Catalogna. Questa è democrazia?

La polizia di Madrid ferisce oltre 850 catalani che si recavano al voto

Avremo modo di disquisire e discutere sul diritto alla secessione, nel quadro del diritto internazionale e contestualizzare le istanze referendarie dei Catalani.

Ieri abbiamo assistito ad una violenza a senso unico da parte della Polizia di Madrid, contro un popolo che intendeva solamente esercitare il diritto di voto.

Il Presidente Mariano Rajoy  avrebbe avuto a disposizione ben altri metodi per negoziare con il governo catalano di Carles Puigdemont, la liceità del referendum o lo spostamento temporale della consultazione.

O addirittura impedire l’accesso ai seggi. Ha scelto la soluzione peggiore, che automaticamente, prima ancora di entrare nel merito della legittimità del quesito referendario, pone serie ombre sul livello di democraticità e di rispetto dei diritti umani da parte del Governo da lui presieduto.

Ai non più giovani è parso risentire le testimonianze degli esuli durante il franchismo, quando il regime di Francisco Franco usava con disinvoltura la garrota nei confronti dei dissidenti.

E’ in corso il faticoso spoglio dei voti. Dalle prime proiezioni, la scelta all’indipendenza pare raggiunga il 90% dei voti. Non sarà un dato effettivo, considerata la pericolosità con la quale è stata condotta la giornata referendaria, e gli oltre 300 seggi sbarrati o invasi dalla polizia, ma esprime l’anelito di un popolo fiero.

Il premier spagnolo annuncia che “domani convocherò le forze politiche parlamentari per riflettere sul futuro".  Ma il ricorso alla violenza peserà come un macigno e non potrà che isolare il suo governo dall’opinione pubblica internazionale, oltre a rendere difficile il conforto con la Nazione Catalana profondamente ferita nell’orgoglio.

Ieri pomeriggio a Torino, in piazza Statuto dinanzi al consolato Spagnolo, una delegazione del Movimento Identitario Piemonte Stato ha effettuato un presidio pacifico e solidale con i Catalani che stavano rischiando l’incolumità per conquistare l’indipendenza. Hanno partecipato anche studenti  e cittadini Catalani di passaggio o residenti nella nostra città.

Sui social e da dichiarazioni pubbliche,  abbiamo notato generiche attestazioni di solidarietà nei conforti dell’indipendenza, vomitati da politicanti che la settimana scorsa avevano inneggiato  all’elezione di deputati dichiaratamente nazisti al Parlamento di Berlino. E’ sconcertante constatare, anche in questa circostanza l’ignoranza e l’incoerenza dei mezzani che animano determinati partiti politici che, ahimè aspirano al Governo del Paese.

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Articolo pubblicato il 02/10/2017