Torino. Il disprezzo di Chiara Appendino verso la città

Annunciato il pre-dissesto del comune, sottovalutando le conseguenze

Giornata nera o rivelatrice quella vissuta da Chiara Appenino venerdì 28. Al mattino era convocato il Consiglio della Città Metropolitana.

La sindaca non ha la maggioranza, ma non perde occasione per sottrarsi al confronto con le pur disponibili minoranze nella discussione del Dup, il “Documento unico di programmazione”, propedeutico all’approvazione del bilancio.

Lei é ovviamente assente e manca il numero legale, con l’uscita dall’aula dei consiglieri del PD, non per capricci, ma come conseguenza delle promesse disattese

Il Consiglio non é in grado di funzionare, perché le intese stabilite subito dopo l’elezione del consiglio( insediamento delle commisisoni e varo del regolamento di funzionamento, rapporti e coinvolgimento dei capi gruppo delle minoranze, per le decisioni importanti)  sono state disattese da Chiara Appendino.

Qundi stallo della situazione e mancata presa di posizione sulle numerosisisme carenze d’efficacia ed efficienza dell’Ente, denunciate in molteplici articoli e prese di posizione dei sindaci del territorio.

Per cui le strade dissestate e le scuole in precarie condizioni possono attendere.

Scena ancor più drammatica nel pomerigio in Consiglio Comunale.

All’ordine del giorno, la discussione del bilancio di previsione del 2017.


C’é la brutta eredità del Centro sinistra, dai debiti di Chiamparino ai giochetti con il bilancio della GTT orchestrati dall’ex assessore Passoni.

 Chiara Appendino, dapprima ha approvato senza riserve e cautele, l’ultimo documento firmato da Fassino. Nonostante sia stata allertata dalla precise prese di posizione delle opposizioni, in particolare da parte del candidato sindaco Civico Alberto Morano, sfociate poi con denunce circostanziate al Tar ed alla Corte dei Conti.

A prescindere dalle scelte di merito contenute nelle singole poste del bilancio, di cui é  responsabile l’amministrazione che le propone, quel che sconcerta sono I ripetuti errori che sconfinano in reati con I quali la sindaca si appresta a presentare il documento politico e contabile,  all’approvazione del consiglio comunale.

I circa 40 miloni fuori bilancio, rintracciati e scoperti in seguito alla documentazione consegnata da Morano ai revisori ufficiali, e la conseguente pubblica ira platealmente manifestata dalla sindaca nei confonti dei medesimi, rei di aver agito con la correttezza e diligenza imposta dalla legge.

Venerdì pomeriggio é andata a buca la seduta del consiglio che avrebbe dovuto discutere il bilancio. La sindaca aveva in precedenza rigettato ogni offerta di collaborazione proposta da parte delle minoranze del PD e Centro destra per disbrigare la matassa, con spirito di servizio nei confronti della Città e nell’ottemperanza della correttezza amministrativa.

Ma, nel chiuso del suo ufficio, non sapeva come uscirne. Finalmente in serata si é svolta la discussione. Alberto Morano, prima ancora di elencare  le incongruenze tecniche del documento, ha denunciato I profili di illegittimità messi in atto della giunta, nel processo di approvazione del bilancio.

I consiglieri comunali, nel tira e molla tra la prima e la seconda relazione dei revisori, non hanno avuto a disposizione I tempi tecnici per la presentazione degli  emendamenti e per l’esame approfondito del documento.

Il mancato rispetto delle procedure e delle norme regolamentari, potrebbe inevitabilente comportare l’invalidità del bilancio, con gravi conseguenze per la giunta.

Prima ancora emerge la più volte manifestata insensibilità di Chiara Appendino per lo svolgersi democratico del confronto in consiglio comunale ed in ultima analisi il disprezzo che nutre per il cittadino, emerso dai mancati confronti sui temi cruciali che ogni giorno impattano sulla qualità della vita in particolari zone di Torino.

Ma entrando nel merito, le soprese non sono meno lievi.

Le elenca tutte con precisone il notaio Morano nel suo articolato intervento.

Dall’utilizzo degli Oneri di Urbanizzazione per finanziare la spesa corrente, alla errata valutazione delle Entrate per sanzioni del Codice della Strada.

Circa l’apporto della Regione Piemonte e di Unicredit. “Come emerge dalla documentazione resa disponibile  non vi è, allo stato, alcuna certezza giuridica sull’apporto di Euro 8.700.000 da parte della Regione Piemonte e di circa Euro 5.000.000 da parte di Unicredit. Al riguardo anche il Collegio dei Revisori ha sollecitato il Comune ad ottenere un maggior apporto documentale”

“Alla vicenda del debito verso la Ream che non può essere qualificato come, un debito fuori bilancio. Sotto il profilo strettamente giuridico siamo in presenza di una ipotesi di falso in atto pubblico dolosamente perpetrato dal Sindaco e dall’assessore al Bilancio, ma su questo aspetto altri saranno chiamati a decidere. Da un punto di vista politico e amministrativo la vicenda costituisce un grave episodio di comportamento dolosamente infedele nei confronti della Amministrazione e dei Revisori dei Conti da parte della Giunta che da un lato ha dato istruzioni errate all’amministrazione e dall’altro ha omesso di consegnare la documentazione ai Revisori dei Conti”.

Altro aspetto già ampiamente trattato riguarda i debiti verso Infra.To e rischio insolvenza della società. Dove emerge l’approvazione della sindaca del bilancio 2015 di competenza della Giunta Fassino, senza rendersi conto degli inadempimenti di legge sanzionabili,

Così con la destinazione scorretta dei proventi  derivanti dalla vendita dell’istituto Carlo Alberto per il rimborso delle rate di mutuo di Infra.to in modo scorretto.

Il capitolo dei debiti verso GTT e ricapitalizzazione di GTT. “La situazione è molto delicata perché vi è una approfondita indagine da parte della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti e che  “il 21 Luglio 2016 l’assessore Rolando intervenendo all’assemblea di GTT portante approvazione del Bilancio 2015, su espressa delega del Sindaco Appendino evidenziava l’esistenza di disallineamenti fra i conti della società e quelli del Comune di Torino e nonostante ciò decideva di approvare il Bilancio”.

Così il Contratto di cessione area ex- Westinghouse, ove emerge con  chiarezza la mancata corresponsione di oneri dovuti.

La posizione della Giunta che potrà ricadere in modo drammatico sul destino dei Torinesi e così drammaticamente evidenziata.

“l’assessore Rolando con atteggiamento gravemente imprudente ha evocato la possibilità che la Città di Torino richieda la dichiarazione dello stato di pre-dissesto. Le affermazioni dell’assessore sono state rese senza che lo stesso soppesasse, con la dovuta attenzione, che il ruolo ricoperto avrebbe peraltro richiesto, il rischio che le agenzie di rating modifichino il rating del debito della Città.

Se ciò dovesse malauguratamente accadere (e temo che le riserve espresse dal Collegio dei Revisori nella integrazione del Parere non aiutino)  il debito verrebbe necessariamente riqualificato come Junk Bond (questa infatti è la qualificazione successiva a BBB con outlook negativo oggi dato al debito di Torino), con conseguente incremento del costo del debito stesso e con la probabile preclusione per la Città di potersi ulteriormente finanziare a debito come invece previsto nel Bilancio di Previsione per l’importo di Euro 38.000.000 circa”

Tale aspetto è stato anche particolarmente stigmatizzato dal capogruppo di Forza Italia, Osvaldo Napoli, che rileva altresì, entrando nel merito, l’assoluta incoerenza tra gli impegni elettorali e l’inazione delle giunta Appendino.

Le argomentazioni dei consiglieri del PD, ad iniziare dal capogruppo  Stefano Lo Russo, sono puntuali ed articolate nel merito del programma della Giunta e degli inadempimenti procedurali insiti nella presentazioni del bilancio.

Evitano accuratamente di entrare nelle criticità del documento ereditato da Fassino.

Molti sono gli interventi dei consiglieri del M5S (Antonio Fornari, Francesco Sicari, Federico Mensio, Valentina Sganga e Alberto Unia), tutti concordi nell’esaltare il nuovo corso e ad additare le giunta precedenti di malgoverno, ma probabilmente non si rendono conto delle responsabilità che si stanno assumendo.

Infatti, quando il notaio Morano dichiarava” Esprimo la mia totale contrarietà al Bilancio di Previsione e mi riservo, dopo aver sentito gli altri Capigruppo di Minoranza, di decidere se partecipare o meno al voto finale, ribadendo che non ho presentato emendamenti ritenendo il documento proposto strutturalmente errato ed irricevibile” , il clima d’ilarità tra i banchi della maggioranza, pareva scemare.

La sorpresa finale la riserva Chiara Appendino che, oltre a respingere le critiche dell’opposizione. ha affrontato anche  l’ipotesi di pre-dissesto , spiegando che “occorre vagliarla come eventualità perché consentirebbe di accedere ad un fondo rotativo e portare denaro in cassa.”

La prossima settimana sono in calendario altre riunioni del consiglio, culminanti  con la presentazione degli emendamenti da parte dei consiglieri comunali. Ma più che al voto scontato da parte della “ maggioranza bulgara”, sarà interessante valutare i prossimi passi di Chiara Appendino.

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Articolo pubblicato il 30/04/2017