Il compianto semiologo Umberto Eco, nella conferenza d'apertura al primo Festival della Comunicazione di Camogli (2014), che "comunicare è, letteralmente, trasportare volontariamente nella mente di qualcun altro qualcosa che sta nella nostra mente".

Comunicare, insomma, è un'impresa per nulla da poco.

Anche per le imprese comunicare è essenziale. Oggi ancor più che ieri.

Negli ultimi anni nuovi scenari, nuovi attori, nuovi strumenti hanno profondamente cambiato i modelli aziendali, la relazione con i propri interlocutori - interni ed esterni - gli strumenti, nonché le competenze richieste ai professionisti che di comunicazione si occupano.

L'impresa è chiamata a narrarsi, come realtà di persone e in primis come vicenda esistenziale dell'imprenditore. In questa contingenza, prima ancora che casi specifici, va comunicata l'idea stessa dell'impresa.

Determinare una "connessione emotiva" con l'intrapresa come protagonismo della persona.

La comunicazione, come impresa e per l'impresa, non può essere ridotta alla mera informazione. Come spiegano gli esperti, "Comunicare significa  partecipare ad un sistema di relazioni attraverso norme e regole messe in atto in maniera consapevole o inconsapevole dagli attori in esso presenti, i quali si scambiano informazioni, sensazioni, immagini mentali e stati d'animo usando canali e codici verbali, paraverbali, non verbali e simbolici, utilizzabili ed utilizzati in un determinato contesto culturale".

La comunicazione è partecipazione. La comunicazione è un fatto comunitario (come l'impresa, se letta in profondità). 

Edwin Colella, Direttore Generale di Idea Italiana, ha chiarito che "Al centro delle attività di marketing ci sono sempre le persone, e a tutti piace ascoltare una storia (se ben concepita e ben raccontata).

Raccontare aziende e prodotti attraverso una narrazione coinvolgente è molto efficace".

L'impresa di comunicare l'impresa. Una sfida che accolta genera sviluppo.

Marco Margrita

@mc_margrita