Torino, l’inconfondibile degrado che dalle periferie sconfina nel centro città

Troppi anni di trascuratezza e sciatterie, assurte ad emblema di cattive amministrazioni

Girando per il centro di Torino, in una notte di piena estate, scorgiamo vari aspetti di una città in continuo mutamento.

I portici di Via Po scrostati e con i pavimenti occupati da chi ha preso qui la resistenza da tempo. I clochard od invisibili che con le loro poche cose dormono qui alla meglio.

La magia delle fontane con le luci colorate in piazza Castello, una bicicletta attaccata al palo sperando che l'indomani sia ancora lì con tutti i suoi pezzi.

Una Piazza Vittorio deserta senza il tintinnio delle bottiglie, senza le voci delle persone festanti, senza la movida. Sotto i portici troviamo i bidoni colmi di monnezza, vediamo una cabina telefonica dipinta di rosa forse da qualcuno che spera di vedere una città più rosa , più gioiosa, più lieve.

Sui muri dei portici un disegno con due occhi "allucinati "e da Piazza Vittorio deserta la vista sulla Gran Madre senza luci, ormai da qualche anno.


Una città che pare si stia spegnendo sempre più, dove regna l'indifferenza, l'anarchia, la mancanza delle regole.

Dove è sempre più complicato vivere per le troppe tasse, per il lavoro che manca per la delinquenza che avanza inesorabile.

L'amministrazione dovrebbe vedere di più di questa città che si sta ingrigendo anche in una notte d'estate.

Ed è così che ci soffermiamo sui clochard che dormono proprio davanti ad una cabina telefonica colorata di rosa.

Il cambiamento dovrebbe essere sinonimo di miglioramento. Invece…

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Articolo pubblicato il 13/07/2017