La grande bellezza - L’Italia è un paese leader nella produzione di cosmetici.

Un settore, composto da marchi noti e altri colossi meno conosciuti, che quest’anno dovrebbe superare i 9,6 miliardi di euro di valore di produzione.

Competenze artigianali, cura dei particolari, innovazione. Sono le qualità che rendono i cosmetici italiani un prodotto apprezzato e riconosciuto a livello internazionale.

Secondo Cosmetica Italia, la Confindustria del beauty, quest’anno il valore della produzione del settore supererà i 9,6 miliardi di euro. Si tratta di un’industria che dà lavoro a 35 mila persone (54% donne, 11% con laurea), cresce del 10% l’anno, macina utili anche in tempi di crisi e vende fuori dai confini nazionali il 70% di ciò che realizza.  

Un settore da 144 miliardi.

Sempre secondo le stime di Cosmetica Italia, quest’anno l’export aumenterà di un altro 8%, grazie al boom di richieste di Stati Uniti ed Emirati Arabi. Con l’indotto – composto di aziende che forniscono ingredienti o materie prime per la cosmesi, imprese che realizzano macchinari e packaging – il giro d’affari sale a 14 miliardi di euro e i dipendenti sono 200 mila.

Da sola, quindi, la cosmetica italiana riesce a far girare 144 miliardi di euro considerando il markup, cioè il ricarico, delle case di cosmesi, dei rivenditori e delle profumerie.

Produttori noti (e meno noti).

Uno dei produttori più conosciuti è Manetti & Roberts (chi non conosce la sua celebre Acqua alle Rose, ormai ultracentenaria, o il Neutro Roberts?) che si occupa di prodotti per l’igiene venduti nella grande distribuzione, con un fatturato di 284 milioni di euro nel 2014.

Tra i meno noti, ma dai grandi numeri, c’è Intercos (449 milioni di fatturato nel 2016), che ha da poco firmato un contratto preliminare con Futura S.s. e la famiglia Masu per l'acquisto dell'intero capitale sociale di Cosmint Group S.r.l., società attiva da oltre 20 anni nel settore b2b della cosmesi.

Una fame di acquisizioni inarrestabile: già lo scorso anno la società aveva comprato il 20% della coreana Hana, specializzata nel packaging innovativo per il make-up.

Nella produzione per la grande distribuzione si distinguono anche Conter, produttrice – tra le varie cose – delle linee Tesori d’Oriente e Vidal, con un fatturato di circa 155 milioni e Paglieri, che possiede diversi marchi tra cui Felce Azzurra e Cléo, per un giro d’affari di 124 milioni.

Profumi che vanno di moda.

Un gigante della profumeria è invece Ferragamo Parfums, che ha chiuso l’anno superando gli 88 milioni di euro di fatturato, registrando così uno 0,5% in più sull’esercizio precedente.

Collistar, invece, ha archiviato il 2016 con ricavi per 93,1 milioni di euro, in linea con il 2015. Recente è la notizia di una collaborazione con Illy per una linea make–up ispirata al celebre marchio di caffè nell’ambito del progetto “Ti amo Italia”, il cui scopo è valorizzare il made in Italy tramite sinergie tra alcune eccellenze tricolori.

C’è poi Micys Company (Pupa) con un fatturato di 90 milioni di euro, mentre per la vendita ai professionisti la Beauty Business Holding è la prima nella classifica del fatturato con 207 milioni registrati nel 2014, seguita da Davines con un fatturato di 80 milioni e Kemon (28 milioni).

borsaitaliana.it

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Articolo pubblicato il 29/07/2017