Se la stagnazione è secolare, non bastano pensieri corti

Gli spunti di riflessione proposti da 2006PIU’ Magazine

Se ne comincia a discutere e, quando ciò avviene, il rischio che le parole descrivano un fatto reale è alto: la stagnazione secolare. Non è nostra intenzione affrontare con piglio specialistico un argomento così ostico. Ma, come spesso accade in questo spazio, la volontà è quella di consegnare un riflessione.

Certo è che nominare lo spauracchio della stagnazione è un discreto colpo a quelle narrazioni, più o meno aderenti alla realtà, che raccontano di una ripresa. Vero è che questa può avvenire, seppur di piccoli punti percentuali e magari spinta da politiche economiche e monetarie mosse altrove. Ma a quale prezzo?

Il recente “Rapporto sullo stato sociale 2017” consegna uno scenario di bassa produttività e di precariato, dovuta a un’instabilità di fondo. A ciò, ci preme aggiungere, l’avanzamento tecnologico che, se da un lato porta dei vantaggi, rischia di ridurre ulteriormente i margini di lavoro umano. Oppure di condurli verso un livello di volatilità tale da eccitare eventuali conflitti sociali e conseguenti fenomeni politici/culturali.

Probabilmente ciò che manca è una visione d’insieme volta alla complessità che sappia abbracciare e interpretare i fenomeni alla base di questa per lo meno stentata ripresa. Un “osservatorio”, aideologico ma non apolitico, quale camera di compensazione tra il Pubblico e il Privato in cui produrre pensieri di ampio respiro e non corti o dovuti alle emergenze elettorali.

Dal canto nostro e nella nostra piccola realtà (se paragonata all’ampiezza dello scacchiere globale) è ciò che cerchiamo di fare, come DAI Impresa, ponendoci come interlocutori verso le realtà istituzionali del territorio e verso gli attori economici macro e micro. Spunti di riflessione, per esempio sull’industria 4.0, vengono proposti ai lettori di 2006PIU’ Magazine per tentare di stimolare in loro uno coscienza almeno interrogativa verso la “patina dorata” con cui certi fenomeni vengono presentati.

L.V.C.

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Articolo pubblicato il 17/05/2017