Regione Piemonte. Oftalmologia incandescente. Depotenziato il San Luigi di Orbassano e avviato, nel peggiore dei modi lo spezzatino dell’Oftalmico

Sopralluogo di Gian Luca Vignale nell’angusta prossima sede di via Cherasco

Primati negativi nella politica e gestione dell’attività sanitaria ed ospedaliera, la giunta Chiamparino ne ha già collezionati non pochi. La vicenda dell’oftalmologia nell’hinterland torinese e dell’Oftalmico, in particolare, forse, almeno sino ad oggi, segna il punto più basso.

Abbiamo già evidenziato le peripezie del depotenziamento dell’Oculistica al san Luigi di Orbassano ed i giravolta verbali dell’assessore Saitta per giustificare i lavori eterni che impediscono il ritorno alla piena attività.

La fine ingloriosa del nosocomio di via Juvara, ieri ha registrato un altro capitolo che mette in luce tutto il pressapochismo insito in questa operazione. E’ rimasto allibito e sconcertato il capogruppo del MNS in consiglio regionale Gian Luca Vignale che, a poco più di due mesi dalla data del presunto trasloco, è ritornato in via Cherasco a visitare con attenzione i locali destinati alla parte più rilevante dell’attività oculistica oggi centralizzata al glorioso Oftalmico.

Locali inadatti, ingresso comune con la struttura ospedaliera del dermatologico anche per il pronto soccorso, assolutamente privo di percorsi idonei per  ipovedenti e pazienti che dovrebbero essere non deambulati per poter accedere. Il tutto senza un filo logico che dovrebbe caratterizzare un reparto così importante che invece presenta molteplici  limitazioni oggettive riferite alla dubbia sterilità dei locali ed alle peculiarità popolazione interessata.

Così sintetizza l’esito della visita il capogruppo Vignale:

“Un pronto soccorso inadeguato al piano terra, dodici posti letto al primo piano, una sala operatoria al secondo ed un’altra al quarto, dove saranno allestiti anche gli ambulatori. E per aumentare i disagi l’ingresso è praticamente inagibile per anziani, ipovedenti e disabili, per loro ci sarà un ingresso da un altro portone, con ulteriori difficoltà.

Ecco il capolavoro di Saitta: uno spezzatino nello spezzatino” lo dichiara il capogruppo in Regione del Movimento nazionale del Piemonte, che questa mattina( ndr, ieri) si è recato nei locali di via Cherasco che da Dicembre dovranno ospitare circa il 70% dell’oculistica piemontese oggi realizzata all’Oftalmico.

“Il pronto soccorso – spiega Vignale – è chiaramente inadeguato per accogliere i 50 mila pazienti l’anno fino ad oggi registrati all’Oftalmico, sia per gli spazi sia per i medici operativi. Inoltre, il pronto soccorso è posto pochi metri prima di altri ambulatori medici: ci chiediamo quale sia il livello di sicurezza e di prevenzione del rischio clinico per i pazienti”.

“E’ evidente -  continua - che nel nuovo poliambulatorio diurno, chiamato Pronto Soccorso, moltissimi cittadini piemontesi non vi andranno, rendendo ancora più complicata la situazione degli altri DEA cittadini sui quali si riverseranno.

Oggi nell’Oftalmico sono operativi 25 medici – aggiunge –, e 5 che operano nel solo pronto soccorso, mentre alle Molinette saranno 15 in totale (10 ad oggi), che dovranno far fronte a circa 35 mila passaggi,  4mila cataratte,  12 mila interventi chirurgici l’anno. Se sulla carta Saitta può anche dire che ce la possono fare è evidente che nei fatti il sistema andrà in corto circuito, aumentando liste d’attesa e disservizi”.

” Tutto questo senza contare i costi – prosegue Vignale. Lo spacchettamento e trasferimento di parte dell’oculistica dell’Oftalmico nelle Molinette è costato ai piemontesi oltre 2 milioni di euro, tra ristrutturazione e acquisto di nuove apparecchiature.

Pure un bambino – conclude Vignale – capirebbe che spendere soldi per trasferire una struttura funzionante in una inadeguata e senza personale sufficiente non sia una mossa lungimirante. Eppure grazie all’assessore Saitta un’oculistica che ha reso la nostra regione un’eccellenza internazionale presto diventerà terrà di disagi, liste d’attesa e problemi”.

Oltre alla difficoltà intrinseche dei funzionamento di quel pasticciaccio che verrà offerto a gennaio, rispetto ai piani iniziali, il cittadino sarà ancora più disorientato.

Ad oggi, secondo gli ultimi proclami dell’assessore Saitta, in via Juvara dovrebbero rimanere gli ambulatori per la cura delle maculopatie ed il centro di diabetologia. Al Giovanni Bosco, l’atro lembo dello spezzatino ove si effettuerà piccola chirurgia, mentre nei locali sopra descritti di via Cherasco, avrà sede il pronto soccorso e la chirurgia più rilevante.

Quanto basta per disorientare il cittadino e per aumentare i trasferimenti e la deambulazioni attraverso la città. Chi potrà rifugiarsi nel privato, lo farà senza rimpianti!

Che capolavoro, ovvero, lo sciopero dell’intelligenza(sempre che ce ne sia).

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Articolo pubblicato il 21/10/2017