Parigi, Il Presidente Macron lancia il “Progetto per la nuova Europa”

Su quali adesioni potrà contare?

Sin dalla campagna elettorale Macron l’aveva annunciato, ma poi, terminata l’enfasi trionfale del suo insediamento all’Eliseo, non ne aveva più fatto cenno. Ci riferiamo al vagheggiato progetto di un Europa che potrebbe farci uscire dalla decadenza, dai veti incrociati dei miopi burocrati di Bruxelles e cancellare i rituali stantii e inconcludenti delle solite convention dei capi di Stato. Ieri il momento, finalmente è arrivato.

Alla Sorbona, noncurante della contestazione giovanile che sin dal ’68, contraddistingue una delle più celebri Università d’Europa, Il presidente francese Emmanuel Macron,  nel suo discorso ha tratteggiato “l’idea sull’Europa.”

Tra i primi punti del programma, si delinea una “forza di intervento militare comune” nel continente, con un “bilancio della difesa condiviso” fra i partner europei in dieci anni. Impegnativa l’espressione “Non cederò nulla a chi promette odio, divisione, ripiegamento nazionale”.

Questo è stato uno dei capisaldi del manifesto per un cambio di rotta radicale a livello transnazionale.

Il capo di stato transalpino ha lanciato quindi un appello a “rifondare un’Europa sovrana, unita e democratica” rilanciando la lotta “contro l’insicurezza, il terrorismo sul web e i cyberattacchi”.

Sui migranti, ha ribadito Macron, invito a “non lasciare i nostri partner sommersi, senza aiutarli a difendere le frontiere”, serve “un ufficio Ue dell’asilo per accelerare e armonizzare le procedure”.

Nel corso del suo discorso, Macron ha nuovamente insistito sulla creazione di liste transnazionali per votare un “progetto coerente e comune” nelle prossime elezioni europee del 2019.

Liste transnazionali sulla base dei 73 seggi che verranno lasciati dalla Gran Bretagna. “Sarà la risposta dell’Europa alla Brexit”, ha affermato Macron che insiste anche sull’organizzazione di “convention democratiche” in tutto il continente, un “grande dibattito”, per ripensare il nostro avvenire.

“Per le elezioni” dell’Europarlamento “nel 2019 non dobbiamo avere paura di un dibattito europeo”, ha ribadito, mettendo il dito sulle spinte disgregatrici ed i nazionalismi esasperati.

Per poi proseguire “Le iniziative europee che ho appena finito di illustrare hanno un solo obiettivo: restituire l’Europa a se stessa e restituirla ai cittadini europei”, è stata la conclusione dell’intervento sull’integrazione comunitaria.

“Lo dico a tutti i dirigenti europei, ai parlamentari, ai cittadini… non c‘è scelta, non c‘è più questo lusso di poter scegliere”.

Ora “dovete volerla questa Europa, questa ambizione, questo è il tempo del sussulto delle coscienze”.

Le proposte per una “rifondazione” dell’Europa giungono a soli due giorni dalle elezioni tedesche che hanno indebolito la sua alleata chiave, Angela Merkel.

Com’è noto, il blocco CDU/CSU rimane sì il primo partito in Germania ma dovrà governare in coalizione con gli euroscettici del FDP, e questo potrebbe limitarne le ambizioni in chiave europea, anche se  la cancelliera sarà in grado di uscirne non soccombente e senza dover rinunciare alle sue scelte primarie.

Una settimana fa, Macron aveva parlato a New York davanti all’assemblea generale dell’Onu.

Si è diffusa la notizia che per preparare il terreno a questo discorso, Macron  abbia già incontrato 22 dei 27 leader europei.

Le premesse positive, per riscrivere il ruolo di un’istituzione obsoleta e detestata da molti in ogni Paese, potrebbero esserci.

L’iniziativa così vigorosa e chiara ci fa tornare indietro di oltre 70 anni, quando con i Trattati di Roma era l’Italia, con i liberali Gaetano Martino e Vittorio Badini Confalonieri, leader che credevano fermamente a quel concetto di Europa maturato a Ventotene e sancito nella Carta di Chivasso, a trainare  leader europei non altrettanto convinti.

Sulla scia tracciata da Macron, oggi quale politico italiano potrebbe impegnarsi convintamente a condividere un progetto teso a garantire le molteplici libertà e la consapevolezza dell’appartenenza dei nostri concittadini  oltre a contribuire ad un’effettiva e positiva integrazione politica ed economica, con i relativi e conseguenti vantaggi sotto il profilo politico, economico e sociale?

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Articolo pubblicato il 27/09/2017