Regione Piemonte - Approvata la legge sull'endometriosi

Una malattia femminile tanto diffusa quanto difficile da diagnosticare

Uno strumento per aiutare le donne a far fronte all’endometriosi, una malattia femminile tanto diffusa quanto difficile da diagnosticare che colpisce le donne in età riproduttiva. Nella seduta di martedì 27 giugno, infatti, l’Assemblea regionale ha approvato all'unanimità la legge “Disposizioni per la prevenzione delle complicanze, la diagnosi, il trattamento e il riconoscimento della rilevanza sociale della endometriosi”, frutto della sintesi di tre proposte di legge presentate rispettivamente dai gruppi Pd, FI e FdI.

Il provvedimento era stato incardinato nel corso della seduta del 20 giugno con l'illustrazione dei relatori di maggioranza Valentina Caputo (Pd) e di minoranza Franco Graglia (FI) e Maurizio Marrone (FdI)

“Anche il Piemonte, dopo un percorso condiviso iniziato quasi due anni fa - ha sottolineato la consigliera Caputo (Pd) esprimendo soddisfazione per il lavoro svolto in Commissione - ha finalmente una legge che tutela le donne affette da endometriosi, patologia cronica e spesso progressiva che causa danni alla salute della donna e che spesso è anche motivo di infertilità”.

Anche i relatori di minoranza hanno espresso soddisfazione per l’esito felice dell’iter del provvedimento.

“Si tratta di una malattia ancora troppo poco conosciuta - ha dichiarato il consigliere Graglia (FI) - anche se recentemente, a livello nazionale, è stata inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti con l’aggiornamento dell’elenco delle prestazioni erogabili nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza. Abbiamo reso onore e dignità alle donne, e questo mi rende particolarmente orgoglioso”.

“La mia proposta - ha osservato il consigliere Marrone (FdI) - già mirava al riconoscimento dell’endometriosi e all’istituzione di un registro regionale. La proposta che stiamo per approvare va oltre creando un vero e proprio osservatorio che darà piena cittadinanza alle tante pazienti colpite da tale patologia e finalmente creerà anche una sensibilizzazione per curare meglio le tante donne che ne hanno bisogno”.

La legge, in particolare, prevede che la Giunta regionale approvi le linee guida per il percorso diagnostico-terapeutico multidisciplinare e per il controllo periodico delle pazienti affette da endometriosi, proposte da un Osservatorio regionale sulla malattia, e individui le strategie per realizzare i programmi predisposti dall’Osservatorio stesso concernenti l’aggiornamento del personale medico preposto alla diagnosi e alla cura dell’endometriosi.

Compito della Giunta è anche l’individuazione di centri regionali di riferimento. Il provvedimento prevede anche una maggiore partecipazione delle associazioni che si occupano di tale malattia attraverso il loro coinvolgimento nelle campagne di informazione riguardanti i percorsi terapeutici e di prevenzione.

Nel corso del dibattito generale sono intervenuti i consiglieri del M5s Davide Bono, Giorgio Bertola, Mauro Campo, Francesca Frediani, Federico Valetti e Stefania Batzella, cha hanno ribadito l'importanza di tutelare le donne affette da endometriosi ed evidenziato, con sfumature diverse, alcune debolezze della legge soprattutto per quanto riguarda l'assenza di finanziamenti per la prevista formazione degli operatori sanitari e per l'esenzione parziale o totale per i casi di endometriosi al I e al II stadio, quelli iniziali che,  a differenza di quelli al III e IV stadio parzialmente a carico del Sistema sanitario, non sono inseriti nei livelli essenziali di assistenza.

Il consigliere Paolo Allemano (Pd) ha dichiarato che  

"la legge non va vista tanto come un intervento puntuale su una patologia specifica quanto come un modo per valorizzare il ruolo della rete sanitaria regionale così da agire in modo coordinato e non lasciare sole, di fronte a una malattia fortemente invalidante, le donne che ne soffrono. La qualità delle cure non ha come unico indicatore l'impegno di spesa".

L'assessore alla Sanità Antonio Saitta ha sottolineato che nella Sanità piemontese esistono diverse reti, tipo quella oncologica, che non trovano finanziamenti diretti nel bilancio. Istituire una rete, infatti, vuol dire creare un modello tecnico-scientifico per far fronte a una patologia e solo quando, sulla base della valutazione dei tecnici, si darà vita a un piano di attuazione si valuteranno anche gli interventi da finanziare.

Prima della votazione finale della legge l'Aula ha approvato all'unanimità dei votanti un ordine del giorno, presentato dai relatori della legge per impegnare la Giunta regionale

"esaurita una prima fase di attuazione e di valutazione del provvedimento normativo, a individuare adeguate risorse da destinare alla formazione nonché all'aggiornamento del personale sanitario e alle campagne d'informazione indirizzate alle pazienti e di educazione sanitaria rivolte alla popolazione".

 

 

 

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Articolo pubblicato il 30/06/2017