Torino, evasa la rom responsabile della morte di Oreste Giagnotto

Laura Sulejmanovic, 22 anni, era detenuta presso il carcere delle Vallette con l'accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso

Laura Sulejmanovic, la rom di 22 anni arrestata per aver creato l'incidente mortale in Strada Aeroporto nel quale ha perso la vita il 12 maggio scorso Oreste Giagnotto, è evasa lunedì struttura del carcere Le Vallette.

L'evasione ha avuto luogo nel primo pomeriggio di Lunedì, alle 15:30. Ha prima lasciato sua figlia presso la sezione Icam, una delle case per le madri detenute, per poi aprire una porta dopo aver scavalcato un cancello per poi darsi alla macchia nei campi.

La piccola è stata affidata ai servizi sociali, i quali hanno già contattato una famiglia affidataria.

Quello che in questi giorni sta creando molte polemiche è l'imbarazzante facilità con cui la detenuta sia riuscita a fuggire dall'istituto di detenzione. Immediata la reazione dei parenti della vittima i quali, disgustati dall'ennesima falla della giustizia italiana, si sono mobilitati sui social postando la foto dell'evasa e invitando chiunque possa avere notizie di contattare loro o le forze dell'Ordine.

La situazione è arrivata ad un livello di esasperazione tale da portare i parenti di Oreste Giagnotto a commentare così la notizia dell'evasione della Sulejmanovic: "Se non la trovano prima, andiamo noi a cercarla di notte".

"Ciò che è accaduto il 12 maggio è successo a noi ma poteva capitare a chiunque" afferma Antonio, figlio di Oreste Giagnotto. "E' dal 13 maggio che cerco di mettermi in contatto con la sindaca, dalla quale non abbiamo ricevuto nè condoglianze nè tantomeno una risposta. Da udienza a tutti, tranne che a noi".

"La donna che ha ucciso mio marito è stata fermata per ben sei volte poichè era senza patente" prosegue la vedova di Oreste, Graziella. "La gente che manifesta contro di noi non comprende che non ci spingono motivazioni di stampo razzista, ma di una semplice giustizia che deve essere fatta. Voglio che questa persona paghi per ciò che ha fatto".

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Articolo pubblicato il 20/06/2017