“Convegno sul pensiero e le opere di Giovanni Cena”, a Montanaro (Torino)

Sabato 23 settembre si è tenuto il primo appuntamento, con grande successo di pubblico

Il comune di Montanaro (Torino) , col patrocinio della Regione Piemonte, ha organizzato per quest’anno la Celebrazione del Centenario della morte dello scrittore Giovanni Cena e dello storico e giurista Giuseppe Frola. Il programma prevede iniziative dal 23 settembre al 3 dicembre 2017.

Il “Convegno sul pensiero e le opere di Giovanni Cena”, primo appuntamento di sabato 23 settembre, ha richiamato partecipanti così numerosi da imporre il trasferimento dalla sede prevista, nel Palazzo Municipale, in una più ampia sala del Castello.

Il sindaco Giovanni Ponchia ha portato il suo saluto e ha ricordato brevemente Giovanni Cena, illustre cittadino montanarese, definito come apostolo dell’istruzione per le 70 scuole da lui costruite nell’Agro Romano. La tomba di Giovanni Cena, opera dello scultore Bistolfi, è di proprietà del Comune di Montanaro: il 17 dicembre del 1967, nel cinquantenario della morte, si era tenuta una commemorazione con l’appassionata relazione del cav. Gianni Oberto. Il sindaco ha poi promesso il restauro dell’epigrafe, posta sulla facciata esterna della casa del conte Frola, e ormai non più leggibile.

Giovanna Pentenero, Assessore regionale all’Istruzione Lavoro Formazione Professionale, ha espresso riflessioni di carattere generale, rimandando le considerazioni più specialistiche ai vari relatori. Le scuole realizzate da Giovanni Cena per provvedere all’alfabetizzazione hanno anche fornito agli adulti maschi la possibilità di partecipare alle votazioni politiche: Cena appare quindi come un sognatore che si è prodigato per rendere gli uomini liberi.

A proposito dell’educazione degli adulti, ha proseguito l’assessore Pentenero, in Piemonte, 2.500 bambini ogni anno non conseguono il diploma di scuola media e per porre rimedio è stato istituito il CIPIA, Centro provinciale per l’Istruzione degli Adulti, nella convinzione che la cultura dia libertà. 

Ettore Cima Barolo, ricercatore e studioso montanarese, ha presentato i vari relatori.

Il primo è stato Elio Scialla, già preside della locale scuola media e studioso di Giovanni Cena, che ha presentato la relazione dal titolo “Giovanni Cena testimone di un anno di svolta, il 1917”.

L’attenzione del relatore si è concentrata su alcuni aspetti contraddittori della personalità di Giovanni Cena riscontrabili nei suoi ultimi anni di vita, in coincidenza con la prima guerra mondiale. Fin dall’agosto del 1914, Cena appare nelle sue lettere cosciente della tragedia che sta per succedere, consapevole degli avvenimenti incontrollabili messi in moto (lo storico Piero Pieri ha parlato di “fatalità”) che hanno trasformato una guerra a carattere locale nella guerra mondiale. Mentre la Germania, con l’invasione del Belgio neutrale, aggira lo schieramento francese, Cena scrive ad un giornalista ginevrino di un suo stato febbrile di concitazione che cresce e che appare superiore alle sue forze fisiche. Parla di “Povera Europa e povera Francia” e si rende conto che sarà ineluttabile l’impiego della stessa brutalità dei Tedeschi per potersi salvare.

Cena appare particolarmente avverso alla Germania, che definisce “incubo germanico”, si chiede se sarà possibile liberarsene, si preoccupa di quanto sarebbe successo se l’Italia avesse seguito in guerra gli alleati della Triplice Alleanza, stipulata nel 1882 e rinnovata da pochi anni tanto che l’Italia era ancora schierata con Austria e Germania. Cena scrive alla sua corrispondente torinese, Eugenia Balegno, della barbarie incredibile della Germania, per giungere a questa affermazione “Bisogna finirla con gli imperatori, è l’ora dei popoli”: manifesta così le idee mazziniane del principio di nazionalità e la sua avversione per le nazioni evolute ma imperialiste e militariste.

Scialla si è addentrato nel pensiero di Cena con la rilettura di articoli sulla politica nazionale da lui pubblicati tra il 1908 e il 1910 su giornali come “Il Grido del Popolo”, “La Voce” di Prezzolini e “Il Marzocco” dove asseriva che una guerra, al tempo già nell’aria, avrebbe bloccato le riforme interne indispensabili in Italia, dove proponeva programmi di raccoglimento interno, indicava la necessità di risanare il Meridione, contrapponeva l’idea di patria, definita come nefasta, all’internazionalismo socialista visto come fonte di una politica di pace.

Dopo il 24 maggio 1915, convinto della ineluttabile necessità bellica, Cena diventa strenuo propugnatore della guerra a oltranza, propone una accesa campagna propagandistica diretta alla popolazione italiana perché non si faccia una pace separata. La spiegazione di questo atteggiamento contraddittorio si trova forse nella idea di nazione mazziniana e nella antipatia di Cena per Austria e Germania: dovevano essere tolte di mezzo affinché le vere nazioni liberali potessero garantire un periodo di pace lungo e duraturo, idea del resto largamente condivisa, nell’illusione di un pace perpetua dopo la vittoria militare!

Scialla ha concluso evidenziando queste contraddizioni degli ultimi anni di vita di Giovanni Cena, meritevoli di ulteriori approfondimenti e ricerche da parte degli studiosi, perché a sua avviso, nascono in collegamento con periodi storici che propongono avvenimenti talmente complessi e smisurati, come ad esempio la prima guerra mondiale, da cui è difficile uscire onorevolmente.

Sono seguite le relazioni Giovanni Cena e la musica , svolta da Simonetta Satragni Petruzzi, e Giovanni Cena e i suoi amici artisti, da Aurora Scotti. I lavori si sono conclusi con un cenno a Giovanni Cena giornalista e fotografo, dove la maestra Maria Antonia Giarratana ha illustrato la documentazione esistente nel museo/centro studi “Giovanni Cena”, curato dal G.I.C. (gruppo iniziative culturali) in collaborazione con la Pro Loco Montanaro.

Prossimi appuntamenti: Venerdì 29 settembre, alle ore 21:00, alla Biblioteca Guido Gozzano, in via Caviglietti 2, ci sarà la presentazione dei volumi "Gli Statuti canavesani", traduzione del testo "Corpus Statutorum Canavisii" dello storico e giurista Giuseppe Frola. Autore e relatore: Francesco Razza, introduce Claudio Anselmo, segretario della Società Storica Chivassese (a cura del G.I.C.- Gruppo Iniziative Culturali).

Sabato 30 settembre, alle ore 21:00, nella Chiesa Parrocchiale Santa Maria Assunta, Concerto dell'Orchestra Mandolinistica "Città di Torino" diretta dal Maestro Remo Barnava, con lettura di poesiue e brani di prosa sulla musica scritti da Giovanni Cena; voce recitante Angelo Cauda (a cura del G.I.C.- Gruppo Iniziative Culturali).

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Articolo pubblicato il 27/09/2017