provincia, ma non si fidava di lui per la sua passione per la magia, la sua vicinanza alla Cote des libertins, e il suo disinteresse per la politica.

Decise quindi di legare il suo nome al Ducato di Rethel, dove si era combattuta una battaglia decisiva per le sorti della guerra della Fronda e di cui lui aveva redatto il piano (Richelieu aveva fatto lo stesso alla Rochelle, ovviamente senza suscitare le ironie che colpirono Mazarino). Egli decise di darlo in dote a Ortensia la più affascinante delle Mazarinettes.


6 - Il confronto fra patrimoni di epoche diverse è più che approssimativo, è inesatto anche se sono disponobili su Internet tabelle che calcono il valore del potere d’acquisto di alcune monete nel corso dei secoli: si può dire che una moneta d’agento come il dollaro si rivaluta dalla seconda metà del XVII secolo al 2000 di circa 25 volte, mentre una moneta d’oro come la sterlina o il fiorino olandese di quasi 100. I problemi sono legati alla circolazione della moneta, allora scarsissima, e alla valutazione dei feudi, delle opere d’arte, dei palazzi che costituivano la parte più importante dei principali patrimoni.

Quello di Mazarino, considerato il maggiore della Francia del XVII secolo, è stato valutato 35 milioni di livres, cioè 7 milioni di scudi. Il patrimonio di Eugenio fu valutato alla sua morte in 1.800.000 fiorini (non è chiaro se olandesi o ungheresi come è più probabile.)

Equiparando lo  scudo francese al dollaro (allora spagnolo ma già circolante nell’America del nord) e i fiorini ungheresi a quelli olandesi (!) ho calcolato 240 milioni di euro per il patrimonio di Mazarino e 190 per quello di Eugenio.

Ricordiamo che la biblioteca di Eugenio fu vendutà dalla nipote Vittoria all’imperatore d’Austria per 150.000 fiorini,  un prezzo come tutte le vendite di Vittoria certamente scontato. Superfluo dire che oggi questi patrimoni sarebbero valutati in miliardi, non in milioni di euro o dollari.


7 - «È mai possibile che di Eugenio la gloria finisca in sì miserabile Vittoria?», questa srofetta, subito popolare esprime crudamente il giudizio che i contemporanei e anche gli storici diedero di colei a cui toccò effettivamente l’eredità di Eugenio. Non risulta che Eugenio avesse rapporti con i vari primogeniti dei Savoie-Carignan che si erano succeduti (gli unici ad avere figli, almeno legittimi) e tanto meno ne ebbe con Vittoria, che aveva trascinato più di 50 anni di vita per lo più in conventi.

Priva di bellezza e di esprit (le doti che potevano, accoppiate e non singolarmente, permettere a una donna di diventare influente in quell’epoca) non stupisce che facesse un passimo uso della fortuna capitatele, d’altronde aiutata attivamente dagli Asburgo che misero in atto una vera e propria campagna politica per recuperare a poco prezzo quanto avevano elargito a chi aveva salvato il loro Impero.

Sia Eugenio che Mazarino avevano un’intelligenza superiore ma anche i geni sono figli del  loro tempo e non stupisce che anche chi aveva dominato la politica europea si disinteressasse del carattere di coloro a cui destinava la parte più importante della sua  eredità: il Ducato di Mazarin. Certo questo sopravvisse, con il Ducato di Nevers fino alla Rivoluzione francese ma con scarso lustro per la memoria di Mazarino, mentre si manifestavano i primi accenni di quel nazionalsmo gallico che poi esplose con Napoleone: l’uomo più sopravvalutato della storia di Francia come Mazarino, anche lui di origine italiana, divenne il più sottovalutato.

Per concludere : Mazarino diede in matrimonio Ortensia al duca de la Meilleraye, figlio di un maresciallo che era rimasto fedele alla sua causa per tutta la guerra civile, caso quasi unico. Il giovane era molto religioso e questo fu considerata probabilmente una garanzia. In realtà, il duca, esponente della Compagnia del Santo Sacramento, si rivelò una sorta di pazzo che , si disse, voleva strappare i denti alle figlie perché non peccassero. Ortensia fuggì in Italia con l’aiuto del fratello di Nevers, e qui si dice (queste voci vanno sempre prese cum grano salis) fu l’amante del duca di Savoia Carlo Emanuele II, poi si trasferì in Inghilterra e anche qui si disse che diventasse una delle molte favorite di re Carlo II: un  piccolo  scandalo scoppiò quando l’abate Philippe, fratello di Eugenio, uccise in duello il barone di Banier, ambasciatore di Svezia, si  disse per gelosia della zia.

Ortensia morì nel 1699. Il marito andò a Londra a prenderne il cadavere: ora finalmente era solo sua.

8 - Nel 1839 a Gilly, nell’attuale Belgio, furono trovati in una cappella, tre piccole bare trapassate da pali di ferro: erano i figli di Karl Josef Batthyány secondogenito di Eleonore Batthyány-Strattmann, la grande amica di Eugenio a casa della quale trascorse la sera che precedette la notte in cui morì. I Batthyány, come altre famiglie ungheresi, vantavano discendenze da Draculea…..

Questo punto è chiaramente uno scherzo e le fonti sono rigorosamente inattendibili: tuttavia può permettere un excursus sul vampirismo che non credo privo di interesse.

Secondo Furno Marchese

Torino, Associazione Immagine per il Piemonte

26 ottobre 2017

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Articolo pubblicato il 25/10/2017