L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Obama, tra lusso e ambientalismo

La passeggiata milanese dell’ex presidente degli Stati Uniti

E’ ormai consuetudine che gli ex presidenti degli Stati Uniti, liberi dall’assillo della stanza ovale, si ergano a guru del sapere.

Lasciata a malincuore la Casa Bianca, s’improvvisano viaggiatori di lusso in ogni parte del mondo, per diffondere il loro verbo di tuttologhi, ospiti lautamente pagati da Fondazioni pubbliche o private, aventi scopi umanitari che trovano maggiormente producente, convogliare lasciti e donazioni, nelle  tasche ricche ed avide di ex presidenti, dimenticando momentaneamente le loro mission.

Anche Barack Obama non sfugge al rito. Nei giorni scorsi è stato  in visita a Milano, corteggiato da giornali e commentatori, ancora convinti, dall’enfasi data all’evento, che la sua sia ancora l’unica ed indiscussa “The voice of the USA”.

A giudicare invece dai loro rispettivi siti, tutte le grandi agenzie di notizie (quelle americane comprese) e i maggiori giornali inglesi, francesi e tedeschi, o hanno ignorato l’evento o lo hanno relegato in posizioni secondarie. Persino nel sito del New York Times, la notizia è stata liquidata in poche righe.

Dai resoconti emerge la frase di Barack “Si dice che il potere cambi l’anima, io invece sono diventato più umile”, pronunciata davanti ai 3500 illustri e selezionati invitati che hanno pagato 850 euro ciascuno per poterlo ascoltare di persona.

Per la trasferta Milanese l'ex presidente si sarebbe intascato 3,2 milioni di dollari.  scortato da un convoglio di 14 automobili, un elicottero e una scorta di 300 poliziotti, e avrebbe prenotato per il suo staff l'intero piano dell'hotel più lussuoso di Milano dove alloggiava.  

Un’umiltà a prova di bomba, destinata ciononostante a venire messa a dura prova. Apprendiamo infatti che “Otto anni dopo «yes, we can», lo slogan che fece sognare una generazione, egli si candida idealmente a presidente del mondo”. 

Nel coro generale è riuscito ad emergere  Matteo Renzi, ineguagliato nel suo ruolo di primo violino. “Barack Obama è il punto di riferimento dei democratici a livello mondiale”, ha sentenziato il nostro ex-premier che nella due giorni milanese dell’ex-presidente americano è stato il suo vero alter ego, la persona con cui Obama ha speso più tempo e discusso più a lungo su tutti temi dell’attualità mondiale. 

Oltre alle chiacchierate con Renzi  ed al siparietto telefonico, improvvisato ad uso di Macron e una cena nella sala delle feste di palazzo Clerici, sede dell’Ispi, con sindaco, presidente della Regione, ma soprattutto con una sceltissima compagnia di grandi imprenditori (a ulteriore conferma dell’ispirazione squisitamente popolare dei dem), il grande momento pubblico dell’ex-presidente americano è stato quello della già ricordata conferenza alla Fiera di Milano/Rho.

Rispondendo a domande  che gli venivano poste da un insolito intervistatore, Sam Kass, già chef della Casa Bianca negli anni della sua presidenza, Obama ha intrattenuto per circa due ore i 3500 agiati fans. La cornice era quella di un incontro internazionale chiamato Seed & Chips: parole che in italiano significano letteralmente, “Sementi e patatine fritte”; oppure “Sementi e trucioli”, o ancora “Sementi e schegge” visto che l’inglese chips ha tutti questi significati. 

Si trattava di un’occasione d’incontro, all’insegna dell’innovazione, tra imprese alimentari, inventori di novità nel settore, politici e investitori. Indubbiamente un’ottima tribuna da cui proclamare quella nuova filosofia dell’ambiente e dell’alimentazione che potenti forze culturali e politiche stanno oggi promuovendo nel mondo come nuova… religione di Stato del progressismo laico. 

Tralasciando per un attimo l’ironia un po’ amara che ha popolato social e commentatori non di regime, c’è un aspetto che non dovrebbe passare inosservato.

Si tratta infatti di un vero e proprio progetto politico spacciato per post-ideologico ma in realtà più ideologico che mai. Spazzato via dal drammatico fallimento del socialismo reale, torna in nuove forme, e questa volta alla scala mondiale, il vecchio sogno elitario di un governo delle persone più intelligenti e illuminate.

Tra i temi enunciati, Obama ha spaziato sul rischio che le tecnologie contribuiscano ad allargare il divario tra il Nord ed il Sud del Mondo. senza dimenticare il preventivato crollo dell’impiego della mano d’opera, o la scarsità di cibo dovuto ai cambiamenti climatici che spingono ondate sempre più consistenti di immigrati verso l’Occidente, a causa della malnutrizione.

Poiché sino ai mesi scorsi Barack è stato l’uomo più potente della Terra, ci spiace che dal quel consesso non gli sia piovuta almeno qualche domanda sul resoconto delle iniziative da lui assunte per cercare di ovviare le conseguenze nefaste che si profilano sull’umanità.

E’ un bene che oggi, a livello mondiale, si punti all’ambiente, che per natura sua è  un bene indivisibile. Non vorremo che questo diventi la palestra cui applicare quelle ricette che diedero esiti deleteri nel campo dell’economia.

O si propone in meglio qualcosa di realizzabile, oppure, con le frasi ad effetto, si continuerà a cadere nel tragicomico.
 

Francesco Rossa
Direttore Editoriale
Civico20News.it

 

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Articolo pubblicato il 14/05/2017