Torino. L’infamia di piazza san Carlo

Erika Poletti, dopo atroci sofferenze si è spenta ieri sera

Le sue condizioni erano gravissime sin dalla serata del 3 giugno. Erika Poletti, la trentottenne di Domodossola ricoverata al Giovanni Bosco in seguito allo schiacciamento del torace, durante l’infausta partita di Champions, non ce l’ha fatta ed è deceduta nella serata di ieri. La famiglia ha eticamente acconsentito alla donazione degli organi.

In questi lunghi dodici giorni, gli unici sentimenti nobili a prevalere sono stati il dolore e la speranza che i feriti gravi potessero sopravvivere.

Per il resto, sgomenti, abbiamo assistito ad ulteriori oscenità.

Dal pessimo esordio torinese del Questore Angelo Sanna che non è ancora riuscito a dimostrare cosa sia effettivamente successo in quella piazza, alle responsabilità evidenti che l’indegna sindaca Chiara Appendino, con una lettera postuma e sbrigativa ha cercato di scrollarsi di dosso.

La magistratura esperirà l’indagine. Accerterà fatti, circostanze e forse indulgerà italianamente sulle fatalità. Purtroppo, nel rincorrere notizie si dimentica talvolta l’aspetto umano.

I 1537 feriti sono Esseri umani, dotati di dignità e razionalità.

Non si può rischiare la vita in un momento che avrebbe dovuto essere spensierato e sereno, solamente perché le pubbliche responsabilità sono affidati ad incapaci e presuntuosi.

Oggi è il giorno del dolore. Ci raccogliamo commossi dinanzi a questa giovane eroina che, per amore del fidanzato, si è trovata in una situazione impensabile, così come siamo vicini a tutti gli altri, che hanno sofferto ed ancora soffrono.

Vorremo che le parole rispetto e dignità potessero raggiungere coloro che ancora irresponsabilmente pontificano, affinchè percepiscano il rigurgito della coscienza e decidano di fare un doveroso passo indietro.

Dinanzi ad una vita perduta, non dovrebbero reggere arrampicate politiche o di carriera, soprattutto quando le responsabilità incombono.

Dolore e dignità. Attendiamo!

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Articolo pubblicato il 16/06/2017