Torino - “Il Salotto di Schubert” al Circolo dei lettori

“Padri e figli” con il duo Accademico Ugo Piovano ai flauti e Andrea Musso al pianoforte

Un recital strumentale nel nome di Bach e di Mozart in cui sono posti a raffronto un padre ed  un figlio con l’intenzione di evidenziare l’evoluzione del linguaggio compositivo nel passaggio generazionale. L’itinerario musicale prende il via con la Sonata in trio n.6 BWW 530 di Bach padre trascritta in do maggiore.

Si tratta di una curiosa composizione che assegna alla tastiera sia la linea di un secondo strumento  realizzata dalla mano destra che dialoga col flauto, sia la parte del violoncello eseguita dalla sinistra come basso continuo.

Il brano è strutturato in una forma tripartita con un movimento lento centrale che fa da contrasto al carattere brillante dei due allegri. Seri dubbi incombono sulla paternità della Sonata in Do Maggiore BWW1033 che nasce probabilmente da una esercitazione compositiva assegnata da Johan a Carl Philip, il più famoso dei suoi 20 figli musicisti, e realizzata da entrambi.

I tre movimenti prendono il via da un Andante iniziale con un cambiamento repentino di agogica per lasciare spazio ad un Adagio che si aggancia ai due Minuetti. Levidenzia tutte le caratteristiche di un perpetuum mobile. L’esecuzione che evidenzia tutta la autonomia creativa di Carl Philip Emanuel è la Sonata Amburghese in Sol maggiore per Flauto e Basso continuo con Cembalo e Violoncello ad libitum. Interessante la struttura bipartita del brano che prevede un Allegretto come primo tempo ed un Rondò come secondo evitando opportunamente il consueto adagio centrale.

La seconda parte del recital è improntata sulla figura dei due Mozart: Wolfgang Amadeus e Franz Xaver Amadeus Mozart. Come è noto l’ultimogenito del maestro , musicista di professione ed allievo di Salieri, subì il prepotente effetto della fama del genio paterno che non ebbe l’opportunità di conoscere essendo nato pochi mesi prima della morte del celebre genitore.

Di Xavier si conosce ben poco, in quanto visse sempre nell’ombra del padre con la consapevolezza di essere di fronte ad un modello ineguagliabile. Il suo stesso carattere molto introverso e timoroso non lo favorì nella realizzazione del proprio talento. Il suo stile compositivo  sembra richiamare aspetti del primo romanticismo di schubertiana memoria ed alcuni stilemi sembrano anticipare il linguaggio di Chopin e Liszt.

Il percorso musicale proposto mette a raffronto il secondo tempo della celebre Sonata in Fa Maggiore K377 ( articolato in tema e sei Variazioni) di Wolfgang con le Variazioni su un tema di Marcia per Flauto e Pianoforte di Mozart junior. Il confronto prosegue poi sulla tecnica di conduzione del Rondò ed il paragone propone l’ascolto del Rondò paterno K.184 in versione flauto piano ed il Rondò originale per lo stesso organico FXWM VI: 10 , pagina di pregevole fattura in cui la raffinatezza della melodia del flauto si coniuga con episodi virtuosistici assegnati al pianoforte.

Appuntamento sabato 11 maggio alle ore 21 presso il Circolo dei lettori.

 

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Articolo pubblicato il 04/05/2017