Roma. La disonorevole pagliacciata.

Alla Camera dei deputati è approvata la proposta farsa del PD Richetti per abolire i vitalizi ai parlamentari.

Il tormentone durava da tempo. A voler tentare il sorpasso ad una vecchia proposta del M5S di abolire il vitalizio ai Parlamentari, con il preciso intento di accanirsi sui diritti maturati da coloro che ormai da decenni ne godono i frutti, si è affiancata l’iniziativa del PD Richetti che giocando a chi la spara più grossa, ha imposto all’Aula di sostituirsi alla primogenitura grillina. 

E già in questa stucchevole premessa, sta tutta la pochezza ideale del partito di maggioranza relativa e di governo che insegue sul terreno della demagogia, il leader dell’opposizione, non accorgendosi entrambi che stanno perdendo i favori del Paese non certo perché intendono o meno negare un diritto ormai acquisito e fruito da  poche centinaia di vegliardi o dalle loro vedove, ma per la loro incapacità conclamata a governare, o a proporre le ricette giuste per far uscire l’Italia dalla poco invidiabile classificazione di “Libia d’Europa”.

Non essendoci limite al peggio, a questi sciacalli inveterati si è unita la vociante Giorgia Meloni, ormai in caduta libera e la Lega di Matteo Salvini.

Ma veniamo ai fatti. Alla Camera e al Senato esisteva fino al 31 dicembre 2011 l'istituto dell'assegno vitalizio, una sorta di pensione che si maturava dopo aver ricoperto l'incarico di deputato o senatore, a prescindere dall'età, per tutta la vita. Con la riforma entrata in vigore dal 1° gennaio 2012, l'assegno previdenziale è legato al requisito anagrafico (non meno di 60 anni).

Il testo di riforma che è giunto in Aula, già sommerso da emendamenti, ha incontrato le critiche espresse dalla commissione Bilancio, dalla Ragioneria e dal governo.

Tra le novità, oltre all’uso del sistema contributivo viene istituita una gestione separata all’Inps e la norma riguarda anche gli ex parlamentari che vedranno un ricalcolo delle indennità percepite con tagli che, per chi ha trascorso pochi anni in Parlamento, superano il 50 per cento. 

Tra le modifiche al testo base sull’abolizione dei vitalizi  già approvate dalla commissione Affari costituzionali della Camera anche una riformulazione di un comma dell’articolo 10: “Nel caso di nomine in organi di amministrazione di enti pubblici, di enti privati in controllo pubblico e di fondazioni bancarie, l’erogazione del trattamento è sospesa se l’ammontare dell’indennità per tali cariche sia superiore a quello del trattamento previdenziale previsto dalla presente legge”. 

Il deputato Gian Luigi Gigli, capogruppo di ‘Democrazia Solidale – Centro Democratico’ ha spiegato che: “L’approvazione in Commissione della PdL Richetti sui vitalizi, avvenuta grazie all’intesa PD-M5S, non rimuove i dubbi di incostituzionalità per la retroattività del provvedimento e l’invasione delle competenze delle regioni.

La rincorsa del populismo non gioverà a un partito che dovrebbe mostrare senso di responsabilità. Se approvata definitivamente, la legge sui vitalizi aprirà interminabili contenziosi per la messa in discussione di diritti acquisiti.  

Nel pomeriggio di ieri, per sfoltire i tentavi di ostruzionismo portati avanti, per ragioni opposte dal M5S e da Forza Italia, contraria  al provvedimento in quanto palesemente anticostituzionale, si è tenuta la riunione dei capigruppo. 

Poi tra urla ed invettive tra il M5S e il PD, la proposta di legge è stata approvata con 348 voti a favore, 17 contrari e 28 astenuti. Ap-FI contrari. 

E’ ormai palese che si tratta di un diversivo -  manovra a fini di propaganda elettorale, destinata a rimanere su un binario morto, in quanto al Senato gli oppositori anche all’interno del PD, potrebbero farsi sentire. 

Il PD dilaniato in personalismi e correnti, non dimentichi,  ma soprattutto ricordi che l’elettore preferisce l’originale alla copia anche in tema di "populismi” e le cavolate si pagano. 

Quali sono i timori che questa pagliacciata parlamentare sta scatenando nel Paese, nonostante le assicurazioni fornite dai relatori della maggioranza? 

Il cittadino onesto che ha svolto una vita di lavoro, versando contributi previdenziali e Irpef, ha molto da temere dalla faziosità e dalla demagogia dei nostri politicanti arraffasoldi.

Se approvato definitivamente, questo provvedimento che difficilmente porrà fine ai casi scandalosi di deputati che dopo una settimana di permanenza in uno dei rami del Parlamento hanno percepito emolumenti ragguardevoli ad età inferiore ai normali canoni pensionistici, potrebbe dare la licenza, ad un legislatore ignorante e affabulatore, invogliato dalle fobie recentemente divulgate dal presidente dell’INPS Boeri, a penalizzare trattamenti pensionistici già percepiti da anni dai lavoratori italiani, al solo fine di violare una norma costituzionale e di legge e livellare verso il basso, l’impegno di una vita lavorativa, per spirito distruttivo e punitivo e soddisfare le brame dei demagoghi e dei populisti.

Qui stiamo varcando la soglia della negazione dello Stato di Diritto e della validità dei diritti acquisiti, mentre la dignità del Parlamento e dei suoi membri sono ormai irrimediabilmente perduti.

Siamo purtroppo abituati al degrado della politica, alla incapacità di governare dei politicanti che, dal Parlamento a palazzo Chigi stanno prendendo in giro il Paese. Se oltre alla tassazione  - rapina dovremo diventare vittime di  ulteriori accanimenti contro coloro che tanto hanno dato al Pese, potremo concludere che la misura è colma.

C’é il rischio che la “tolleranza zero” non divenga il programma di governo di qualche forza politica presente o futura, ma la ricetta che i cittadino comune potrà osservare, rivoltandosi contro tutto il marciume che la politica produce. Dalla spesa pubblica incontrollata che ricade sulle tasche del cittadino, alle infinite attese nelle strutture sanitarie pubbliche e nel comparti dell’assistenza agli anziani, sino al mantenimento dei clandestini che infestano le nostre comunità e possono agire indisturbati ovunque.

Questo è l’auspicio e la lungimiranza che anima l’azione dei nostri politicanti? La Storia c’insegna dove il qualunquismo e la demagogia conducono. La negazione dei valori potrà indubbiamente favorire la rivolta delle coscienze  nei confronti della casta di questi disprezzati “nostri rappresentanti”, senza possibilità di ritorno.

 

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Articolo pubblicato il 27/07/2017