Siamo “maturi” per la maturità breve?

Una delle tante scelte azzardate?

Per l’anno scolastico 2018/2019 si parla di avviare la sperimentazione della maturità breve per 100 classi. “Una riforma che se entrasse a regime in tutte le scuole d’Italia potrebbe portare, secondo stime di alcuni anni fa, anche 1 miliardo e 380 milioni di risparmi” commenta Il Sole 24 ore. 

Sempre il giornale di Confindustria ricorda che durante “il Governo Monti: l’ipotesi [era] allo studio dell’allora ministro dell’Istruzione Francesco Profumo prevedeva in particolare che l’abbreviazione si sarebbe dovuta ricavare da una riduzione del secondo ciclo che sarebbe stato accorciato di un anno. Stando alle stime di allora, l’intervento avrebbe prodotto il risparmio del milione di cui sopra “con la soppressione di 40mila docenti impegnati nelle classi quinte di tutte le superiori d’Italia”. 

Un notevole risparmio, quasi una mini manovra, con dei costi occupazionali probabilmente immediati nel settore dell’insegnamento. Ma ci si augura che quel “tesoretto” venga speso a vantaggio della scuola, magari allestendo una proficua alternanza scuola-lavoro, per entrambe le parti. “È mai possibile che chiunque transiti per il Miur decida di segnalarsi per provvedimenti che piuttosto che rafforzare il percorso scolastico dei ragazzi, lo voglia semplificare?” ci si chiedeva nel maggio scorso dalle colonne de Il Fatto Quotidiano.

Astraendo, c’è da rallegrarsi nel risparmiare denaro su un settore strategico come l’Istruzione, quando per l’Eurostat nel 2016 l’Italia era ultima nella spesa proprio per Istruzione e Cultura?

È necessario questo provvedimento quando siamo i penultimi nella classifica della percentuale di laureati che trovano lavoro dopo 3 anni dalla fine degli studi?

L.V.C.

 

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Articolo pubblicato il 09/08/2017