Versi diversi

Antologia di terzine in metrica dantesca. Prima parte

 

La Via del Sale nella Valle Ponci

 

Farai tacer la ment’ e l’intelletto

fermand’il punto al centro del pensiero,

che mai devianza fori da quel retto,

 

nascosto dentro l’Anima, sentiero,

ti possa per fuorvianza menar fora,

 da quella Via che conduce al Vero.

 

Dell’Albero quel glifo, che tutt’ora

procede da Malkut verso il divino,

ai cor gentil potrà cantare ancora,

 

e indicare loro, che il mattino,

si scioglie come quella bianca luce,

che cala dalla volta a te vicino.

 

Or senti se ti bacia quanto bruce,

il magico calor ch’in te risveglia

il senso di Keter, ch’a Lei conduce,

 

donandoti l’etterna e chiara veglia….

‘ché ‘l tempo di dormir s’è consumato.

Farai posar quel pan dentro la teglia

 

ed aspettar che vanga lievitato,

poiché coscienza il tempo suo attende,

si come ‘l seme, ch’in lei gemmato.

 

Le Sephire dovrai trovar tremende,

di forza spaventosa a voi mortali:

lo Spirito di lor,  tutto s’accende,

 

ch’in Terra non ne puoi, mirar d’uguali.

Se ratto da Yesod  trovi passaggio,

mirando verso l’Alto, lungh’i Viali,

 

che Cristo manifesta a te ‘l miraggio,

facendoti capir che la Bellezza

per esser vista vuol che tu sia saggio,

 

e infonde nel tuo cor, la Sua purezza.

Posammo noi, ai piedi tuoi di oggi,

un tempo che remoto già si apprezza,

 

tanto quell’or, d’empirne vari moggi,

strappato a Filippo, re vergogna,

si tanto da coprir dove tu poggi.

 

Sotto la coltre v’è quanto l’om sogna,

e ancor di più di quanto può sognare;

ti dico, che il sol profano agogna,

 

di estirpar quel che, ha da restare.

Vedi sublime avanti a te l’incanto,

che dieci dei potrai or’ammirare.

 

Seguendo il sol, col suo potere santo,

baciando il fondo giuso col riflesso,

che si formò di sotto, tanto, tanto.

 

Mirabile magia, di quei ch’han messo,

nel ventre della Terra, che t’inghiotte,

quell’or, che l’alabastr’in strato spesso,

 

coprì, piangendo giù dalle sue gotte.

Tu miri ora l’Albero sublime,

si come li mulini Don Chisciotte,

 

che ventidue le vie per quelle Cime,

ché i savi di Siòn, t’hanno mostrato.

Attento nell’udir codeste rime,

 

che io nel tuo pensier ho generato:

potrai morir, se non sarai più desto,

prima che ‘l tempo tuo se ne sia ‘ndato.

 

Se invece mondi, il pensiero mesto,

che con la mente vuole copulare,

potrai volar in alto, lesto, lesto,

 

leggero come il Sol che vuoi baciare.

 

 

 

Tratto da “La Danza dei Tarocchi” ed Mondi Velati  2012

 

 




 

 


 

 

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Articolo pubblicato il 01/07/2017