Negli ultimi giorni si è discusso più del solito in merito alla vicenda pensioni con il pensiero subito corso alle giovani generazioni. Infatti, secondo il Presidente dell’Inps Tito Boeri: “i giovani non hanno paracadute e sono così costretti a restare in famiglia, ciò riduce la mobilità e quindi la possibilità di cogliere opportunità”.

Si tratta di un pericoloso circolo vizioso, aggravato dalla crisi ormai strutturale. Per cui, stando ai dati Istat, in Italia 1 milione e 17 mila tra i 18 e i 34 anni sono in condizione di povertà assoluta.

Ci si augura che non sia vuota retorica quella che induce a parlare dei giovani come del futuro. Speranzose in tal senso le parole del Ministro Pier Carlo Padoan circa la prossima legge finanziaria: “la priorità devono essere i giovani. Sarebbe uno spreco di capitale umano se non mettessimo i giovani in grado di fare la loro parte”.

C’è da augurarsi che, cadendo il futuro dibattimento della legge nelle prime idi di campagna per il 2018, l’impellenza porti la politica a impegnarsi nel “portare a casa” per i giovani risultati più certi, pur trascendendo dalla mera ottica del consenso.
Perché ci si ricorda la polemica in merito alla campagna per la fertilità femminile: il celebre orologio biologico.

Ebbene, la giusta preoccupazione dell’inverno demografico italiano è strettamente correlata all’indipendenza economica dei giovani. Soltanto quando essi avranno un reddito, ci si augura il più stabile possibile, potranno compiere il passo di “metter su famiglia”.

Come gruppo di imprenditori DAI, il nostro sguardo è costantemente rivolto alle possibilità degli under 35 di esprimersi. Pertanto abbia investito nel progetto di alternanza scuola-lavoro.

Non soltanto gestendo e facilitando la creazione di contatti tra la scuola e l’impresa. Ma anche nell’ottica che soltanto con la pratica si potrà perfezionare questo rapporto tra i libri e l’azienda, performandolo e rendendo entrambe le parti più consapevoli del suo valore.

L.V.C.