Due Chiese sui migranti. Scontro Parolin-Galantino sull'"aiutiamoli a casa loro" di Renzi.

Il numero due della Cei boccia la svolta dell'ex premier. Poi il segretario di Stato Vaticano corregge il tiro: "Discorso valido".

Altre dieci navi stanno per attraccare nei porti italiani con a bordo più di 7300 migranti. E il nostro Paese riceve maggiore supporto dal segretario di Stato vaticano, rispetto a quanto ne abbia avuto nella giornata di ieri dal numero 2 dei vescovi italiani, Nunzio Galantino.

Nel primo pomeriggio di ieri a margine (come si dice) della tavola rotonda "Da mani pulite a Cantone: il valore delle regole", monsignor Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, non ha dubbi: "L'espressione 'aiutiamoli a casa loro' è un refrain troppo frequente che non aiuta a capire veramente il problema".

E ancora: "La frase 'aiutarli a casa loro', se non si dice come e quando e con quali risorse precise rischia di non bastare e di essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità". Insomma, non basta, non basta affatto, quanto sostiene il leader del Pd , Matteo Renzi , nel suo libro "Avanti".

Camera dei Deputati, il segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin (a margine della presentazione di un libro sul sindaco "santo" di Firenze , Giorgio La Pira ), quasi a smorzare sul nascere le polemiche, ha "corretto" monsignor Galantino sostenendo invece: "Io credo che il discorso dell' 'aiutiamoli a casa loro' sia un discorso valido, nel senso che dobbiamo aiutare veramente questi paesi nello sviluppo, in modo tale che la migrazione non sia più una realtà forzata, ma sia libera. Che sia un diritto di tutti ma sia fatta non per costrizione, perché non si trovano nel proprio Paese le possibilità di vivere e di crescere".

E l'Osservatore Romano, organo ufficioso della Santa Sede, sotto il controllo della Segreteria di Stato, ha ribadito la necessità, come sostiene il governo Gentiloni (dal premier al ministro dell'Interno Marco Minniti), che intervenga l'Europa. "Tanta solidarietà a parole. Ma nei fatti l'Europa continua a restare inerte di fronte al dramma dell'immigrazione nel Mediterraneo e alle difficoltà dell'Italia, ormai da sola in prima linea nel fronteggiare l'emergenza. Solo ieri sono stati 4100 i migranti soccorsi al largo delle coste libiche in venti operazioni. Nei primi sei mesi del 2017, secondo i dati di Frontex, si sono contati 85.000 arrivi in Italia, con un aumento del 21 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016", si legge nel numero che porta la data di domani.

Basta questo per domandarsi: ci sono due linee nella Chiesa? Forse, sì.

Galantino non fa distinzione tra "migranti economici" e profughi ("È come fare la distinzione se uno preferisce morire impiccato o sulla sedia elettrica"), riecheggiando diverse prese di posizione di Papa Francesco, fino all'ultimo appello del Pontefice al G20 di Amburgo, senza però spendere una parola sulla mancata solidarietà dell'Europa all'Italia.

"'Aiutiamoli a casa loro' è troppo generico, bisogna capire con quali mezzi, quali strumenti. Le persone se vogliono restare devono essere messe in condizione di farlo", ha detto ancora il numero 2 della Cei, portando ad esempio la campagna della Conferenza episcopale ("Liberi di partire - liberi di restare"), che impegna " 30 milioni dall'otto per mille di aiuti concreti". 30 milioni su quasi un miliardo di fondi raccolti lo scorso anno con la donazione fiscale dei cittadini italiani. Cifre che naturalmente stridono con i dati dell'impegno italiano. Renzi ha detto in un'intervista alla Vita in diretta (registrata già ieri) che l'Italia ha triplicato i fondi per la cooperazione internazionale.

E il Segretario di Stato vaticano sa benissimo, inoltre, che l'Italia (che è un po' "il" territorio di riferimento del Vaticano) è sottoposta a una pressione migratoria incredibile e ha fatto sforzi organizzativi ed economici molto grandi (4 miliardi destinati all'accoglienza solo nell'ultima legge di stabilità, quella 2017) impegnandosi per di più in mesi e mesi di sostegno (se non anni) ai migranti che sono già arrivati sul nostro territorio. Parolin sa inoltre che l'Italia ha scelto questa politica (a cominciare dall'operazione Mare Nostrum fino a Triton) anche - è inutile nasconderselo - a motivo delle ripetute dichiarazioni di Papa Francesco al riguardo, a cominciare dal viaggio fatto a Lampedusa all'inizio di luglio di quattro anni fa.

Il segretario di Stato vaticano del resto ha avuto modo di discutere di recente anche a quattr'occhi di questi temi legati alle migrazioni con il premier Gentiloni, in occasione del recente vertice Fao del 3 luglio 2017.

Questo complesso " contesto" della politica migratoria italiana sembra essere sfuggito a Galantino. Di qui l'intervento del numero 2 della Santa Sede.

Poi in serata, dopo la presa di posizione di Parolin, è stata rilanciata una dichiarazione di Galantino più morbida: "Nessuno pensa che si possa risolvere il problema dell'immigrazione dicendo 'liberi tutti', 'avanti tutti'. Nessuno ha mai detto questo. Io ritengo che soprattutto il rispetto della legalità è il primo passo per una intelligente e seria politica della mobilità umana".

Maria Antonietta Calabrò per huffpost.it

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Articolo pubblicato il 14/07/2017