Torino - Lutto cittadino per onorare la memoria di Erika Pioletti

Cinque domande alla Sindaca per cercare la verità

    Augusta Montaruli (Esecutivo Nazionale di FDI-AN) e Maurizio Marrone (Consigliere FDI-AN Regione Piemonte) ci hanno comunicato il loro cordoglio espresso alla famiglia di Erika Pioletti ma anche la  richiesta dei familiari stessi alla ricerca di chi abbia sulla coscienza il triste evento di piazza San Carlo:

"Non servono le scuse del giorno dopo. Torino ha una vittima e se la si vuole onorare c'è solo una cosa da fare: bisogna conoscere la verità e risalire ai nomi e cognomi di chi si è dimostrato incapace ad organizzare un maxievento quale quello di piazza San Carlo". 

In particolare ci si pongono alcuni quesiti piuttosto preoccupanti per la sicurezza dei cittadini quali la decisione di posizionare in piazza solo un maxi schermo invece che due come in passate occasioni; ma anche di fare chiarezza su chi intrattiene i rapporti tra la Città di Torino e la società Juventus:

"Non dovevano chiedere un contributo alla Società calcistica oppure la disponibilità dello stadio per gestire un evento spprattutto di suo interesse? 

Chi ha permesso che il parcheggio sotterraneo continuasse a essere in funzione nonostante l'afflusso di oltre 35000 persone? 

Ma anche come mai, insistono Montaruli e Marrone, non è stata emanata l'ordinanza sindacale anti vetro e  perche', e con che modalità, la Sindaca Appendino per altro in tribuna a Cardiff, aveva trattenuto le deleghe essenziali ed un evento quale la finale della Champions League. 

"Vi assicuro che tanti cittadini sono al lavoro da settimane"

sono state le sue ultime parole famose prima della finale:

"Se lei stessa si è assunta una posizione di garanzia nei confronti della Città lei e' anche la prima ad aver fallito"

concludono Montaruli e Marrone richiedendo pronta risposta alle loro domande in tono assai critico:

"Il rammarico del giorno dopo, sopratutto oggi, e' superfluo. Verrebbe da dire, ci mancherebbe ancora". 

Domani la città ricorderà la tragedia con grande partecipazione anche nella speranza che chi decide le sorti dei suoi abitanti e dei cittadini tutti non si limiti ad un dovuto ossequio alla vittima ed ai suoi familiari, bensì mediti su ciò che non dovrà mai più accadere. 

Non si tratta, diciamo noi, di limitare la libertà come qualcuno, con mala opportunità, va dicendo in giro erigendosi a paladino in difesa di chissà chi; occorre, non occorrerebbe, individuare luoghi e strategie prima di concedere permessi  ed autorizzazioni improprie per manifestazioni, sportive o non, che si possono trasformare in eventi luttuosi imperdonabili per chi li ha causati.

Ciò non è retorica, non è il "senno di poi" bensì una presa di coscienza forte e determinata che dia una svolta saggiamente decisiva al modus operandi di coloro che godono, o godevano, di un diffuso consenso elettorale.

 

 

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Articolo pubblicato il 18/06/2017