«I Fratelli Baudissard. Gli ultimi “briganti” delle vallate alpine occidentali», a San Giorio di Susa (Torino)

Venerdì 23 giugno, presso l’Azienda Agricola Tomassone, in Borgata Malpasso di San Giorio di Susa (Torino), alla sera, si è tenuta la conferenza «I Fratelli Baudissard. Gli ultimi “briganti” delle vallate alpine occidentali» a cura di Silvio Tonda, organizzata dal Comune di San Giorio di Susa e da Ametegis CeDSEAM Centro di Documentazione Storico Etnografico Ambientale di Mattie (Torino).


Ha partecipato lo studioso Roberto Gremmo, autore del libro «Gli ultimi briganti delle Alpi. I fratelli Baudissard da disertori della “Grande Guerra” a ribelli della montagna» (Storia Ribelle, Biella, 2015).


I Fratelli Baudissard disertori nel periodo della Prima Guerra Mondiale, sono divenuti “Bandits fantômes”, a cavallo tra Val Chisone, Val Susa, Canavese, Savoia e Delfinato, dove sono rimasti nella memoria popolare.


Roberto Gremmo, con grande simpatia, li definisce: «… i fratelli Baudissard furono a pieno titolo gli ultimi briganti delle Alpi; ‘resistenti’ del mondo di vinti. Senza neanche saperlo».


Una declinazione moderna del mito dei fratelli Baudissard è rappresentata dai due albi a fumetti del disegnatore Pierre Faye alias Quebeuls, intitolati “Croquignard”, pubblicati nel 2010 in Francia.


L’interesse per i Fratelli Baudissard non si limita all’Italia, visto che il 25 febbraio 2017, presso la Salle Polyvalente del Comune di La Roche de Rame nel dipartimento francese delle Alte Alpi, si è tenuta la mostra “Les Baudissard. Bandits-fantômes. 1917-1920”, nel contesto della “Journée Cent ans des Baudissard” ovvero del centenario dell’anno di diserzione dei due fratelli Alessandro e poi Luigi. La locandina di questa conferenza è stata disegnata da Quebeuls che ha partecipato all’incontro di San Giorio di Susa.


I suoi disegni dedicati ai Fratelli Baudissard sono stati esposti nel corso della conferenza: appaiono molto interessanti perché Quebeuls unisce ai suoi personaggi, disegnati con una connotazione fortemente suggestiva, caricaturale e vagamente grottesca, le ambientazioni molto realistiche con un grande numero di particolari concreti.


Questo modo di disegnare porta il soggetto dalla semplice ricostruzione alle atmosfere della leggenda popolare e, come studioso di true crime, lo trovo particolarmente apprezzabile: sinceramente mi piacerebbe che Quebeuls rivolgesse la sua attenzione anche ad altri briganti popolari del Piemonte!

 

Ringrazio Paolo Benevelli, autore delle foto. 

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Articolo pubblicato il 27/06/2017