Torino - Assessore Saitta, è a conoscenza che in Piemonte gli anziani esistono?

Situazione sconcertante nei pronto soccorso della Regione: urge porvi rimedio

E’ euforico l’assessore Saitta, da quando il Piemonte è rientrato nei ranghi della spesa sanitaria, grazie alla mannaia che negli anni scorsi lui stesso ha fatto cadere impietosamente su strutture e personale sanitario.

Il nostro Governo che, pusillanime di fronte alla sorda Europa continua a ospitare e mantenere clandestini e trafficcanti spregiudicati di carne umana, ha finalmente allargato i cordoni della spesa, concedendo al virtuoso Piemonte di porre mano a iniziative positive per la salute dei sui abitanti.

Si promette così l’apertura di concorsi per l’assunzione d’infermieri, salvo poi affidarne l’organizzazione a bischeri ed incapaci che riescono nel mirabile obiettivo di far bloccare i concorsi ed alimentare i ricorsi degli esclusi al TAR per gravi irregolarità.

Ricorsi, sino ad ora cavillosamente respinti, ma con tanto tempo perso.

Ad oggi non sono ancora state comunicate decorrenza e numeri dei prossimi inserimenti del personale che ha superato il concorso  nei reparti ospedalieri, ridotti al lumicino.

Continuano le code per l’accesso a visite specialistiche.

Il fecondo assessore, escogita rimedi; riunisce la stampa e i suoi pensosi dirigenti, ma dal preannunciato confronto con sindacati e dirigenti, ad oggi ci risulta che nulla sia ancora emerso a favore di coloro che restano aggrappati a liste indecenti che, in taluni casi superano l’anno.

Così, tato per riferirci alle ultime “grida Saittiane” viene approvata un’innovativa delibera contro il diffondersi dell’endometrosi, salvo constare che si tratta di  una legge senza soldi, tanti buoni propositi sulla carta ma poco o nulla di concreto, poiché la Regione Piemonte non preveda adeguate coperture finanziarie.

“ Un ulteriore bluff a danno delle donne, perché quanto deliberato rischia resti solo sulla carta, come la consigliera  Stefania Batzella ha affermato in consiglio regionale.

Ma in epoca post influenzale, una domanda vorremo rivolgere al nostro infaticabile assessore. E’ a conoscenza che in Piemonte  vivono milioni di anziani che talvolta debbono ricorrere alle cure dei pronto soccorso?

Per buonismo demagogico, l’accesso alle strutture pubbliche d’urgenza non è stato disciplinato.

Rom, extracomunitari e furbetti vari, invece di compiere la normale trafila di prenotazione di visite ed esami, per il tramite del medico di base, pagando il ticket, bivaccano nei pronto soccorso per ottenere subito e gratis, qualsiasi prestazione.

Quest’immondo andazzo ostacola coloro che  vorrebbero richiedere prestazioni urgenti e indifferibili.

Ma la colpa di questo malcostume, non può che ricadere sull’assessore che forse non è sensibilizzato a sufficienza dai suoi tirapiedi.

Ma, poiché tutti abbiamo o abbiamo avuto dei genitori, l’assessore dovrebbe affrontare  il problema con priorità, se ogni tanto muovesse da corso Regina per frequentare le disagiate attese dei nostri ospedali.

E’ mai possibile che, in periodo di non particolare  emergenza, per limitarci alle segnalazioni pervenute nell'ultima settimana, un anziano che presenza dolori al petto, con pressione arteriosa verificata all’accettazione, con valori oltre la media, si senta rispondere, nella serata di venerdì, al desk di un ospedale di corso Tassoni, che dovrà attendere oltre sei ore per essere monitorato?

E’ mai possibile che un’ultraottantenne già portatrice di problemi circolatori e da anni inferma ed allettata, accompagnata sabato scorso in un pronto soccorso della zona nord di Torino, debba aspettare sei ore, assisa su una  sedia a rotelle ospedaliera,  per essere sommariamente visitata, per ricevere una medicazione che ha richiesto tre minuti di intervento compresa la visita medesima grazie ad un codice bianco di non urgenza.  

E nel frattempo la precede  la corte dei miracoli di arroganti “pieds noir” come venivano chiamati in Francia, che sbraitando ottengono l’accesso facilitato oltre che le cure più appropriate.

Non vorremo, assessore Saitta, che la puzza sotto il naso dei suoi pretoriani definisse questa segnalazione come razzista o identitaria.

Ci proponiamo solamente di poter inserire nell’ambito dei rassicuranti aggiustamenti che il nostro attento assessore si propone, nei sistema sanitario post crisi, la doverosa attenzione al pianeta “terza e quarta età.

I nostri anziani che negli anni scorsi  hanno conosciuto un sistema sanitario dal volto umano e pagato i contributi,  oggi, in oggettiva inferiorità, si vedono negato un sacrosanto diritto, oltretutto sbeffeggiati da presenze moleste che bivaccano negli angusti spazi di attesa, ma che nessun servizio d’ordine delle ASL, si sogna di redarguire e di espellere.

E’ operare per il “bene comune” continuare ad ignorare questa triste realtà?

 

 

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Articolo pubblicato il 04/07/2017