Pragelato (TO) - Siti olimpici: il rilancio costa 5,5 milioni

Il ripristino integrale dello stadio del salto sarebbe privo di fattibilità economica

Si stima che il progetto di rilancio del sito olimpico di Pragelato richieda 5,5 milioni di euro di investimento, di cui 4 dovrebbero essere finanziati attraverso la legge 65/2012, ovvero il tesoretto olimpico, coinvolgendo anche soggetti privati per la restante parte.

La notizia è emersa in relazione al progetto Pragelato natural terrain che la sindaca di Pragelato (Torino) Monica Berton e l’assessore Angelo Acciarito hanno illustrato durante un’audizione in seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Cultura, presieduta da Elvio Rostagno e Daniele Valle.

Secondo gli auditi l’iniziativa dovrebbe produrre un ritorno economico dopo tre anni, mentre il progetto di ripristino integrale dello stadio del salto sarebbe privo di fattibilità economica per l’impossibilità nel tempo di andare in attivo.

Il fine ultimo, naturalmente, è lo sviluppo dell’offerta turistico-sportiva di Pragelato e la riqualificazione dei siti olimpici del 2006, superando i problemi di gestione che riguardano in particolare lo Stadio del salto, in stato di degrado.

Gli impianti dell’area sono di proprietà della Città metropolitana di Torino, concessi alla Fondazione 20 marzo per 50 anni.

Quest’ultima ha dato vita a una società di gestione, Parcolimpico, con la cessione del 70% del capitale a un socio privato. Attualmente il Comune di Pragelato ha ottenuto in sub-concessione i tre trampolini scuola.

La sindaca ha sottolineato come il progetto sia sostenibile e condiviso dal territorio allo scopo di diversificare e destagionalizzare l’offerta sportiva di Pragelato, in un’ottica complementare rispetto al vicino comprensorio della Via Lattea.

La località montana ha ospitato nel 2006 tre discipline: il salto con gli sci, lo sci nordico e la combinata nordica. Mentre lo sci nordico nel post olimpico ha trovato una sua naturale valorizzazione, lo Stadio del salto, a fronte dell’esiguità degli utilizzatori dell’impianto (oggi in tutta Europa sono 90 gli atleti in grado di utilizzare i trampolini da gara), è stato chiuso nel 2009 per l’impossibilità di una gestione e manutenzione economicamente sostenibili. Il sito è dotato di 2 trampolini da gara e 3 “scuola” per l’addestramento.

Pragelato natural terrain propone di rimuovere i due trampolini da gara che hanno un impatto gestionale negativo e una seggiovia in disuso, riutilizzando invece i trampolini scuola e riconvertendo alcuni edifici accessori dell’area (come la torre dei giudici di gara e la zona per il cambio atleti).

Si prevede il prolungamento della seggiovia esistente, realizzata per i trampolini ma mai utilizzata per lo sci, che consentirebbe di rivitalizzare l’area con la creazione di due piste da discesa destinate alle scuole sci e per l’allenamento degli sci club, mentre d’estate l’area potrebbe essere fruibile per itinerari in mountain bike con la creazione di una scuola per imparare le diverse discipline, come down hill e free style. Si prevede inoltre una riqualificazione del lungofiume, già utilizzato per attività sportive e la realizzazione di un parcheggio.

Berton, che ha sollecitato in questa fase un supporto da parte della Regione, anche per ottenere il trasferimento della concessione degli impianti dalla Fondazione 20 marzo al Comune, ha ribadito la volontà di non cancellare l’eredità olimpica, ma di promuoverla nella giusta direzione, eliminando o modificando quelle strutture in degrado che tolgono dignità al territorio che le ospita.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 24/07/2017