Torino, il trionfo degli impotenti.

Dopo la passerella con Prefetto e Questore, la sindaca snobba il consiglio comunale ed offende la Città.

In piazza san Carlo sono ancora visibili le tracce della notte di terrore che ha visto, sabato sera, il fuggi fuggi di migliaia di persone per un allarme che la questura non è ancora stata in grado di determinare in quale zona della piazza sia iniziato e di quale origine si trattasse.

Il risultato certo è documentato, a prescindere da goliardia o terrorismo. I danni ad oltre 1500 spettatori sono stati causati dalla conseguenza dell’introduzione incontrollata nella piazza di bottiglie di vetro, oltre che per la presenza di facinorosi ultras ampiamente schedati in precedenti occasioni, ma ammessi senza problemi sabato sera.

Emerge così come la gestione della manifestazione non abbia seguito quelle norme di prevenzione e di sorveglianza ormai collaudate negli anni, per analoghe manifestazioni nella piazze auliche della città. Particolare non di poco conto evidenziato anche in una dichiarazione dell’arcivescovo Nosiglia

Cosa sta emergendo? La sindaca è intervenuta alla riunione del consiglio comunale di ieri, leggendo una stucchevole dichiarazione, fotocopia di quanto con Questore e Prefetto, aveva rilasciato  sin dalla mattina di domenica.

Frasi fatte, compassate e sovrapponibili, nonostante le precise responsabilità dei tre organismi pubblici.

A quali conclusioni possono giungere i torinesi sgomenti? Qual’é la risposta inevasa che si aspettano i feriti, per non parlare di coloro che, purtroppo stanno combattendo per la sopravvivenza?

La politica della sindaca in questo sciagurato anno non si è certo distinta per rinverdire il richiamo positivo della città nel mondo. Se l’insicurezza della città ed i pericoli evidenti, contribuiscono ad incrementare il gap che ci allontana dalle città ideali, le conseguenze già dovute al mito di decrescita felice promosso dalla sindaca, risultano drammatiche per il nostro futuro.

Nel breve dibattito in consiglio comunale, Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia ha stigmatizzato l’attacco che esponenti del M5S  livello nazionale, hanno sferrato contro i giornali, a difesa della sindaca, minimizzando la drammaticità dei fatti ed il numero dei feriti. Ciò dimostra il disprezzo della forza politica espressione di Chiara Appendino nei confronti di Torino e dei feriti.

L’invito alla dimissione della sindaca e la censura per essersi tenuta fuori dalla oggettive responsabilità, arriva dal capogruppo di Direzione Italia Roberto Rosso, nel rilevare le incongruenze di Chiara Appendino.

Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati analizza le gravi carenze organizzative, la mancanza di vie di fuga nella piazza, tutti particolari che hanno messo a repentaglio la vita dei trentamila partecipanti. In quest’ambito e per difenderci in futuro, si chiede l’istituzione di un assessore alla sicurezza.

Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega Nord, ripercorre i fatti e chiede come mai non si è operato con l’allontanamento dei venditori abusivi dalla piazza. Ciò rivela una sospetta omertà nella copertura di persone o responsabilità, che ogni giorno appare maggiormente evidente. L’unica alternativa di dignità, potrebbe consistere nelle dimissioni della sindaca.

Per il capogruppo della Lista Civica Alberto Morano in base ad ogni atteggiamento dovrebbe esserci la presa di responsabilità sulle follie di quella serata. I documenti parlano. E’ stato emessa un'unica disposizione del Comune per vietare il parcheggio di auto in Piazza san Carlo. Per il resto, nulla. La sindaca non è neppure in grado di copiare i precedenti, ricorda Morano.

Nel 2015 Fassino  aveva avviato una regia capillare del comune per fronteggiare analogo evento. La sindaca invece si è recata allegramente a Cardiff per veder la partita, lasciando la città in balia dell’abbandono.

Lo Russo, capogruppo del PD, oltre ad aver ricordato i fatti, stigmatizza la figuraccia di Torino a livello intenzionale, con le conseguenze imprevedibili ed invita la sindaca a chiedere scusa ai Torinesi.

Piero Fassino ribadisce la necessità di accertare i fatti successi dopo aver richiamato e distinto i precedenti avvenuti sotto la sua sindacatura ed evidenzia  le gravi carenze nei controlli anche da parte della questura. Le analogie con il passato avanzate dalla sindaca in ogni dichiarazione, non sono veritiere.

Si è approntato questo passaggio in modo superficiale. Fassino, come il gruppo PD, rinuncia a chiedere la dimissioni di Chiara Appendino, ma invita la sindaca ad assumersi le proprie responsabilità, senza scaricare impropriamente su altri le proprie carenze, come purtroppo avviene ogni giorno.

Stucchevoli le dichiarazioni di un consigliere del M5S che tende a scaricare sul panico ogni responsabilità e vicende accadute.

Nella replica la sindaca ha rinviato ogni presa di posizione, a successive dichiarazioni, continuando a non comprendere come la sua inazione e la sua imperizia siano la causa di quanto successo.

Fuori dai palazzi felpati della politica, il distacco del cittadino nei confronti della sindaca sta crescendo. Pochi si sono accorti che se il Salone del Libro non è stato un flop, e la Sindaca ne ha solo ricavato un ritorno d’immagine, ciò è dovuto alla regia saldamente tenuta nelle mani di Sergio Chiamparino . Per il resto, la sindacatura Appendino collezione un esordio di flop ed insuccessi.

Dai mugugni per le periferie invase di degrado e delinquenza, abilmente circoscritti, alla cancellazione di ogni capitolo rilevante del suo programma elettorale.

Ma sulla vita e la sicurezza non si transige. Sabato in concomitanza con la Champions avrebbe dovuto svolgersi una manifestazione sportiva e culturale. E’ andata in modo totalmente opposto, a causa dell’improvvisazione del pressapochismo.

In molti stanno dicendo “Appendino a casa”. Qualcosa si è rotto nel rapporto tra Sindaca e cittadini.

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Articolo pubblicato il 06/06/2017