Torino - Centri sociali padroni della Città
Foto di repertorio (Il Giornale)

Lo sostengono i Consiglieri di FDI-AN esprimendo solidarietà agli agenti feriti

 "Ormai a Torino la caccia al poliziotto da parte dei centri sociali è quotidiana".

Lo hanno dichiarato Augusta Montaruli (Esecutivo Nazionale FDI-AN), Patrizia Alessi (Consigliera FDI-AN Circoscrizione 7) e Maurizio Marrone (Consigliere regionale FDI-AN del Piemonte) ricordando come in poche settimane i torinesi siano finiti a terra tra i cocci di bottiglie:

"Questa volta perché un semplice controllo contro i venditori abusivi di alcolici in piazza si è trasformato in guerriglia urbana, con gli autonomi di Askatasuna a fronteggiare la celere tra i dehor".

Marrone sottolinea altresì come in tanti anni non si sia mai assistito a una simile aggressiva e spudorata arroganza da parte degli antagonisti torinesi:

"Per chi, come noi, contrasta questi delinquenti da sempre, la spiegazione è molto semplice ; per la prima volta il Sindaco Appendino ha fatto eleggere nella maggioranza del Consiglio Comunale esponenti dichiaratamente appartenenti ai maggiori centri sociali torinesi, cresciuti nelle file del M5S tra manifestazioni No Tav violente e cannabis parade: inevitabile che i centri sociali si siano convinti di poter fare ciò che vogliono in città, arrivando a contendere con le Forze dell'Ordine il controllo del territorio cittadino, nella convinzione di poter godere della copertura politica della nuova Amministrazione comunale grillina".

Marrone chiosa aggiungendo come la Sindaca Appendino possa smentire questo ragionamento degli antagonisti solo disponendo espressamente lo sgombero dei centri sociali, tutti immobili di proprietà comunale, da cui vengono rivendicati i raid anti-polizia, dall'autonomo Askatasuna all'anarchico Asilo occupato:

"La invitiamo a farlo, ma già sappiamo che non avverrà".

I Consiglieri concludono porgendo reale e sincera solidarietà agli esponenti delle Forze dell'Ordine:

"feriti e vilipesi da questi figli di papà pseudorivoluzionari, senza ipocrisie e retorica di circostanza".

 

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Articolo pubblicato il 23/06/2017