Torino. Il tour osceno di Emma Bonino

Ma a Biella ha fatto di peggio

Emma Bonino è stata accolta mercoledì scorso, con onore nell’Aula del consiglio regionale del Piemonte, dal presidente Mauro Laus, per presentare la campagna radicale “Ero straniero”, ha esordito con frasi ad effetto del tipo “Senza gli 805mila figli degli immigrati, in Italia ci sarebbero 35mila classi scolastiche in meno””, per poi proseguire sul medesimo filone : “Nel nostro Paese gli immigrati regolari sono il 7% della popolazione, anche se nella percezione della gente sembrano molti di più, in linea con i dati di Francia e Gran Bretagna. Queste persone producono l’8% del pil, pagano le tasse e aiutano a sostenere il sistema pensionistico”.

Ignorata dai partiti del centro destra,é stata invece applaudita da coloro che traggono profitto sugli immigrati sbarcati in Piemonte. Le tesi sostenute sono state confutate da studiosi della materia previdenziale, quali Luca Ricolfi ed Elsa Fornero, ma lei fa spalucce e salpa verso nuovi lidi.

Il picco del degrado, soprattutto per il contesto in cui si é svolto l’incontro,  si é verificato nel Biellese. Dopo aver accuratamente nascosto il crocifisso e il tabernacolo della chiesa di San Defendente a Ronco di Cossato (Biella) e dopo aver impedito l’ingresso ad alcuni membri del movimento pro life, lo scorso mercoledì il parroco, don Mario Marchiori,  le ha dato la parola sul tema dell’accoglienza.

Insomma, la leader radicale, responsabile, mai pentita, di 10mila aborti praticati con le pompe di bicicletta, oltre ad essersi fatta mettere incinta per uccidere suo figlio e dimostrare che non era un dramma, ha pontificato dal pulpito invitando a "non ragionare di pancia ma ad usare la ragione e il cuore" per accogliere gli immigrati.

Così il responsabile della Caritas locale, don Giovanni Perini, è intervenuto in appoggio a Bonino per dire che “non abbiamo nessun diritto di rendere la vita difficile agli altri”. Bollando chiunque sia preoccupato dell’immigrazione massiccia che alimenta il traffico umano, la delinquenza e lo sfruttamento, oltre che il radicalismo islamico e dimenticando che se Bonino non ha reso la vita difficile a 6 milioni di bambini italiani è solo perché prima ha contribuito ad ucciderli.

Chiedendo firme per l’abolizione della Bossi-Fini, la vecchia leader radicale, con fare garbato e mai scomposto, ha sottolineato che “ho accettato di venire a parlare qui perché vengo da una famiglia cattolica praticante, ma che mi ha insegnato il rispetto per l'opinione altrui”.

Sarebbe stato opportuno chiederle come mai allora si era battuta tanto per togliere il diritto all’obiezione di coscienza, invece ha continuato indisturbata: “Sono un'europeista entusiasta, di più un’attivista dell’Europa in questo mondo confuso da Trump e Putin…possiamo fare mille critiche all'Europa, ma solo se amiamo il progetto europeo, non possiamo pensare che ogni Stato vada da sé”.

Perché? Verrebbe da chiedersi, dato che la tradizione delle nazioni europee è di un’unità nelle radici cristiane dentro una profonda diversità a cui non si possono applicare politiche identiche senza fare danni?

Ma ovviamente non c’è stato spazio per incalzare Bonino che, al contrario, ha proseguito: “La critica che faccio all'Europa, se mai, è di un processo di integrazione bloccato” e quindi di una politica di accoglienza “lasciata alle decisioni di ogni Stato membro”. In poche parole ci vorrebbe più verticismo e decisioni calate dall’alto da burocrati non eletti.

Poi, dopo aver spiegato che i migranti sono necessari perché "fanno il lavoro che gli italiani non vogliono fare" (dimenticando che si tratta di lavori sottopagati, dunque accessibili solo a chi non ha famiglia e ha un alloggio pagato), ha spiegato che il mondo è sovrappopolato per colpa “della povertà dell’Africa, dove fanno i figli perché sono poveri” (povertà che secondo i radicali va combattuta sterilizzando donne e fornendo loro contraccettivi), mentre l’Italia è “in calo demografico”.

A quel punto dal pubblico sono intervenuti Alberto Cerutti, vicepresidente dell'associazione "Difendere la vita con Maria", Giorgio Celsi, presidente dell'associazione "Ora et labora in difesa della vita" e Leandro Aletti un ginecologo che per difendere la vita non ha temuto di subire processi né di perdere il lavoro pur avendo una famiglia numerosa da mantenere.

Cerutti è stato allontanato dalla Chiesa, mentre Aletti e Celsi sono stati sommersi dai fischi (fra i presenti, ad applaudire alla Bonino c’erano diversi radicali, fra cui il noto ginecologo torinese Silvio Viale, paladino della legalizzazione della Ru486, la pillola abortiva che uccide bambini mettendo a rischio anche la vita delle madri). “Ho provato a dirle - spiega Aletti - che lei stessa era fra i responsabili del calo demografico e che era assurdo sentir parlare di accoglienza da una che non accoglie i nostri figli”.

Ma tra fischi e urla che coprivano la voce del medico, Emma Bonino, senza scomporsi, ha risposto: “Sono polemiche di gioventù, discussioni che pensavo antiche, non mi spaventano. Non mi sentivo e non mi sento di condannare nessuno all’aborto clandestino”.

A quel punto tutta la chiesa ha applaudito. “Io rimango convinta della libertà individuale, nessuno deve dirvi cosa fare, ognuno scelga per sé: “io non lo farei” non può diventare “tu non lo puoi fare” (boato di applausi). E non importa se si tratta di uccidere.

Poi, continuando come se nulla fosse, ma svelando la grande ipocrisia, ha parlato così della regolarizzazione dei clandestini: “Non abbiamo scelta, a meno che non vogliamo affogarli tutti nel Mediterraneo, ma ci eravamo detti mai più. Sui cimiteri anche liquidi non si costruisce niente”.

Le polemiche non sono destinate ad assopirsi.

Chi ha pagato il viaggio di Emma Bonin in Piemonte? Il consiglio regionale o il parroco di San Defendente a Ronco di Cossato?

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Articolo pubblicato il 31/07/2017